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La taranta delle statistiche

Di Emilio De Risi, 10 Settembre 2010

Ogni estate a Carpino, nel cuore del Gargano, ha luogo uno dei più autentici festival della musica e del folclore dell’Italia meridionale: la tradizionale taranta. Autentico poiché, a differenza di altre manifestazioni più commerciali, uno degli ottuagenari grandi maestri dei Cantori di Carpino ancora infonde il suo sguardo sul festival. Similmente, solo in modo un po’ diverso, ogni estate in Italia si balla la taranta delle statistiche turistiche.
Il ballo è semplice e consiste nel saltare in modo sincopato, proprio come nella taranta, da una statistica all’altra, da un numero positivo a un saldo negativo. Chiunque possieda una base, anche minima, che consenta di creare un campione più o meno rappresentativo, si lancia in un vortice di predizioni.
Siti internet come Expedia, associazioni come Federalberghi, regioni, province, enti locali. Nessuno si fa mancare la propria indagine, la propria statistica. Il risultato? Una casba di previsioni e consuntivi che raccontano tutto e il suo contrario: turisti che partono o che restano, ospitalità alberghiera al top o nella totale disperazione. È vero che delle volte è sufficiente guardare un fenomeno da una prospettiva differente affinché cambi, ma a tutto c’è un limite.
Trovo queste indagini molto divertenti: danno un po’ di colore e incuriosiscono i lettori; ed è in questo spirito, che mi auguro vengano riportate e pubblicate dai media, sia trade sia generalisti.
Il grande problema, però, non risiede tanto nel fatto che aziende o associazioni pubblichino un’indagine sulla base della propria esperienza, ma nella totale assenza di una statistica del turismo nazionale tempestiva. In questa materia pare che l’Istat non abbia l’immediatezza per imporsi come uno strumento d’ausilio agli operatori del comparto.
Purtroppo tanto più la statistica nazionale del turismo continuerà a non avere tempi utili, compatibili con le esigenze degli operatori turistici, tanto più indagini non ufficiali, che dovrebbero essere un corollario, avranno peso importante, in quanto unico indicatore di riferimento, con il rischio di destabilizzare le scelte degli operatori.
Aspettiamo fiduciosi, sperando che la taranta l’anno prossimo diventi un quieto valzer. Se tutto questo non dovesse avvenire, se ancora una miriade di microstatistiche dovesse sommergerci, non preoccupiamoci, perché una volta ho sentito dire che nella vita esistono le piccole bugie, le grandi bugie e le statistiche.

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