Per spiegare chi era Luigi Parenti, devo obbligatoriamente descrivere come avvenne il nostro incontro. Diversamente, chi leggerà questo mio breve ricordo su di lui non potrà comprendere il messaggio di professionalità che lui avrebbe voluto trasmettere e diffondere. Conobbi Luigi, nel lontano 1976, mentre stavo frequentando la scuola alberghiera Erminio Maggia di Stresa, allora diretta da un altro nome prestigioso del turismo come Albano Mainardi. Luigi si trovava a Stresa, insieme ad altri grandi barman (Nino Cedrini, Rino Diani, Stefano Preti e Angelo Zola), in occasione dell’Iba training (importante corso di formazione internazionale per giovani barman). Incontrarlo fu una vera folgorazione: ricordo Luigi, con i suoi modi garbati ed eleganti, mai una parola fuori posto, che ci trasmetteva la passione, la classe e l’eleganza del lavoro del barman.
Passarono poi molti anni prima che io avessi modo di ritrovare Luigi, nel momento di entrare nell’Associazione italiana barman e sostenitori (Aibes): per ben due volte rinviò la mia domanda d’iscrizione, dicendomi che dovevo ancora crescere. Allora avevo già fatto un’esperienza di cinque anni all’estero, parlavo due lingue oltre all’italiano (il francese e l’inglese) ed ero stato secondo barman in hotel quali il Cristallo di Sestrière e il Royal Sporting di Porto Venere: eppure ancora non bastava. Dopo circa due anni mi ripresentai con la mia neo-assunzione da capo barman al Grand Hotel Majestic di Verbania Pallanza e una lingua in più, il tedesco: Luigi mi abbracciò e mi diede il benvenuto. Fu questo il mio esame di ingresso in Aibes. Da lì in poi, il mio rapporto con Luigi fu straordinario e, timidamente e in punta di piedi, iniziò la mia carriera.
Ma Luigi, persona solare, sempre sorridente, gentile e disponibile con tutti, fu molto amico dell’intera grande famiglia dei barman, come dimostra anche la testimonianza di Elio Cattaneo, classe 1926, che lo conobbe bene e fu anche consigliere nazionale durante la presidenza Parenti: «Per noi Luigi non era solo il presidente: era sopratutto un fratello maggiore, sempre pronto a darti consiglio e ad aiutarti giorno dopo giorno a entrare nel complesso mondo del bere, con il suo immenso amore per la famiglia Aibes. Perché questo era per lui l’associazione: una vera famiglia. E Luigi si può collocare tra i personaggi che la fecero grande. Ricordo di commissioni, di cui feci parte insieme a lui, nate per incoraggiare i giovani a proseguire la loro carriera con esperienze all’estero. Ebbene Luigi, con i suoi modi dolci e amabili, non solo riusciva sempre a convincere tutti, ma anche aiutava i ragazzi concretamente, mettendo a disposizione la propria grande popolarità internazionale per trovare loro reali posti di lavoro. Ricordo anche una tradizione, di cui Luigi era uno dei principali protagonisti: le sane e tonificanti partite a scopa che organizzatori e partecipanti ai concorsi nazionali Aibes si concedevano la sera, per scaricare la tensione accumulata durante il giorno di gare; un modo per allentare la tensione e per rinsaldare le amicizie. Noi giovani di allora, infine, amavamo sottolineare bonariamente una sua piccola debolezza: a Luigi piaceva immensamente farsi fotografare; a ogni scatto dedicato a un vincitore o a un protagonista di un concorso, a un gruppo di barman o di barlady, lui era sempre presente, felice e sorridente nella sua divisa Aibes».
La sua biografia
Nato a Milano l’11 febbraio 1915, Luigi Parenti inizia a lavorare al bar Cova di Milano, a soli 14 anni. A tale esperienza affianca ben presto quelle francesi in 5 stelle quali il Metropol di Montecarlo, lo Splendid di Aix Le Bain e il Majestic di Chamonix. Rientrato a Milano subito dopo la guerra, entra al Principe di Savoia come secondo barman, per poi passare all’hotel Villa Imperiale, sul lago di Como. Tra il 1949 e il 1950 è inoltre al Grand Hotel Excelsior di Venezia e all’Excelsior di Roma. Lavora quindi in alcuni dei migliori alberghi inglesi, per ritornare definitivamente in Italia, quattro anni dopo, ed entrare nella Compagnia italiana grandi alberghi (Ciga). È così a Palermo, all’apertura del Mondello Palace, e successivamente al casinò municipale di Venezia, per poi trasferirsi, dal 1959 al 1975, all’hotel Excelsior di Firenze, dove conclude la propria carriera di barman.
Ma Luigi fa anche parte dei 29 professionisti dell’arte dei cocktail che per primi aderiscono all’Aibes nel 1949. L’anno successivo, su incarico del presidente Pietro Grandi, prende i primi contatti con i responsabili della Ukbg, l’associazione di barman inglese, per la costituzione dell’International bartenders association (Iba), che prende effettivamente corpo nel 1951 a Torquay, in Cornovaglia, alla presenza dello stesso Parenti e di Angelo Zola. Nominato nel 1972 cavaliere della Repubblica italiana, nello stesso anno è vicepresidente Aibes, di cui diventa presidente nel 1977 dopo la scomparsa di Angelo Zola.
Una ricetta per ricordarlo
Old Fashioned: in un bicchiere tumbler basso mettere una zolletta di zucchero imbevuta di Angostura, versare un dash (4-5 gocce) di soda e disciogliere lo zucchero. Aggiungere abbondante ghiaccio cristallino a cubetti. Versare quindi 5 centilitri di whiskey Rye o Bourbon, mescolare il tutto e aggiungere ancora un dash di soda, una fettina di arancia, una scorzetta di limone e due ciliegine al maraschino.
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