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Industria in movimento

Non si può più trascurare il fattore emozionale

Non si può più trascurare il fattore emozionale

Di Giorgio Bini, 29 Luglio 2011

In tema di meeting ed eventi, le aziende, oggi come ieri, sono sempre alla ricerca di quel valore aggiunto capace di rafforzarne l´immagine e l´identità, all´interno e all´esterno, nonché di migliorare performance e competitività. «Il vero cambiamento, allora, va ricercato nel modo di fare comunicazione, che oggi è diventato trasversale, in un percorso che unisce senza soluzione di continuità It, spazi meeting e banqueting», spiega uno dei docenti del master Sesef di Londra, Olimpia Ponno. «Il leitmotiv di ogni evento si traduce così in concetti come la condivisione, l´esperienzialità e l’interazione, perché cresce la consapevolezza che il valore dei meeting è nelle persone coinvolte. Sia che si tratti di comunicazione online od offline, sia che si parli di eventi ibridi, live o virtuali, il fattore emozionale-esperienziale non può, insomma, più essere perso di vista».
Le nuove sfide dell´industria degli eventi hanno così comportato «l´apertura della nostra disciplina a nuovi modelli e processi di business legati a comparti industriali diversi», racconta sempre Ponno, che è pure educator & trainer, communication & marketing consultant e vice president membership Mpi Italia Chapter. «Le parole chiave, in questo caso, sono contaminazione, partenariato e rete: ossia la condivisione di tendenze, ricerche, sfide e opportunità di mercato in ambiti professionali differenziati. Un percorso peraltro connaturato alla stessa meeting & events industry che, per definizione, è trasversale a tutti i settori imprenditoriali, in misura diversa a seconda delle dimensioni, dei budget, della cultura e delle mission aziendali».
È un´industria in movimento, quindi, quella degli eventi e della banchettistica contemporanea, che guarda con attenzione anche al tema delle politiche sostenibili. «Gli eventi ibridi e virtuali, per esempio, sono in costante crescita non solo per i vantaggi che garantiscono in termini di ottimizzazione di tempo e costi, ma anche per il loro valore green. Per quanto riguarda la banchettistica, in particolare, si richiede sempre di più l´adozione di politiche sostenibili, con l´utilizzo di materie prime di qualità a chilometri zero, di prodotti bio e di stagione, di detergenti ecologici, di piatti e stoviglie biodegradabili e compostabili, nonché di posate monouso. Ma anche di servizi a impatto zero, che comprendano la raccolta differenziata dei rifiuti e la disponibilità di veicoli di trasporto non inquinanti».
Tra le tecniche più avanzate del momento spicca invece lo space control management: una sorta di traduzione per il comparto meeting & eventi del più tradizionale revenue management alberghiero. «In questo modo ci si concentra sugli spazi disponibili o invenduti all´interno e all´esterno di una location e si parla di contributo per metro quadrato», riprende Ponno. «In funzione dell´uso che se ne fa, del numero dei partecipanti, dell´allestimento, della data e degli orari, il ricavo generato dall’affitto di un determinato metro quadrato di spazio eventi può infatti essere assai diverso. Senza dimenticare che, come per le camere invendute, la deperibilità del prodotto superficie meeting è pressoché istantanea».
Ma quali competenze deve avere, e quale percorso deve intraprendere, un giovane studente per diventare un buon professionista del settore? «Nel nostro settore, per la verità, non esiste un albo professionale, né un unico percorso di studi», conclude Ponno. «Sono molte, invece, le discipline afferenti alla meeting industry, tra cui sicuramente si annoverano l´antropologia, la neurologia, la sociologia, la biologia e le scienze cognitive. Un giovane allievo, indipendentemente dal suo background culturale, dovrebbe perciò iscriversi a una community internazionale professionale di settore, come la stessa Mpi, per poi intraprendere un percorso di sviluppo e confronto a 360 gradi. Per quanto concerne le competenze, infine, è appena uscita la guida internazionale "The meeting and business event competency standards”, del Canadian tourism human resource council, che fornisce, per le 12 categorie professionali della meeting & event industry individuate, le 33 skill principali, e subskill relative, riconosciute a livello mondiale come standard di carriera per ogni livello e profilo».

Un master Sesef dedicato alle competenze più richieste dal mercato
www.sesef.net

Il master in congress management e marketing degli eventi, giunto ormai alla sua dodicesima edizione, è l´unico, nel panorama formativo italiano, a essere patrocinato da Mpi (Meeting professionals international) e i cui moduli didattici sono strutturati ripercorrendo totalmente i contenuti del manuale del Convention industry council. Organizzato dalla Società europea per i servizi e la formazione (Sesef), il corso ha come obiettivo quello di creare le specifiche competenze manageriali, che le aziende richiedono quotidianamente ai professionisti dell´organizzazione di eventi, delle relazioni pubbliche e del marketing. Il master, che si terrà a Londra a partire dal prossimo mese di ottobre, prevede un numero massimo di 35 partecipanti e avrà una durata totale di cinque mesi per 800 ore complessive così suddivise: 150 ore di lezioni d´aula; 150 ore di studio individuale e preparazione di una tesina; 500 ore (tre mesi) di stage. La società organizzatrice, la Sesef (associata Asfor – Associazione italiana per la formazione manageriale) ha come mission principale la progettazione, l´erogazione e la realizzazione di attività di alta formazione. E la certificazione di qualità e l’accreditamento Formatemp sono solo alcuni dei riconoscimenti ottenuti da Sesef nel corso degli anni, che ne testimoniano la qualità di progetti e servizi.

Le professionalità emergenti

«Molte aziende oggi non sono ancora consapevoli delle nuove professioni della meeting industry, né di quali funzioni avrebbero veramente bisogno per ottimizzare risorse e ritorno sull´investimento. Ma presto l´evidenza delle cose renderà chiaro quali figure oggi possono realmente fare la differenza». È ancora Olimpia Ponno a tracciare un sintetico profilo delle professionalità emergenti del comparto degli eventi: una serie di ruoli innovativi atti a rispondere a tutte quella esigenze sorte a seguito dei più recenti sviluppi della disciplina. Eccone un breve elenco:
• Il meeting destination manager si occupa del posizionamento strategico, della qualificazione e della promozione di strutture e infrastrutture a vocazione congressuale e incentive in una destinazione sostenibile;
• Il meeting & event designer disegna contenuti strategici e format in funzione degli obiettivi aziendali e delle esigenze dei partecipanti;
• Il risk manager si occupa della gestione integrata dei rischi e delle correlate opportunità per l´azienda, a supporto della razionalizzazione dei costi di gestione e dell´allocazione strategica delle risorse;
• Lo stakeholder manager è responsabile del sistema di relazioni che l’organizzazione intrattiene con l’ambiente e il territorio: con tutti gli stakeholder, cioè, portatori di interessi diretti e indiretti per l´impresa e i suoi progetti;
• L´e-business development manager si occupa di e-business e di e-commerce quali strumenti di customer relationship management, attraverso web, social media, strumenti mobile e canali multimediali;
• Il csr manager è responsabile delle politiche di sostenibilità dell’impresa: dalla salute dei dipendenti alla tutela della biodiversità;
• Il diversity manager è responsabile del comportamento organizzativo e del complesso delle relazioni culturali dell´azienda, non soltanto di genere;
• Il professional mediator è in grado di gestire efficacemente contenziosi e conflitti tra le parti, orientandole verso la soluzione ottimale.

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