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La cara calda estate italiana: il punto sull’alta stagione estiva

Dall’aumento dei prezzi alle temperature torride passando per i dossier aperti sul tavolo del Ministero del Turismo: il punto sull’alta stagione italiana

Dall’aumento dei prezzi alle temperature torride passando per i dossier aperti sul tavolo del Ministero del

Di Silvia De Bernardin, 28 Luglio 2023

È un primo bilancio fatto di luci, ombre e termometro alle stelle quello che il turismo italiano può stilare a metà di questa alta, caldissima, stagione estiva. Se i numeri generali confermano infatti il consolidamento della ripresa post-pandemia avviato lo scorso anno, permangono le criticità, legate innanzitutto all’inflazione e all’aumento generale dei prezzi, che incidono sulla capacità di spesa delle famiglie. 

Il caro-prezzi

Secondo l’Osservatorio Nazionale di Federconsumatori, gli italiani che quest’anno partiranno per le classiche vacanze estive sono circa il 39%. La maggior parte (52%) opterà per un soggiorno “ridotto” di 3-5 giorni, magari presso amici o parenti. Una “prudenza” determinata da un lato dalla poca disponibilità economica e dall’altro proprio dal rincaro generalizzato dei prezzi che ha spinto al rialzo i costi delle vacanze. In primis, di quelle al mare, che continuano a essere le preferite dagli italiani: per una famiglia di quattro persone – ha stimato sempre Federconsumatori – una settimana in una località balneare costa mediamente quest’anno 5.781 euro, il 19% in più del 2022. La voce di spesa a maggior incremento è quella legata al pernottamento, con le tariffe delle camere in hotel balneari stimate a +28%. Non a caso, è in crescita l’interesse per le destinazioni montane, che costano mediamente meno e nelle quali anche gli aumenti risultano più contenuti. 

A incidere notevolmente sono anche le spese legate ai voli, tanto che ai primi di luglio Mr Prezzi – ovvero il Garante per la sorveglianza dei prezzi – ha convocato le principali compagnie operative in Italia per chiedere riscontri sulle oscillazioni dei costi dei biglietti aerei che – come denunciano da mesi sia gli operatori turistici che le associazioni dei consumatori  – continuano a registrare aumenti “anomali”, anche fino a +40%, soprattutto su alcune destinazioni come Roma, Milano, Venezia, Palermo, Catania e Cagliari. Le risposte dei vettori ai chiarimenti chiesti dal Garante sono attese per i prossimi giorni, ma è evidente che poco si potrà fare per la stagione in corso. 

Il ritorno degli stranieri

Vacanze più corte e a budget ridotto, dunque, per molti italiani (se non addirittura cancellate proprio per motivi economici), e con un progressivo spostamento sui più economici mesi spalla dell’estate, come giugno e settembre, sono alcuni dei nuovi trend dell’estate. Tendenze che non vedranno comunque diminuire di troppo la “pressione” dei flussi turistici sulle destinazioni più note, anche per l’alta domanda da parte dei mercati esteri: gli stranieri sono infatti tornati in gran numero in Italia (l’Enit ha stimato che ad agosto sarà straniero 1 turista su 3), con il forte traino esercitato dagli americani – anche grazie alla congiuntura favorevole del cambio euro-dollaro – e dal ritorno progressivo dei turisti cinesi, sul quale si poggiano molte delle aspettative degli operatori per i prossimi mesi.

Le criticità dell’hospitality

Il tema dei rincari riguarda chiaramente, anche loro, gli operatori – albergatori in primis – impegnati anche in questa stagione a trovare una quadra tra aumento dei costi, tariffe “giuste”, in grado di intercettare la domanda, e qualità del servizio offerto. Solo a fine stagione si capirà su che livelli si sarà attestato il nuovo equilibrio tra incremento dei fatturati e indici di riempimento e se e in che misura l’aumento dei prezzi delle camere che in questo momento sta trainando la crescita dell’hospitality italiana potrà essere sostenuto in futuro. 

Quello che già è evidente è che anche quest’anno gli albergatori stanno facendo i conti con una carenza di personale ormai sempre più strutturale: seppure, reduci dall’esperienza dello scorso anno, le strutture stagionali si siano mosse con il recruiting con largo anticipo, turn over e difficoltà a riempire gli staff permangono. Un tema al quale il Governo ha provato a mettere mano nelle ultime settimane con alcuni provvedimenti come il via libera con il Decreto Flussi a 40mila nuovi ingressi di lavoratori stranieri per i lavori stagionali, anche nel turismo, e il “bonus estate”, che riconosce fino a fine settembre un trattamento integrativo del 15% per il lavoro notturno e per gli straordinari. 

I temi sul tavolo

Sul tema, però, gli operatori continuano a chiedere interventi di natura strutturale che passino, in primo luogo, da sgravi fiscali e riduzione del cuneo fiscale permanenti e interventi sulla formazione per ridurre il cosiddetto mismatch tra le competenze in possesso dei lavoratori e quelle effettivamente richieste dalle aziende dell’ospitalità in questo momento. La questione – ha ribadito a più riprese negli ultimi mesi il Ministro del Turismo, Daniela Santanchè – è su tavolo del Governo. Eppure, proprio i guai giudiziari della Ministra e il vacillare della sua posizione al dicastero sollevano non pochi dubbi su cosa succederà da qui all’autunno ai molti dossier aperti sul suo tavolo, che rischiano di veder rallentati i relativi iter. Due esempi su tutti: la regolamentazione degli affitti brevi, rispetto alla quale è iniziato il confronto tra le diverse parti in causa su una prima bozza di proposta di legge del Governo, e l’applicazione della famosa direttiva Bolkestein, dopo il via libera nei giorni scorsi al sistema di mappatura dei beni demaniali, concessioni balneari comprese.

L’impatto del clima

Rimane, infine, un tema sul quale la politica e gli operatori sarebbero chiamati a una seria riflessione dopo quello al quale stiamo assistendo in queste settimane: il clima. Il caldo torrido, le precipitazioni violente, gli incendi che stanno caratterizzando l’estate italiana rendono evidente ancora una volta quanto l’Italia sia fragile ed esposta alle conseguenze del cambiamento climatico. E c’è già chi parla di come l’aumento delle temperature potrebbe impattare a breve termine i flussi turistici estivi dirottandoli dalle mete più note del Centro e Sud Italia altrove, più in alto e più a Nord, lì dove fa meno caldo. Come già per le destinazioni invernali ormai quasi più senza neve, anche per quelle estive è tempo di iniziare a pensare a come adattarsi al clima che sta caldamente cambiando anche il turismo italiano.

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