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Interessante storia d’altri tempi

Di Andrea Mastellone, 20 Luglio 2001

La corsa alla specializzazione turistica è iniziata da tempo ed i tanti istituti alberghieri, università, college, propongono moltitudini di certificati, attestati, corsi, riconoscimenti, lauree brevi e complete, master e quant’altro, attirando stuoli di giovani che con la certezza di un futuro sicuro si affacciano nel mondo del turismo. Tutto questo fa sicuramente bene, apre facilmente le porte alla carriera e crea nei giovani quella cultura del management di cui questo comparto ha tanto bisogno. D’altro canto esistono realtà diametralmente opposte, che vedono imprenditori ottenere grandi risultati senza le conoscenze tecniche acquisite sui banchi di scuola a dispetto dei molti che ritengono il passaggio attraverso l’istruzione specialistica essenziale per ottenere risultati.

E questo il caso dil Antonino Colonna noto albergatore di Sorrento che ha fatto dell’hotellerie e del turismo una ragione di vita. Nessun titolo di studio, dice lui, ma la gente che mi conosce mi fregia di un grande titolo ” La laurea della strada”. 80 anni suonati e primo di dodici figli, Antonino inizia giovanissimo nell’osteria del papà che a quei tempi, spiega il Cavaliere, venivano chiamate bettole. Era una battaglia giornaliera tra vecchi cocchieri ubriaconi ed uomini di malaffare che all’epoca imperversavano nella splendida cittadina campana. Intanto la guerra era iniziata ed Antonino viene reclutato tra i “Leoni della Folgore” Combatte in Africa e viene ferito, erano i periodi in cui si scrivevano leggendarie pagine di storia. Churcill in persona, racconta Antonino, ordinò ai suoi uomini di riservare al battaglione di arditi, che nel frattempo era caduto prigioniero, l’onore delle armi Alcuni riescono a fuggire e con una nave militare Antonino ritorna in Italia. Insieme al padre ricomincia l’avventura turistica. Prende in gestione una locanda albergo la ” Villa Pollio” che viene immediatamente sequestrata dagli alleati che intanto erano entrati in Italia. I pochi danari rimasti non gli bastano neanche per vivere ed Antonino si inventa il catering. Aveva comprato tutta l’attrezzatura necessaria per organizzare ricevimenti a domicilio, racconta, e questo business diventava sempre più grande. Antonino adocchia una vecchia villa che era appartenuta ad una dinastia di conti russi, che al momento era in disuso e pensa di farci un albergo. Rintraccia il proprietario e gli chiede se era disposto a cederla ed a ricevere il compenso pattuito man mano che si sarebbero realizzati i profitti e questi accetta.

Con la fedele moglie Emma, iniziano l’avventura dell’hotel La Pace. Erano tempi duri, racconta, la mattina bisognava andare in strada trovare qualche cliente in cerca di alloggio, i turisti tedeschi erano rari e quando si riusciva a conquistarne uno, era una evento. Era una sera di settembre racconta Antonino, quando vedo una bella macchina cabriolet varcare il cancello d’ingresso dell’albergo. Dall’auto scende una coppia di distinti tedeschi che mi chiedono una camera e un pasto caldo. Una vera fortuna di quei tempi, chi se lo poteva immaginare. I due signori cenano e vanno a dormire. L’indomani, dopo la colazione chiedono del titolare e si complimentano per i servizi ricevuti. Le andrebbe di lavorare con comitive tedesche chiede il distinto signore, la risposta non poteva essere che si. Questo personaggio era nientedimeno che il Dott. Tigges colui che da li a poco avrebbe fondato quel grande impero turistico che oggi si chiama TUI. Credo di essere stato tra i primi in assoluto, se non il primo ad allacciare contatti con il Dottor Tigges ed ancora oggi quando mi reco a Kiel, i grandi direttori generali mi accolgono sempre a braccia aperte.

Intanto gli affari vanno bene e con grandi sforzi Antonino inizia quella che sarà la sua più grande conquista, la costruzione dell’Hotel Gran Paradiso.

L’ho costruito con le mie forze, tuona raggiante il vecchio leone, non ho avuto bisogno di nessuno, l’unico aiuto e stata la forza che mi ha dato Dio. Spesso mi soffermo nel giardino dell’albergo e guardo questa struttura poi mi chiedo come ho fatto a realizzare tutto ciò. Oggi l’Hotel Gran Paradiso è un bellissimo albergo 4 stelle da 230 posti letto immerso nella fantastica cornice del golfo di Napoli. Alla mia età gestisco ancora tutte le operazioni giornaliere, non né posso fare a meno, è troppo forte il legame che mi vincola a questa azienda ed a questo lavoro. Se dopo la morte potessi rinascere rifarei decisamente questo mestiere che ritengo tra i più belli al mondo. Ai giovani che si avvicinano al modo del turismo, e dell’albergo in particolare, consiglio di frequentare una scuola alberghiera, di specializzarsi e di imparare le lingue. A me è mancato il supporto delle conoscenze tecniche senno chissà dove sarei arrivato. Ho circa 70 anni di mestiere e di cambiamenti ne ho visti tanti, il turismo attuale è diverso da quello che conoscevo io. La gente oggi prenota, domani parte, è molto esigente e conosce il prodotto, bisogna essere attenti e fargli percepire che il valore dei soldi spesi per la vacanza è ben equilibrato. Al Gran Paradiso diamo molta importanza ai dettagli ed al servizio personalizzato: la nostra cucina nazionale ed internazionale alternata alla cucina regionale campana è curata nei particolari ed io stesso tutte le mattine mi reco ancora al mercato per

selezionare i prodotti migliori. Spesso sento parlare di marketing di strategie, di information technology io non so neanche cosa siano, purtroppo non ho studiato, ho fatto fino alla quinta elementare, ma quello che so per certo e che se il cliente è contento molto spesso ritorna e che parte del valore della mia azienda è dato dalle persone che ogni anno ritornano, ma anche da tanti fedeli collaboratori che hanno iniziato la carriera con me in questo albergo. Ho clienti che vengono da 30 anni e dipendenti che lavorano per me da eguale tempo, per loro, rincontrarsi, è sempre come la prima volta. Non debbo inventami niente, qualità e coerenza è questa la mia ricetta.

Al Gran Paradiso si respira un’aria di sana gestione economica, si percepisce la grande esperienza e la saggezza che questo maestro dell’hotellerie ha saputo trasmettere a tutto l’ambiente. Atmosfera soft e toni ovattati, il tutto in un ambiente estremamente sereno e rilassato. Al mattino quando chiediamo il conto, stranamente non sentiamo il ” print” della stampante, poi ci chiediamo come mai non hanno i computer ed il distinto portiere conferma la nostra sensazione : al Gran Paradiso si fa ancora tutto a mano, dall’amministrazione alla “main courante” tutto come una volta. Davvero storie d’altri tempi.

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