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L’agenda: le priorità del settore

A pochi giorni da un appuntamento elettorale mai tanto cruciale, ecco le richieste che il settore rivolge alla politica (e che necessitano di risposte urgenti)

A pochi giorni da un appuntamento elettorale mai tanto cruciale, ecco le richieste che il settore rivolge all

Di Silvia De Bernardin, 20 Settembre 2022

Quali sono oggi le priorità del settore alberghiero? E di cosa dovrebbe occuparsi da subito il nuovo Governo che si insedierà dopo l’appuntamento con le urne del 25 settembre ? A dieci giorni dalle elezioni politiche, abbiamo girato la domanda ad alcuni dei principali esponenti del mondo dell’ospitalità e della ristorazione per provare a delineare priorità, bisogni e criticità che – concordano tutti – non possono più essere rimandate.

Fabrizio Gaggio
Direttore Generale Gruppo UNA
“Quest’anno, dopo due anni particolarmente complessi per il settore alberghiero, siamo tornati a registrare livelli di occupazione alberghiera che si avvicinano ai dati pre-pandemia, grazie alla rinnovata voglia di viaggiare da parte degli italiani e al ritorno dei turisti stranieri. In questo contesto estivo positivo, ci troviamo però ad affrontare le criticità imposte dagli aumenti dei costi dell’energia, che si rifletteranno inevitabilmente in parte sui prezzi dei soggiorni in hotel, e dalla crisi che già da tempo interessa la ricerca del personale. Auspichiamo che il nuovo Governo inserisca tra le sue priorità queste due tematiche destinate a influenzare pesantemente il settore alberghiero e turistico nei prossimi anni, con un piano di incentivi volti a fronteggiare la pressione fiscale sulle aziende del comparto, responsabile di un inevitabile aumento dei costi per la clientela. La difficoltà nel reperire le risorse umane, in particolare nell’ambito della ristorazione, è già presente da anni e si è acuita in seguito alla pandemia. Per arginare questo fenomeno è necessario un intervento che preveda tagli dei costi del lavoro volti a favorire gli investimenti nell’assunzione di nuove risorse e arginare quella combinazione di reddito di cittadinanza e sommerso da lavoro nero, che allontana le persone dalle professioni legate al F&B”.

Claudio Sadler
Chef stellato e Presidente Associazione Le Soste
“Come Presidente Le Soste e come ristoratore, penso che la priorità sia far fronte alle difficoltà del settore, anche alla luce della riconquistata normalità avvenuta nel 2022 e tanto attesa durante la pandemia. Gli aspetti più preoccupanti oggi sono quattro: il problema dell’alimentazione, della ristorazione, delle risorse umane e dell’energia. La non omogenea distribuzione delle materie prime accentuata dalla guerra in Ucraina, lo sproporzionato aumento dei costi e delle spese, la crisi energetica e l’allarmante mancanza di personale: questi sono i temi di cui dovrebbe subito occuparsi il nuovo Governo. Se i ristoratori dovranno continuare a pagare bollette così alte senza un adeguato sostegno e un’adeguata tutela, molti si vedranno costretti a chiudere. A mio parere, inoltre, nel breve termine è assolutamente necessaria una riforma scolastica: il Covid ha avuto gravi conseguenze sui giovani che oggi scartano l’idea di lavorare in un ambiente così fragile come si è mostrato il nostro durante la pandemia. Personalmente cerco sempre di non farmi scoraggiare. Sto infatti aprendo un nuovo ristorante a Monza, ma trovare personale è stato difficilissimo: ci vuole un concreto e pronto sostegno del Governo che aiuti i lavoratori del settore”.

Damiano De Crescenzo
Direttore Generale Planetaria Hotels
“Mi auguro prima di tutto che il prossimo Governo confermi il Ministero del Turismo e che, anche se non fosse nominato un tecnico del settore per ragioni politiche, venga istituito un organismo consultivo composto da tecnici nominati dalle varie organizzazioni di categoria. Le proposte e i pareri di tale organismo devono essere trasparenti e pubblicati online, in tempo reale, in modo che ciascun operatore/cittadino possa prenderne visione ed esprimere le proprie valutazioni. Il nuovo Governo dovrebbe occuparsi prima di tutto del lavoro: defiscalizzare le retribuzioni variabili (bonus) per incentivare la meritocrazia, elevare il livello qualitativo dei servizi, rendere attraente e ben remunerato il lavoro nel settore e, ovviamente, disincentivare l’evasione fiscale. C’è poi il tema della stagionalità, ad esempio sperimentare il prolungamento della stagione azzerando la contribuzione nel periodo eccedente e compensando tale mancato introito con il risparmio sulla disoccupazione. Infine, la tutela del settore: è necessaria un’authority che abbia il potere di tutela (e di sviluppo) dell’interesse turistico italiano e che verifichi e migliori la fruibilità del patrimonio turistico”.

Gloria Beggiato
General Manager e proprietaria dell’Hotel Metropole, Venezia
“Il sistema fiscale per le imprese non permette di far crescere il lavoro e, anzi, è allarmante come stia incentivando il lavoro irregolare. Oggi la situazione è questa: per un lavoratore che percepisce 2.200 euro netti al mese, il lordo annuo è di 41.380 euro, che si traduce in un costo di 60.500 euro per la mia azienda. È necessaria una manovra di maggior impatto, con una detassazione importante. Inoltre, considero urgente ridefinire la regolamentazione per i contratti a tempo determinato. Gli abbandoni senza preavviso e i turn over a cui siamo stati in esposti negli ultimi tre anni hanno messo in seria difficoltà l’organizzazione delle aziende. Anche i lavoratori, come i datori di lavoro, devono rispettare i termini di scadenza dei contratti. Il reddito di cittadinanza poteva essere la giusta misura per ridurre i tassi di povertà. Per la maggior parte delle persone, però, dovrebbe rappresentare un sostegno temporaneo a supporto di un veloce inserimento nel mondo del lavoro. Andrebbe pensata una riorganizzazione dei centri per l’impiego ottimizzando l’incontro tra domanda e offerta, monitorando poi l’accettazione dei lavori proposti”.

Valerio Duchini
Presidente e AD di B&B Hotels Italia
“La grande sfida del nuovo Governo e che noi del settore dovremmo affrontare è già palese a tutti: l’energia. È questo il tema su cui ci si dovrà concentrare in quanto priorità davvero critica per il Paese intero, imprenditori, clienti e fornitori. Tre i principali temi sui quali riteniamo sia necessario agire: lo stanziamento di sovvenzioni per le ristrutturazioni è un tema per noi fondamentale, per poter rinnovare il parco alberghiero italiano, investendo in sostenibilità e permettere di rimanere competitivi ed efficienti in tutta la Penisola. Il secondo aspetto è legato al personale. Sgravi fiscali e aiuti da parte del nuovo Governo potrebbero incentivare l’inserimento di giovani, nuove risorse, lavoratori stagionali con un potenziale aumento di stipendio, tagliando il cuneo fiscale, incentivando le aziende ad assumere trovando il giusto bilanciamento tra domanda e offerta. Il terzo aspetto è legato a una strategia di promozione e comunicazione del territorio condivisa tra tutti gli operatori del settore che possa andare ad attrarre in maniera forte i potenziali clienti. Crediamo sia fondamentale dare il nostro contributo per creare un dibattito costruttivo, che possa aiutare il nuovo Governo a scegliere i giusti strumenti di riforma, definendo le priorità, per supportare l’intero settore e la sua ripresa”.

Rossana Di Gennaro
Dirigente scolastico Istituto professionale per i servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera “Carlo Porta”, Milano
“La profonda crisi che ha colpito il settore alberghiero e della ristorazione ha avuto ripercussioni anche sulla formazione professionale alberghiera e in particolare sul settore sala e vendita bar e accoglienza, che fanno fatica a registrare un numero di iscritti sufficienti a soddisfare le richieste del mercato. Gli istituti professionali alberghieri necessiterebbero innanzitutto di avere il tempo di portare a regime la riforma del 2017, senza che subentrino ulteriori cambiamenti e riforme a rendere ancora più complesso il contesto di lavoro. È importante che qualunque intervento tenga conto anche delle differenze degli istituti alberghieri sul territorio nazionale, che nel Nord Italia sono di frequente istituti di eccellenza che devono salvaguardare non solo il livello della formazione tecnico-professionale ma anche quello della preparazione generale che è alla base della formazione di chi voglia intraprendere una carriera di successo nel settore dell’accoglienza. Chiediamo quindi di non mettere in atto riforme che abbassino il livello della nostra formazione e che venga tenuta una distinzione tra la formazione del settore erogata dalle Regioni e quella statale. Sarebbe poi importante intervenire sui finanziamenti destinati all’alternanza scuola-lavoro per consentire alla scuola, ma anche alle aziende che accolgono gli studenti in tirocinio, di disporre di tutor che seguano quotidianamente gli studenti nel loro percorso. Infine, maggiore flessibilità nel consentire la sperimentazione alla scuole in modo che possano adeguare l’offerta formativa alle esigenze delle aziende e dell’utenza del territorio”.

Ezio A. Indiani
General Manager dell’Hotel Principe di Savoia, Milano, e Delegato Nazionale Italia di EHMA
Tra le priorità del momento sulle quali il nuovo Governo dovrebbe intervenire individuo sicuramente il sostegno per ridurre i costi energetici e gli investimenti sia nel mondo scolastico/accademico alberghiero, per formare le figure professionali del mondo dell’ospitalità oggi molto carenti, che su un piano di comunicazione che rilanci le varie professionalità alberghiere, in particolare per attrarre i giovani. È necessario, poi, creare un sistema che legalizzi le mance che i clienti lasciano sulle carte di credito e tassarle a una aliquota molto bassa e alla fonte. Sul tema delle politiche del lavoro, invece, mentre ritengo necessario che ci sia una forma di sostegno a chi non ha un lavoro, credo anche che il reddito di cittadinanza crei poco lavoro vero e incentivi invece quello in nero: questo sostegno, se non abolito deve essere profondamente rivisto. Servirebbe portare ad almeno mille euro per dipendente il welfare a zero tassazione e ridurre il cuneo fiscale. Tra le priorità, c’è anche quella di scorporare gli aiuti governativi alle strutture dalla normativa europea riguardante il temporary framework e aiutare le aziende più ancora che le famiglie perché se dobbiamo redistribuire ricchezza e aiuti bisogna prima crearli. Lavorare sulle infrastrutture permetterebbe, inoltre, di favorire la movimentazione di risorse e persone. Ad esempio: strade ad alto scorrimento e autostrade, sviluppo dei treni ad alta velocità al Sud e la creazione di un network di marine in grado di accogliere anche mega yacht e organizzare al fine di fornire i servizi di lusso che i possessori di yacht si aspettano. Infine, creare un piano che coordini lo sviluppo, la nuova costruzione e soprattutto la riqualificazione delle strutture ricettive e ne garantisca standard di qualità a seconda della tipologia e categoria; aumentare gli investimenti destinati al settore e fare sì che al Ministero del Turismo sia riconosciuto un ruolo primario e fondamentale visto l’impatto diretto e indiretto che lo stesso ha sul PIL nazionale.

Nicola Risatti
Presidente e AD di Blu Hotels
“Il settore alberghiero ha bisogno, da sempre, che il Governo gli riconosca l’importanza che gli spetta e non possiamo più attendere. Al nuovo Governo chiediamo misure volte, in primis, a risolvere i grossi problemi legati ai costi energetici che c’erano già prima della guerra, ma che ora sono diventati insostenibili. In generale, poi, ci aspettiamo che si intervenga anche sulle tassazioni energetiche e di smaltimento rifiuti, che per noi spesso sono equiparate alle abitazioni private e non all’industria. È necessario, poi, intervenire sul reddito di cittadinanza che, per come strutturato oggi, allontana sempre più i giovani dal mondo del lavoro, soprattutto dal turismo, in quanto se tempo fa sceglievano proprio questo settore come prima esperienza lavorativa, ora preferiscono altre strade. Questo fenomeno sta penalizzando ulteriormente le aziende grandi come la nostra. Dal nuovo Governo ci aspettiamo piuttosto una politica volta all’adeguamento del salario minimo e meno assistenziali

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