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Italia chiama Cina: gli accordi con Ctrip

Tra i protagonisti della missione di Xi Jinping nel nostro Paese anche il colosso del travel asiatico, ecco le intese con aziende e associazioni

Tra i protagonisti della missione di Xi Jinping nel nostro Paese anche il colosso del travel asiatico, ecco l

Di Giorgio Bini, 11 Aprile 2019

Politica e affari: la recente visita in Italia del presidente cinese Xi Jinping è stata per giorni sotto i riflettori, sia per i risvolti politici e istituzionali che per i racconti di “costume” sulla sua foltissima delegazione, sui suoi movimenti e sulle sue visite da viaggiatore. E proprio il tema del travel è stato tra i protagonisti della spedizione cinese: associazioni di categoria, aziende, società aeroportuali e del trasporto, sono stati tantissimi gli attori del turismo italiano, privati e istituzionali, che si sono fatti avanti per sondare le prospettive di sviluppo sul turismo tra i due Paesi. Ma, per tutti, i riflettori sono stati puntati su un nome, quello di Jane Jie Sun, ovvero la Ceo di Ctrip.com.
Di chi stiamo parlando? Fondata nel 1999 a Shanghai, Ctrip è la più grande agenzia di viaggi online dell’Asia, provider di servizi a 360 gradi, dall’accomodation ai trasporti, dai pacchetti e tour alla gestione del business travel. Un colosso del comparto Travel da 88 mld di dollari di fatturato (questo il dato 2017), e una capitalizzazione di mercato di 18 miliardi di dollari. Sono 300 milioni gli utenti registrati. Ctrip è quotata al Nasdaq.
Scopo della visita in Italia: stipulare una serie di accordi bilaterali nel nostro Paese. Ma quali sono stati i principali raggiunti?

Da Federturismo a Trenitalia: i progetti
Il mercato cinese dati alla mano avrebbe davvero un grandissimo potenziale per gli alberghi italiani: i cinesi che viaggiano all’estero appartengono a una classe media alto spendente che nel 93% dei casi nel nostro Paese sceglie il soggiorno in hotel, anche di lusso. Per questo neanche Confindustria Alberghi è voluta mancare agli incontri con la ceo di Ctrip.
“Un incontro molto importante per la nostra associazione e più in generale per il turismo italiano – ha dichiarato Maria Carmela Colaiacovo, vicepresidente di Confindustria Alberghi. Ctrip è tra i protagonisti del turismo mondiale e una “porta di accesso” fondamentale per il mercato cinese. Di gran lunga il più rilevante per prospettive di crescita nelle nostre località. L’auspicio è quello di una collaborazione sempre più stretta che favorisca la presenza dei turisti cinesi nel Belpaese”.
“L’impegno è che la firma del memorandum sia accompagnata da una strategia di promozione accurata e condivisa con tutto il sistema delle imprese che operano sul mercato”, fanno sapere da Federturismo, che è tra le realtà italiane che hanno siglato un protocollo di intesa con Ctrip.
Infrastrutture, ferrovie e porti saranno gli asset attraverso cui dovrebbe svilupparsi la cosiddetta nuova “Via della Seta”. Ed è proprio sul fronte dei trasporti che si sono siglati alcuni tra gli accordi più importanti e che hanno visto protagonisti da Sea ad Aeroporti di Roma, passando per Trenitalia: l’intesa stipulata dal gruppo punta sulla promozione e l’acquisto dei biglietti e dei prodotti ferroviari sulla piattaforma di Ctrip, con l’obiettivo di aumentare la conoscenza delle Frecce e di servizi come FrecciaLink anche presso i viaggiatori della Repubblica Popolare.

I numeri e gli ostacoli del mercato
La Cina è oggi il primo mercato per spesa turistica con 228 miliardi di euro, con una classe media emergente sempre più interessata a viaggiare e dall’alto potere di acquisto: in Italia i turisti cinesi sono la prima nazionalità del Tax Free Shopping, con il 30% del mercato.
Sono oltre 130 milioni i cinesi che annualmente si recano all’estero per turismo o per lavoro, ma di questi circa il 13% arriva in Europa e solo una piccola parte degli 1,4 milioni che visitano il nostro paese atterra direttamente nel Belpaese.
L’Italia è sempre tra i primi posti nell’immaginario del viaggio per i cinesi, ma non basta: affinché i desideri diventino arrivi reali ci sono ancora diversi nodi da sciogliere, e non si tratta solo di sviluppare i giusti strumenti culturali per interagire in modo mirato. Gli ostacoli sono anche e soprattutto pratici, come le politiche di facilitazione del viaggio, sia sul fronte dei visti che dei collegamenti aerei diretti, che avrebbero bisogno di crescere.
Sarà dunque molto interessante ora seguire gli sviluppi delle intese appena siglate.

Focus pagamenti
Per tutti gli attori del settore turismo e ospitalità che vorranno attrarre i viaggiatori cinesi c’è un elemento fondamentale su cui concentrarsi, quello dei pagamenti. Dall’app tuttofare WeChat alla piattaforma Alipay, la tendenza crescente per i consumatori cinesi è pagare online, anzi meglio via mobile. Secondo lo studio Trends for Mobile Payment in Chinese Outbound Tourism, condiviso proprio da Alipay nel corso dell’ultima edizione di Bto a Firenze, i turisti cinesi utilizzano il pagamento mobile nel 32% delle loro transazioni – superando per la prima volta il contante – e quasi il 60% dei commercianti intervistati ha registrato una crescita sia nel numero di passaggi che nelle vendite dopo aver adottato Alipay.

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