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La richiesta di Fipe: accelerata sul bonus ristorazione

Gli oltre 345 milioni di euro “sul piatto” sono fondamentali per un settore messo in ginocchio

Gli oltre 345 milioni di euro “sul piatto” sono fondamentali per un settore messo in ginocchio

Di Job in Tourism, 20 Febbraio 2021

Il bonus ristorazione è fermo al palo. La denuncia arriva da Fipe. “Gli oltre 46mila imprenditori della ristorazione che hanno chiesto il contributo a fondo perduto per l’acquisto dei prodotti agroalimentari italiani non hanno ancora ricevuto quanto promesso dal governo. E questo nonostante siano passati due mesi dall’ultima data utile per la presentazione delle domande, fissata per il 15 dicembre scorso”, spiegano dalla federazione. “Chiediamo un intervento immediato da parte del neo ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli: in ballo ci sono oltre 345 milioni di euro, fondamentali per un settore messo in ginocchio dalle misure di contenimento del Covid-19. Non dimentichiamoci, inoltre, che il plafond complessivo raggiungeva i 600 milioni di euro. Queste risorse non possono essere perse, ma vanno immediatamente riallocate a sostegno della filiera agroalimentare”.
Intanto, sempre Fipe ricorda che secondo quanto indicato dal provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, dallo scorso 10 febbraio e fino al 24 febbraio si può presentare domanda tramite il portale Fatture e Corrispettivi del sito di Agenzia delle Entrate, per richiedere il contributo a Fondo perduto di cui all’art. 25 del c.d. “Rilancio”.
Di certo al settore occorrono risorse e anche un’iniezione di fiducia, che al momento sembra mancare. Lo evidenza l’ultima indagine congiunturale sulla ristorazione commerciale realizzata dal Centro Studi di Fipe e relativa al terzo trimestre dell’anno scorso: il saldo tra valutazioni positive e valutazioni negative sulla dinamica del fatturato dell’intero settore segna -39,4% con una differenza di 29 punti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In peggioramento di 42 punti sono i giudizi sull’andamento dei flussi di clientela a causa della brevità della stagione estiva e della quasi totale assenza del turismo internazionale. E naturalmente sono negative anche le valutazioni sulla dinamica dell’occupazione.
Il clima di fiducia scende a 56,1, ben 32 punti al di sotto del valore registrato un anno prima (88,2).

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