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Italia troppo cara secondo le stime del Forum economico mondiale

Di Job in Tourism, 16 Marzo 2007

Il report del Forum economico mondiale sulla competitività nel settore viaggi e turismo esamina la posizione dell’Italia, osservando fra l’altro che «Con l’ingresso nell’Unione Europea di nuovi Stati membri e con l’apertura all’occidente di Cina e India, ci si attendono fattori addizionali che promuovano viaggi di divertimento e di lavoro in Italia, anche grazie alla sua popolarità presso questi Paesi». Tuttavia l’analisi sottolinea le ragioni di rischio in materia di sicurezza e protezione: «L’infrastruttura dei trasporti via terra ottiene valutazioni basse, in particolare la qualità delle strade (49°) e dei porti (77°). Inoltre il settore viaggi e turismo non è considerato quale importante priorità per il governo (92° posto al riguardo). Pertanto, non costituisce una sorpresa il fatto che l’Italia abbia difficoltà a sfruttare pienamente il suo immenso potenziale, specialmente nel campo delle vacanze, e abbia perso terreno rispetto a Francia, Spagna e stati Uniti, scendendo dalla quarta alla quinta posizione nelle classifiche del turismo inbound (secondo l’Organizzazione mondiale del turismo). I prezzi italiani, comparativamente più elevati, hanno fatto sì che i turisti preferiscano altre destinazioni del Mediterraneo, quali Croazia, Slovenia o Grecia; specialmente destinazioni emergenti quali la Turchia (al 52° posto), il Marocco (57°) e l’Egitto (58°), continueranno a sottrarre un consistente flusso di turisti all’Italia per portarli nelle loro spiagge, grazie ai loro prezzi maggiormente competitivi».
Una valutazione, come si vede, abbastanza spietata ma anche piuttosto fondata. Difatti, secondo le stime del Wttc in collaborazione con Accenture, presentate a Berlino nel corso dell’Itb, l’Italia non è tra i Paesi con la percentuale di crescita maggiore, in accordo sotto questo profilo con l’andamento medio dell’Europa occidentale e dei cosiddetti mercati maturi: «Non c’è molto da aggiungere sull’Italia se non che si stima una crescita del 3% – ha commentato il presidente Jean-Claude Baumgarten -. È una crescita buona, ma nella norma, non ci dovrebbe essere un rallentamento né d’altro canto si attende un incremento a tasso veloce».
Baumgarten condivide il punto di vista degli esperti riguardo al mercato turistico italiano, e lo motiva specificando che «l’Italia sta diventando sempre più cara, e il prezzo è una questione importante. Ecco, questa è la sfida principale per il Paese, quale prezzi proporre, il rapporto value for money».

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