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Inserzioni: comunicare al meglio

Di Antonio Caneva, 16 Febbraio 2001

Sono ormai alcuni anni che non vado più alle riunioni del condominio in cui abito. Uno dei condomini, un architetto, quando era a corto di argomentazioni, con petulante ripetitività, ricordava,: “si vede che devo rivedere tutto se con tre lauree e docenza all’Università, non riesco a farmi capire qui…!” Il punto è questo: è sufficiente la volontà di comunicare ed una base culturale per riuscire a trasmettere le proprie idee, nei termini desiderati? Avevo già deciso di scrivere queste brevi note sull’argomento e casualmente, camminando tra gli stand della BIT, ho incontrato uno dei maggiori esperti in Italia di ricerca e selezione di personale per strutture turistiche. Chiacchierando, siamo caduti sull’argomento e mi ricordava appunto l’importanza nelle inserzioni sia della forma che della sostanza. Pubblicare inserzioni è comunicare, spesso però si sottovaluta la portata del messaggio che si vuole diffondere. Talvolta, nei testi delle inserzioni, si riscontrano delle situazioni opposte: operazioni di marketing verso i lavoratori che danno l’impressione di proposte di vacanze anziché di lavoro, suscitando sconcerto, altre che non danno alcuna indicazione e non forniscono elementi di valutazione, lasciando il lettore nell’indifferenza. Attraverso il testo dell’inserzione, poche parole, si deve trasmettere al lettore, che sovente non ci conosce, una serie di informazioni che producano immediatamente una selezione, indirizzando verso l’inserzionista la controparte desiderata, esattamente quella, sia essa azienda o lavoratore. Noi stessi, pur svolgendo questa attività come professione, dando per scontato alcuni elementi, con una comunicazione poco chiara, siamo incorsi accidentalmente in un contrattempo. Avevamo indicato in un box, vicino ad un articolo su una società di lavoro interinale: “Dal giorno 30 novembre al 3 dicembre saremo presenti allo stand A12 al SIA di Rimini.” Davamo per scontato che, poiché eravamo noi che scrivevamo, si assumesse che si trattava di Job in Tourism. Così non è stato, la quasi totalità dei lettori ha interpretato che, al SIA, ci sarebbe stata quella società di lavoro interinale, interpellandola per prendere appuntamenti. Da allora siamo molto più attenti, anche alla comunicazione più banale. E certamente banale non è reperire le migliori risorse per le proprie necessità; questi sono periodi felici per il turismo, ma di competitività crescente, che impone la massima attenzione a tutti i passaggi dei processi produttivi; accontentarsi, come collaboratori, di figure non adeguate per evitare l’impegno di una ricerca appropriata, può essere una scelta non pagante.

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