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“La mia Africa”: un restaurant manager italiano a Lagos

Massimo Priore racconta la sua esperienza: un’offerta gastronomica di alto livello può fungere da traino per tutto l’albergo ma è importante anche valorizzare lo staff

Massimo Priore racconta la sua esperienza: un’offerta gastronomica di alto livello può fungere da traino p

Di Job in Tourism, 30 Luglio 2021

Cosa vuol dire fare il restaurant manager oggi e vivere questa esperienza in un mercato come quello nigeriano? Riceviamo e volentieri pubblichiamo il racconto di Massimo Priore, che negli ultimi anni ha svolto questa professione a l’Eko Hotels & Suites Lagos Victoria Island presso il 1415 Italian Restaurant prima di rientrare in Italia e approdare a Roma per una nuova sfida con un grande gruppo alberghiero internazionale.

Ho passato 2 anni a Lagos Victoria Island, in Nigeria, presso l’Eko Hotels & Suites, occupandomi di tutta la ristorazione di un 5 stelle, Eko Signature. Si tratta di cinque hotel in un complesso alberghiero di oltre 950 camere aperto tutto l’anno. Inoltre, creavamo servizi di catering per eventi.
Il mio lavoro è complesso, ma affascinante, mai banale né monotono. Cerco sempre di offrire ai miei ospiti qualità, sia in termini di servizio che di offerta gastronomica. In quest’ultimo caso, la qualità è sempre più data dall’incontro di semplicità e prodotti di alto livello. La mia ricerca è rivolta a prodotti interamente a km 0, ma succede anche di dover soddisfare i desideri degli ospiti che chiedono di provare piatti italiani, e ovviamente si è sempre alla ricerca del prodotto Made In Italy, contattando le migliori aziende del Belpaese. Quanto al servizio, qualità è capire e anticipare le esigenze di tutti gli ospiti, stupirli, essere propositivi. L’ospite vuole sempre più esser seguito, sentirsi a casa, avere un’accoglienza personalizzata.
Lavorare con persone di etnie e culture diverse mi ha convinto ancora di più che impegnandosi insieme per un unico obiettivo si possono raggiungere traguardi importanti. La differenza la fa l’atteggiamento dello staff e il modo in cui gli ospiti vengono accolti e seguiti.
Oggi si parla molto di standard di servizio. Per me, gli standard sono solo il punto di partenza: cerco sempre di lasciare spazio ai miei collaboratori, li incoraggio ad andare oltre gli schemi e ad avere spirito di iniziativa per cercare di anticipare, stupire e coccolare gli ospiti.
Credo che negli ultimi 10 anni, a mio giudizio personale, si stia perdendo di vista il valore dato dai collaboratori e dai team: si potrebbe invece davvero lavorare puntando a fidelizzare lo staff, in questo modo si darebbe ai collaboratori la possibilità di crescere e magari diventare degli ottimi manager.
Un’offerta gastronomica di alto livello può fungere da traino per tutto l’albergo e aumentare le presenze e business. Questo vale anche per gli altri servizi di qualità che possiamo offrire, per esempio la spa. La scelta elevata di servizi giustifica prezzi più elevati per le camere.
Inoltre, è necessario che anche il reparto sales & marketing sia molto attivo nel promuovere le nostre attività. Cerchiamo di essere sempre propositivi e offrire qualcosa di diverso e unico per i nostri ospiti. Per esempio, oggi più che mai comunichiamo attraverso i social, ma organizziamo anche eventi (con le giuste accortezze del momento), puntiamo a invitare chef rinomati, produttori di vino, olio e ogni genere di cibo ricercato.
In Nigeria ho potuto vedere e toccare con mano il lusso estremo, tra settori come petrolio, banche e business in continua evoluzione. Per esempio è in fase di realizzazione un bellissimo progetto, Eko Atlantic. Gli investimenti dunque ci sono anche se alcune situazioni vanno a rilento e hanno tempi abbastanza lunghi di realizzazione. Consiglio a tutti di provare questa meravigliosa esperienza, che sia in Africa oppure in altre parti del mondo. Trovarsi in luoghi diversi dal solito e in contesti completamente opposti ai nostri può realmente aiutare a capire molte cose, ci fortifica ancor di più e ci rende consapevoli di quello che stiamo per realizzare. In Africa, bisogna semplicemente “ascoltare il vento caldo” e osservare tutto quello che sta attorno a noi.

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