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La formazione che verrà in tre trend

Personalizzazione, digitalizzazione e lifelong learning: sono questi i tre fattori chiave che influenzeranno il settore quest’anno e nel prossimo futuro

Personalizzazione, digitalizzazione e lifelong learning: sono questi i tre fattori chiave che influenzeranno

Di Job in Tourism, 10 Marzo 2020

Personalizzazione, digitalizzazione e lifelong learning: sono questi i tre fattori chiave che influenzeranno il settore education nel 2020, anche e soprattutto nel campo dell’hospitality. A dirlo è Benoît-Etienne Domenget, ceo del network di formazione specializzato nei settori hospitality management e arti culinarie di cui fanno parte gli istituti Glion, Les Roches e Ducasse Education.

La globalizzazione ha portato nuovi modi di vivere, lavorare e anche studiare. Secondo l’Unesco nel 2017 oltre 5,3 milioni di studenti hanno scelto di formarsi all’estero, più del doppio rispetto ai 2 milioni nel 2000. Ecco dunque tre tendenze dominanti da tenere d’occhio rintracciate proprio osservando questa generazione di studenti sempre più nomadi.

Personalizzazione
Negli ultimi dieci anni molti settori si sono concentrati sul miglioramento della client experience, per rispondere a un mercato competitivo e globalizzato in cui brand engagement ed esperienza sono elementi chiave di differenziazione. Gli studenti di oggi sono esigenti e informati quando acquistano prodotti e servizi, e hanno grandi aspettative anche nei confronti degli istituti di formazione che forniranno loro le competenze chiave per avventurarsi nella vita professionale.
Per rispondere a queste nuove richieste, molti istituti superiori stanno adottando un approccio incentrato sullo studente che modella e migliora l’esperienza di apprendimento proprio come fanno i brand per i loro clienti, creando ad esempio posizioni come quella di director of student experiences. Gli studenti si aspettano un elevato livello di servizio durante tutte le fasi della vita studentesca, dal recruiting all’ammissione e fino al coinvolgimento post-laurea. Che si tratti di esperienze formative o di vita all’interno del campus, la richiesta è che abbiano una ricaduta anche sugli altri aspetti della loro vita. Serve dunque un approccio esperienziale, all’interno del quale contano individualizzazione e personalizzazione. Secondo uno studio di Gartner (2019), oltre il 50% degli istituti di istruzione superiore inizierà a ridisegnare l’esperienza da offrire ai propri studenti con l’obiettivo di renderla più integrata e personalizzata entro il 2021.

Digitalizzazione
La tecnologia entra naturalmente in gioco anche nell’esperienza studentesca, che diventa “più attiva” attraverso interazioni integrate, mirate e più personali tra studenti e istituti che sfruttano l’uso di dati e tecnologie come l’Intelligenza Artificiale. Dall’apprendimento personalizzato, all’istruzione interattiva o al miglioramento dei sistemi educativi, la tecnologia è integrata in tutto il percorso. Uno dei suoi ruoli deve essere quello di facilitare la reperibilità dei contenuti che possono essere successivamente discussi, rafforzati e validati in un contesto collaborativo offline. Ci sono infatti situazioni e ambiti in cui l’eccellenza può essere insegnata e appresa solo attraverso le abilità pratiche. Come in ambito culinario, dove è fondamentale l’esperienza, seguendo l’esempio diretto dell’insegnante che è maestro della sua arte.

Lifelong learning
In un mercato dei talenti altamente competitivo e globalizzato, per un professionista l’apprendimento continuo è diventato ormai una necessità. In questo scenario in cui l’informatica e la tecnologia stanno rimodellando molte professioni e spingendo più persone a cambiare carriera, è fondamentale migliorare continuamente le proprie competenze o acquisirne di nuove per rimanere attraenti per i datori di lavoro. Deloitte definisce l’economia dei talenti, termine relativamente nuovo, come “un movimento umano, in cui le persone possono connettersi, condividere informazioni e diffonderle. È un modo collaborativo, guidato dalla tecnologia e a ciclo rapido di fare affari”. In una ricerca condotta da PwC emerge che il 79% dei ceo di tutto il mondo è preoccupato che il talent gap possa ostacolare la crescita futura della propria organizzazione.
“Con la trasformazione in atto nel settore dell’istruzione, riteniamo che gli istituti di alta formazione dovrebbero essere agili e collaborare con i diversi stakeholder del settore per sostenere il cambiamento in atto e co-creare il futuro dell’istruzione” – conclude Benoît- Etienne Domenget. “L’apprendimento continuo è necessario affinché le persone rimangano attrattive sul mercato del lavoro. La personalizzazione del percorso formativo degli studenti, attraverso la ricerca di nuovi metodi di apprendimento e l’offrire le chiavi per il costante miglioramento del proprio sapere, è sempre stato nel dna dei nostri istituti sin dall’inizio e saranno le nostre priorità per il tempo che ci aspetta”.

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