Job In Tourism > News > Architettura e Design > La visione degli architetti

La visione degli architetti

Dall’hotel “emozionale” a nuove forme di “contatto”: le idee per l’albergo del futuro

Dall’hotel “emozionale” a nuove forme di “contatto”: le idee per l’albergo del futuro

Di Giorgio Bini, 15 Febbraio 2021

L’emergenza sanitaria ha per certi versi modificato la sensibilità delle persone nei confronti dei luoghi dell’accoglienza, ma come? Nel ripensare spazi e ambienti di hotel e strutture ricettive sono entrati in giochi tanti fattori, e uno da non sottovalutare è quello della loro progettazione e “costruzione”. Così a dare la propria visione sull’ospitalità di domani possono entrare in gioco a pieno titolo gli architetti e i designer, e ci ha pensato un brand specializzato.
Elle Decor Italia ha organizzato il convegno “Progettare la Nuova Ospitalità”, come tavolo di confronto sul cambiamento che oggi sta interessando il settore dell’hospitality. Sottolineando l’importanza della sinergia tra istituzioni, associazioni di categoria, designer e imprenditori, si sono proposte idee e nuove direzioni da intraprendere, a favore di un mondo che gioca un ruolo centrale nell’economia del Paese.
Il convegno si è inserito nell’ambito di Elle Decor Grand Hotel, la mostra-installazione nata con l’intento di riflettere sull’evoluzione costante del concetto di hôtellerie, inaugurata a novembre 2020, e sviluppata in digitale.

Progettare l’hotel di domani

Qual è il punto di vista degli architetti? Per Piero Lissoni sono importanti il legame con il territorio e la sostenibilità: “Gli alberghi per noi sono sempre state creature complesse, disegnate come multidisciplinari e multifunzionali, progettate per fare diverse cose, così come fortemente legate e interconnesse con il luogo in cui sorgono. Il tutto viene poi cucito con l’architettura. La sostenibilità è sempre stata una richiesta specifica e connaturata ai nostri progetti, dall’utilizzo dell’acqua, alla gestione delle temperature oppure l’utilizzo corretto dei materiali, così come abbiamo sempre pensato alla costante sanificazione dei luoghi e al distanziamento naturale negli ambienti”.
Patricia Urquiola, definendo i fattori per la progettazione in epoca post Covid, ha sottolineato la necessità di una maggiore integrazione tra architettura e interior design, in una compartimentazione tra spazi pubblici e spazi privati dove il verde avrà sempre maggiore rilevanza. L’idea è quella di pensare a un hotel “emozionale”, in grado di fornire esperienze per ospiti e per cittadini, supportato dalla tecnologia per l’erogazione di servizi personalizzati e capace di generare valore e lavoro per la comunità.
Sono stati chiamati in causa anche concetti ben precisi delineati dagli addetti ai lavori. Per esempio quello di “Total Design”: ne hanno parlato Lyndon Neri e Rossana Hu: “È fondamentale per noi imparare ad affrontare la condizione attuale guardando all’idea di “Total Design” proposta da alcuni dei nostri predecessori, che sono alcuni dei grandi designer e pensatori del nostro tempo”.
Matteo Thun e Antonio Rodriguez rimettono l’accento sul wellness e sulla sostenibilità, parlando di architettura e design “conscious”, ovvero consapevole, per garantire benessere fisico e mentale, favorendo la relazione tra le persone e l’ambiente. “Il nostro approccio: Timeless, Human, Simplicity”.
Patricia Viel ha ricordato che le conseguenze dello shock culturale della pandemia travolgono soprattutto il mondo delle percezioni su sicurezza, rischio, rituali di condivisione, molto meno le geometrie degli spazi o l’organizzazione delle funzioni. La sfida del progetto dovrà essere dunque quella di trovare i sostituti del contatto con l’essere umano, con il cibo, con le cose, lavorando ad una modalità di integrazione che favorisca una routine di igienizzazione che non evochi il pericolo ma la cura, trovando nuove chiavi di intimità e di comfort.
Valore è un altro concetto che torna spesso: Roberto Palomba e Ludovica Serafini hanno dichiarato che “solo lavorando su progetti di valorizzazione si può tenere conto e far così diventare valori, situazioni momentanee legate ad eventi come quello della pandemia. Con l’uomo al centro di ogni nuovo sviluppo, per rigenerare attraverso il progetto di valorizzazione il territorio e la sua economia”.

Comments are closed

  • Categorie

  • Tag

Articoli Correlati