La sostenibilità è ormai patrimonio comune e condiviso.
Sia essa declinata nel campo delle attività produttive e della finanza, sia nella vita quotidiana di ognuno di noi.
Non è da oggi che se ne parla, ma il vero “salto di qualità” è avvenuto nel 2015 con l’adozione da parte di 193 Paesi di tutto il mondo dell’Agenda 2030 dell’ONU. Un cambio deciso di paradigma dove sostenibilità, da quel momento, non sarà più intesa come tema legato esclusivamente all’ambiente ma abbraccerà gli aspetti sociali, economici, di governo. Insomma, gli obiettivi di sostenibilità riguardano tutti i momenti della vita dell’uomo sul Pianeta e la vita stessa della Terra.
Attraverso l’Agenda 2030 sono stati fissati 17 SDGs (Sustainable Development Goals), in sostanza gli obiettivi che andranno raggiunti affinché la vita di ognuno, le attività economiche e produttive, lo sviluppo sociale possano essere durature, sostenibili e compatibili con le esigenze del Pianeta.
Come spesso succede la società, il mondo produttivo e scientifico sono più avanti rispetto alla politica.
In questo senso il settore del Turismo, dell’ospitalità, del food prima d’altri ha compreso che investire in sostenibilità non era solo necessario per contribuire al contrasto ai cambiamenti climatici – che tanto impatto hanno sulle attività turistiche -, per far crescere la cultura del riciclo, per combattere lo spreco alimentare, per sostenere la conversione energetica. Il settore del turismo è stato tra i primi a comprendere che sostenibilità è anche business, che investire in sostenibilità non fa bene solo alla brand reputation ma fa bene anche ai bilanci.
L’Istat nel suo rapporto annuale 2019 ha certificato che le aziende italiane – complessivamente di tutti i settori- che hanno investito in sostenibilità hanno migliorato le proprie performance economiche. Ad esempio, il rapporto certifica che la produttività del lavoro cresce con l’aumentare del grado di attenzione della sostenibilità ambientale e sociale dell’impresa, che l’efficienza cresce sino al 15%, che i fondi e il mondo della finanza prediligono sempre più investimenti green (si calcola che ad oggi gli investimenti sostenibili nel mondo abbiano raggiunto la ragguardevole cifra di 31 trilioni di dollari).
Le aziende dell’ospitalità e in generale del Turismo hanno fatto ancora di più: si sono dotate di un proprio framework statistico per misurare il ruolo del turismo in un’ottica di sviluppo sostenibile che comprenda le dimensioni economica, sociale e ambientale, arrivando alla sperimentazione di un conto economico integrato con quello ambientale.
Avremo modo di approfondire ulteriormente questi aspetti, qui si voleva solo ricordare agli attori di un settore vitale dell’economia nazionale come quello del turismo e dell’ospitalità che innovazione e sostenibilità vanno a braccetto con fatturato e produttività.
Fabrizio Garavaglie è Direttore responsabile della testata Job in Tourism
Sustainability has become a common and shared heritage, whether in the domain of business and finance, or in the daily life of each of us.
It is not a new topic, but the actual quality leap took place in 2015, when 193 countries of the world adopted UN Agenda 2030. It was a definite shift in paradigm as, starting from that moment, sustainability would no longer be viewed as an issue only related to the environment, but as encompassing social, economic and governance aspects. In short, sustainability objectives impact on every aspect of human life on the planet, and the very life of the Earth.
The 2030 Agenda for Sustainable Development established the 17 SDGs (Sustainable Development Goals), which are the goals to be reached in order to ensure that everybody’s life, economic and production activities and social development may be lasting, sustainable and compatible with the planet’s needs.
As often happens, the world of production and science is more advanced than the world of politics.
In this respect, the sector of tourism, hospitality and food has sooner than others understood that investing in sustainability is not only necessary to help counteract climate change and its great impact on tourism activities, to foster a recycling culture, to fight food waste, and to support energy conversion. The tourism industry was among the first to realise that sustainability also means business, and investing in sustainability is not only good for brand reputation, but also for finance
In its Annual Report 2019, Istat certified that the Italian companies of all economic sectors that invested in sustainability did in fact improve their economic performance. The report confirms, for example, that work productivity improves in relation to a company’s attention for environmental and social sustainability, efficiency incresases up to 15%, funds and financial investors have an increasing penchant for green investments (as of today, sustainable investments in the world are reckoned to have reached the respectable amount of 31 trillion dollars).
Hospitality companies and tourism enterprises in general did even better: they developed their own statistical framework to measure the role of tourism in a perspective of sustainable development including the economic, social and environmental dimensions, and have been able to experiment with an income statement integrated with the environmental statement.
We will have more opportunities to discuss these issues; I just meant to remind the players of such a vital sector of the national economy as tourism and hospitality, that innovation and sustainability walk arm in arm with turnover and productivity.
Fabrizio Garavaglia is Editor-in-chief of Job in Tourism magazine
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