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In una Boston a misura d’uomo

Di Marco Beaqua, 8 Dicembre 2006

A Boston, dopo più di 18 anni di ininterrotto lavoro, è stato quasi portato a termine uno dei più grandi progetti di ristrutturazione urbanistica di tutti gli Stati Uniti: il Big Dig, un complesso sistema viario costato circa 15 milioni di dollari e lungo più di 12 chilometri, di cui circa metà sotterranei. L’intervento ha consentito di eliminare la Central artery, separando con una colata di cemento il centro di Boston dal suo waterfront. Boston ha cambiato completamente volto, scoprendosi più bella e più vivibile. Il Big Dig ha permesso la riqualificazione di interi quartieri, come il South Boston waterfront district, oggi una delle più appetibili aree edificabili degli interi Stati Uniti, ma fino a ieri decadente paesaggio post industriale, dove binari abbandonati intrecciavano il loro corso con squallidi parcheggi da periferia suburbana. L’abbattimento, poi, dell’arteria centrale ha permesso il recupero di più di 120 ettari di aree urbane, per gran parte destinate a parco. È del 2004 l’inaugurazione dei lavori per la Rose Kennedy Greenway, serie di giardini pubblici destinati a prendere il posto di parte della vecchia sopraelevata. Altri interventi hanno riguardato i quartieri attorno al Charles River, al Fort Point Channel e a tutto il fronte del porto. Qui sono state realizzate aree verdi, zone pedonali e nuove infrastrutture monumentali come il Leonard P. Zakim Bunker Hill Bridge, con la sua originale struttura asimmetrica sorretta da due torri di 90 metri a forma di Y rovesciata.
Ciliegina sulla torta, l’apertura nel giugno 2004, proprio a South Boston, del nuovissimo Boston convention & exhibition center: quasi 50 mila metri quadrati di aree espositive, fornite delle più avanzate tecnologie per il congressuale. Molti dei più importanti gruppi alberghieri del mondo si sono così accorti delle potenzialità sottese a tale riassetto urbanistico e hanno investito ingenti risorse per conquistare le migliori location. Soprattutto il waterfront, tra ristrutturazione dei moli, nuovi edifici come l’avveniristico museo d’arte contemporanea Ica che verrà inaugurato proprio in questi giorni, e tanti recentissimi alberghi, è una realtà in continuo divenire, i cui contorni si stanno ancora disegnando.
Tra il 2002 e il 2005 hanno aperto i battenti ben 16 nuovi alberghi, mentre gli hotel già esistenti hanno investito qualcosa come 340,7 milioni di dollari in lavori di ristrutturazione e ammodernamento. Quest’anno, in giugno, è stato inaugurato il Westin Boston Waterfront Hotel. Costato 204 milioni di dollari, prossimo al nuovo centro congressi della città, è un albergo dalla chiara vocazione Mice, dotato di quasi 3 mila metri quadrati di spazi meeting e di 793 camere. A breve, anche InterContinental aprirà un nuovo albergo up-scale affacciato sulla baia di Boston. Dall’architettura raffinata, con eleganti vetrate che si specchiano sull’oceano, l’hotel vuole diventare un nuovo segno distintivo dello skyline della città. Un investimento di 310 milioni di dollari per una struttura di 424 camere, che sfrutta appieno le nuove potenzialità offerte dal riassetto urbanistico, circondato com’è da una parte dalla rinnovata baia di Boston e, dall’altra, dalla nuova Rose Kennedy Greenway. Interessante, poi, l’esperimento che prevede la riconversione della vecchia prigione di Charles Street in un albergo di lusso con 300 camere, incluse dieci suite con vista panoramica sul Charles River. Il progetto, costato 120 milioni di dollari, dovrebbe essere completato entro la prossima estate.
Il gruppo Marriott ha scelto invece il quartiere di South Boston per il suo nuovo Renaissance Waterfront Hotel, che dovrebbe aprire a fine 2007. Sempre al termine dell’anno prossimo, non molto lontano dalla location dell’InterContinental, sorgerà il Regent Hotel, struttura dotata di 150 camere full-service e 103 condomini residenziali. Infine, per il 2008 è prevista l’apertura di un Mandarin Oriental all’interno del complesso polifunzionale del Prudential Center, nel quartiere à la page di Back Bay.
La città sta scoprendo lentamente le sue rinnovate potenzialità, soprattutto dopo la crisi che ha colpito il settore turistico dopo l’11 settembre 2001. È molto significativo, però, che le stime relative al numero dei visitatori registrati nella Boston Dma (Designated market area), una regione che comprende parte di Massachusetts, New Hampshire e Vermont, testimonino un incremento costante: durante il 2005, nell’area si sono recati 17,6 milioni di viaggiatori contro i 14,56 del 1999.
Certo, per quanto riguarda la sola città di Boston, il flusso di turisti stranieri non ha ancora raggiunto i livelli pre-2001 ma, nel complesso, le previsioni per gli investitori alberghieri non possono che essere rosee.

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