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La Croazia guarda fino al 2020

Di Marco Beaqua, 13 Marzo 2009

Passare dagli attuali 11,3 milioni di arrivi internazionali a 17,6 milioni entro il 2020, nonché da 57,1 milioni di pernottamenti a 80 milioni. Sono questi gli ambiziosi obiettivi del piano strategico di marketing stilato dalle istituzioni croate per la propria industria dei viaggi. «L’idea è quella di puntare a differenziare sempre più la nostra offerta», spiega l’ambasciatore del paese adriatico in Italia, Tomislav Vidosevic. «Non solo prodotti balneari, perciò, su cui comunque continueremo a concentrare molti dei nostri investimenti, ma anche proposte per il turismo congressuale e culturale, nonché per gli appassionati di sport e avventura e per gli amanti dell’agriturismo. Il tutto in una rigorosa ottica di sviluppo sostenibile. A tal fine ci concentreremo, tra l’altro, sulla promozione e sullo sviluppo dei flussi turistici verso le nostre piccole strutture a conduzione familiare e verso le destinazioni dell’interno. E l’Italia, che è il nostro principale partner commerciale internazionale, nonché il terzo mercato turistico al mondo per il nostro incoming, è sicuramente uno degli elementi fondamentali della nostra strategia futura. A riprova di ciò, è stato, tra l’altro, recentemente siglato dai nostri rispettivi governi un memorandum d’intesa volto a rafforzare la collaborazione, soprattutto in ambito economico, tra Italia a Croazia. Un accordo che non potrà che rafforzare le sinergie tra i nostri due paesi anche in ambito turistico, e che ci auguriamo possa presto essere finalmente coronato anche dall’annuncio dell’entrata della Croazia all’interno dell’Unione europea».
Ma se queste sono le prospettive, qual è l’attuale contesto in cui il mercato dell’industria dei viaggi del paese adriatico sta operando? «I dati in nostro possesso», racconta il direttore dell’Ente nazionale croato per il turismo, Klaudio Stojnic, «si fermano al terzo trimestre 2008 ma rivelano come, nonostante il calo registrato l’anno scorso da molte destinazioni mediterranee, il comparto turistico del nostro paese abbia in realtà dimostrato, durante i primi nove mesi del 2008, di essere particolarmente in salute, crescendo in termini di giro d’affari complessivo del 9,64% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un trend che si inserisce peraltro, a pieno titolo, nella più generale tendenza di fondo, che tra il 2004 e il 2008 ha permesso alla nostra industria dei viaggi di incrementare di circa il 20% il numero complessivo sia dei pernottamenti, sia degli arrivi. Certo, il 2009 si preannuncia difficile per noi come un po’ per tutti, ma i primi segnali che stiamo ricevendo sono incoraggianti e ci fanno sperare in una sostanziale tenuta del comparto».
A sostegno dell’industria dei viaggi croata proseguiranno così, anche nel corso di quest’anno, i progetti di miglioramento della rete autostradale nazionale, soprattutto lungo la direttrice nord-sud. «In particolare», prosegue Stojnic, «è in programma la costruzione di ulteriori 40 chilometri della Zagabria-Dubrovnik, che dovrebbe così giungere ormai a soli 140 chilometri dall’antica Ragusa. Ma ingenti investimenti sono previsti anche nel settore ricettivo in tutte le nostre regioni, come testimoniano le prossime aperture del Kempinski hotel Adriatic nei pressi di Umag e del 4 stelle a vocazione congressuale di Dubrovnik, Valamar Lacroma resort, nonché la prevista ristrutturazione dell’hotel Antunovic’ di Zagabria».
A quest’ultimo proposito, il progetto più rilevante è però sicuramente quello che riguarda la Brijuni rivijera. «Si tratta di quattro località situate nella parte sud-occidentale della costa istriana, dove opera una società di diritto pubblico intenzionata a ottenere a breve il diritto di costruire su un consistente numero di lotti, per poi cedere tale titolo al soggetto privato miglior offerente per un periodo di 66 anni», conclude Stojnic. «L’idea è quella di trasformare alcune strutture militari, insistenti sulla costa, in resort prestigiosi ed esclusivi. Complessivamente, da qui al 2020, il nostro obiettivo è quello di incrementare la capacità ricettiva della Croazia di circa il 6%, ma soprattutto di ridistribuire la composizione di tale offerta aumentando, in particolare, il numero di camere degli hotel di circa il 35% e contemporaneamente diminuendo, invece, quello dei posti nei campeggi e negli alloggi privati rispettivamente del 30 e del 17%. In questo modo ci attendiamo che il tasso di occupazione medio delle camere alberghiere passi dal 36% del 2007 al 50%, grazie anche all’implementazione di efficaci iniziative di marketing volte alla destagionalizzazione dei nostri prodotti. Allo stesso tempo, pure le tariffe medie dovrebbero salire, a prezzi costanti, dai 124 euro dell’anno scorso a 221 euro nel 2020».

Il turismo croato in cifre
(in milioni)
Arrivi 2004 2005 2006 2007 2008
Internazionali 7,91 8,46 8,66 9,30 9,42
Nazionali 1,50 1,53 1,73 1,86 1,84
Totale 9,41 9,99 10,39 11,16 11,26

Pernottamenti 2004 2005 2006 2007 2008
Internazionali 42,52 45,99 47,02 49,57 50,62
Nazionali 5,28 5,43 5,99 6,43 6,48
Totale 47,80 51,42 53,01 56,00 57,10

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