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Investire nel fotovoltaico

E Bipiemme ha lanciato un prodotto finanziario ad hoc

E Bipiemme ha lanciato un prodotto finanziario ad hoc

Di Giorgio Bini, 16 Luglio 2010

Non più un fenomeno di nicchia, ma un settore industriale con elevate potenzialità di generazione di valore e con ricadute importanti negli auspicati processi di rivitalizzazione del tessuto industriale del nostro paese. È l’industria del fotovoltaico in Italia, secondo il recente Solar energy report, realizzato dal Politecnico di Milano per fotografare lo stato dell’industria del solare nel nostro paese: un comparto in costante crescita e con grandi potenzialità, come dimostrano i dati relativi allo sviluppo dell’installato che, a fine 2008, ha fatto segnare un +380% rispetto all’anno precedente e, nel 2009, un consolidamento del +72%, per una capacità produttiva complessiva superiore ai 500 Megawatt.
Numeri, questi ultimi, che fanno del fotovoltaico italiano un’eccellenza di livello mondiale. Una posizione d’avanguardia destinata a mantenersi nel tempo, anche grazie allo sforzo delle numerose imprese del comparto delle energie rinnovabili presenti nel nostro paese, che stanno continuando a investire ingenti risorse nello sviluppo di nuove tecnologie, capaci di migliorare ulteriormente il costo di produzione dell’energia elettrica di origine solare. In particolare, al centro dei programmi di ricerca e sviluppo ci sono gli impianti a film sottile e nuove forme di building integration, destinate, secondo quanto riporta lo studio del Politecnico, a cambiare in breve tempo il modo odierno di intendere il fotovoltaico.
«Le tecnologie di prima generazione (costruite con silicio policristallino o monocristallino) raggiungono l’85% della potenza installata a livello globale», ha spiegato, in occasione della presentazione della ricerca, il direttore energy and strategy group del Politecnico di Milano, Vittorio Chiesa. «Ma gli impianti a film sottile arriveranno, già entro il 2012, a rappresentare il 34% del mercato globale, supportati, in particolare, dagli investimenti di Cina e Stati Uniti. Tale intenso sviluppo sarà determinato soprattutto dai costi inferiori di tali impianti, che richiedono meno materiale attivo e sono applicabili con maggiore facilità».
In questo contesto di crescita dell’interesse generale verso il fotovoltaico, l’industria dell’ospitalità non poteva così stare certo a guardare. E molte sono le strutture che si sono dotate o stanno provvedendo a dotarsi di impianti per generare energia direttamente dal sole. I vantaggi, in questo caso, sono di doppia natura: un sensibile contenimento dei costi per complessi tradizionalmente assai energivori, accompagnato da un aumento dell’appeal delle stesse strutture ricettive in un mondo sempre più caratterizzato da una diffusa coscienza eco-sensibile.
Certo, i costi per l’installazione di un impianto a energia solare continuano a rappresentare un ostacolo per gli albergatori intenzionati a dotare la propria struttura di sistemi fotovoltaici. Ma proprio per questo motivo, alcuni istituti di credito hanno sviluppato prodotti finanziari ad hoc, pensati appositamente per aiutare le imprese a realizzare i propri investimenti nel campo delle energie rinnovabili. Il gruppo bancario Bipiemme (che fa capo alla Banca popolare di Milano e comprende anche la Banca di Legnano, la Cassa di risparmio di Alessandria e la Banca popolare di Mantova), per esempio, ha ideato il «credito fotovoltaico»: un prodotto pensato soprattutto per le esigenze delle piccole e medie imprese, che permette di ottenere un finanziamento fino al 100% dell’investimento necessario, rateizzando il pagamento fino a un massimo di 180 mesi. «Si tratta di somme che si aggirano tra i 20 mila e i 100 mila euro», dice il direttore prodotti e marketing Bipiemme, Claudio Casaletti. «Cifre che anche quando l’investitore si trovi nelle condizioni di dover direttamente consumare parte dell’elettricità autoprodotta, come nel caso degli albergatori, possono arrivare a garantire rendimenti del 5-6% per circa 20 anni». Il tutto, grazie a una serie di incentivi che garantiscono per due decadi la remunerazione dei kilowattora di energia prodotta, insieme alla possibilità di rivendere alle società elettriche locali l’energia in eccesso al proprio fabbisogno.

Un esempio di finanziamento
Per dare concretezza ai concetti astratti, ecco un piccolo esempio di finanziamento Bipiemme, recentemente erogato, in base ai canoni del prodotto «credito fotovoltaico», a un’impresa agrituristica intenzionata a realizzare un impianto fotovoltaico da 10 chilowatt, totalmente integrato sul tetto dello stesso agriturismo e con la previsione di auto-consumare tutta l’energia prodotta.
Un impianto del genere, dal costo di 45 mila euro, genera, come ha rivelato la stessa Bipiemme, incentivi annui per 5 mila euro e permette di far risparmiare al cliente 2 mila euro all´anno di energia elettrica. L’intervento della banca ha così previsto un finanziamento specifico al 100% in 11 anni, la cui rata annua (4.650 euro) è destinata a essere abbondantemente coperta dagli incentivi statali. Fino al rimborso totale del finanziamento, il cliente, in particolare, dovrebbe avere un guadagno annuo di 2.350 euro, mentre per i successivi nove anni il guadagno dovrebbe salire a 7 mila euro.

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