Job In Tourism > News > Hospitality > La ricetta del lusso firmata Baglioni

La ricetta del lusso firmata Baglioni

Italianità nei dettagli, attività esclusive e tutta la tradizione dei concierge «in grado di aprire le porte della città»

Italianità nei dettagli, attività esclusive e tutta la tradizione dei concierge «in grado di aprire le por

Di Massimiliano Sarti, 2 Giugno 2016

Esperienza, esperienza e ancora esperienza. Sta tutto qui il segreto del lusso contemporaneo. E i Baglioni Hotels ne sono ben consapevoli, tanto che proprio sull’offerta di attività e tour esclusivi basano una parte importante della propria proposta declinata in puro stile tricolore. L’importante, racconta l’amministratore delegato Guido Polito, è andare oltre il semplice pernottamento in camera più cena: «Ospitalità per noi vuol dire regalare esperienze di vita: un viaggio nello stile italiano attraverso la sua cultura e le sue differenti tradizioni. Per i nostri ospiti, organizziamo tra l’altro visite guidate (anche private e con accesso esclusivo), grazie alle quali chi soggiorna da noi ha la possibilità di imparare l’arte del nostro sapere fare. Mi viene per esempio in mente la Scuola del cuoio a Firenze o l’Atelier di design a Milano, ma anche le vetrerie o gli atelier di merletti di Venezia. Il tutto senza naturalmente dimenticare i nostri ospiti dai gusti più “tradizionali”, a cui proponiamo esperienze classiche come il tour delle destinazioni Baglioni in Ferrari».

Domanda. Non è facile però vincere la concorrenza delle offerte dai tratti altrettanto unici ed esperienziali delle grandi major dell’hôtellerie di lusso internazionale. Mi viene per esempio in mente il jet privato Four Seasons, che propone ai propri clienti tour esclusivi intorno al mondo…
Risposta. In pochi però possono arrivare a offrire la possibilità di realizzare un proprio blend di vino con etichetta personalizzata. Lo facciamo a Rocca di Frassinello: un’azienda vinicola toscana, situata a breve distanza dal Baglioni Hotel Cala del Porto.

D. Lo stile italiano caratterizza tutte le vostre strutture, comprese quelle all’estero. Come si traduce però tale concept in esperienze concrete al di fuori dei confini nazionali?
R. Si parte prima di tutto dallo staff, che accoglie sempre ogni ospite con un «buongiorno» rigorosamente tricolore. Non solo: al Baglioni di Londra, lo spirito italiano viene pure revocato nel nuovo ristorante Osteria60, dove lo chef Ivan Simeoli ha studiato un menu a base di ingredienti tipici della nostra cucina, come la burrata di Andria, i limoni di Amalfi, il ragù napoletano, le olive taggiasche, la ‘nduja calabrese… In generale, in ogni caso, all’estero puntiamo molto sui dettagli dalla matrice nazionale, come per esempio i tessuti, i profumi e la linea di cortesia del noto marchio siciliano Ortigia.

D. Sempre a proposito di lusso, quale sarà, a suo parere, il futuro del mercato uplevel?
R. La tecnologia diverrà sempre più importante. E gli effetti di tale evoluzione li possiamo già ampiamente vedere sui vari social media e sui blog.

D. Ci sono altri industrie in grado di condizionare la domanda high-spender globale?
R. Soprattutto i trasporti e l’enogastronomia.

D. Quale il ruolo di maggiordomi e concierge nella definizione del lusso contemporaneo griffato Baglioni?
R. I butler rappresentano il classico punto di riferimento per i nostri clienti vip, che prediligono avere un unico interlocutore con cui rapportarsi. I concierge rimangono invece tra i personaggi chiave di qualsiasi hotel: coloro che sono in grado di aprire le porte della città, svelandone i segreti da veri insider. Una volta confermata la prenotazione, i nostri concierge entrano subito in contatto diretto con gli ospiti, in modo da anticipare le loro richieste ed esigenze specifiche già prima dell’arrivo, nonché garantire un servizio attivo 24 ore su 24 fino al momento del check-out.

D. Chi sono gli ospiti degli hotel Baglioni?
R. Il 90% della nostra clientela è internazionale e ci sceglie proprio per il nostro stile inconfondibilmente italiano. La maggior parte arriva dagli Stati Uniti, dal Regno Unito, dal Medio Oriente, dalla Russia e dagli altri paesi parte della Comunità di stati indipendenti.

D. Quante lingue si parlano perciò nei vostri hotel?
R. Coerentemente con il nostro target di riferimento, il nostro personale parla inglese, russo, francese, arabo, spagnolo e portoghese.

D. Come selezionate le vostre risorse umane?
R. Alla base di tutto c’è la passione: lavorare in Baglioni Hotels significa infatti entrare a far parte di un grande progetto. E per realizzarlo assieme, mettiamo a disposizione percorsi di crescita e carriera utili a consolidare il bagaglio di conoscenze pregresse e le peculiarità di ciascuno, costruendo poi le competenze chiave indispensabili al successo della nostra missione.

D. Qual è infine il modello organizzativo del gruppo Baglioni?
R. Tutte le funzioni di acquisto, commercializzazione, revenue, marketing e comunicazione, gestione del personale, sia tecnico sia amministrativo, sono centralizzate e unificate. Al contempo, però, contiamo su almeno un referente on-property per ogni area.

L’identikit del gruppo

La compagnia nasce nel 1974, a Punta Ala, con l’apertura dell’hotel Cala del Porto. Baglioni Hotels è un progetto di famiglia sviluppato da Roberto Polito insieme alla moglie Lisa e poi ai figli. A Punta Ala, in particolare, nasce e trascorre l’infanzia Guido Polito, attuale amministratore delegato del gruppo, che al momento conta nove hotel ubicati per lo più in palazzi d’epoca nei centri storici delle più note città d’arte: sei sono in Italia, a Milano, Venezia, Firenze, Punta Ala e Roma, due in Francia, a Aix-en-Provence e Saint Paul de Vence, e infine uno nel Regno Unito, nel cuore di Londra, inaugurato nel 2004 e sviluppato direttamente dallo stesso Guido Polito.
Dal punto vista finanziario, Baglioni celebra infine un 2015 davvero positivo, conclusosi con un fatturato complessivo di 55 milioni di euro, in aumento del 18% rispetto all’anno precedente, e con un ebitda (margine operativo lordo) a quota 6 milioni. Risultati resi possibili da un’occupazione del 75% negli hotel italiani della compagnia, con il Baglioni Hotel Carlton di Milano che, trainato dall’effetto Expo, ha fatto segnare la migliore performance assoluta, grazie a un incremento del tasso riempimento camere pari a un +28% rispetto al 2014.

Gli sviluppi futuri

Aprirà durante il primo quadrimestre del 2017 la prima struttura 5 stelle lusso griffata da una compagnia italiana nel noto arcipelago situato al largo delle coste indiane: il Baglioni Resort Maldives è un progetto a basso impatto ambientale, che offrirà tra l’altro 99 camere (ville), tre ristoranti (italiano, internazionale e giapponese), nonché una piscina con bar, una spa, un diving center, il servizio butler e svariate proposte di escursioni in barca. Già chiari e ambiziosi gli obiettivi per il suo primo anno di attività, che secondo il business plan dovrebbe totalizzare un fatturato di 20 milioni di euro. Ma i progetti del gruppo con sede a Milano non si fermano certo qui e guardano anche al Medio Oriente, nonché a Parigi, Roma e ad altre metropoli europee e italiane, con l’obiettivo, in particolare, di raddoppiare presto la propria presenza internazionale.

Comments are closed

  • Categorie

  • Tag

Articoli Correlati