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Il turista enogastronomico è anche green

Nelle esperienze di viaggio cresce la ricerca di sostenibilità, anche intesa come responsabilità sociale ed economica

Nelle esperienze di viaggio cresce la ricerca di sostenibilità, anche intesa come responsabilità sociale ed

Di Job in Tourism, 28 Ottobre 2021

I turisti enogastronomici desiderano partecipare a esperienze sostenibili, che si connotino sia per un approccio green che per l’essere responsabili socialmente.
Quest’ultimo aspetto della sostenibilità è particolarmente apprezzato con il 77% di chi viaggia con motivazione enogastronomica che si dichiara più propenso a visitare un’azienda di produzione se questa ha in essere progetti di sostegno alla comunità locale. Vi è, dunque, spazio per creare proposte coerenti, che, partendo dai valori dell’impresa – sia essa un’azienda di produzione, un tour organizer o un’organizzazione di eventi –, si traducono concretamente nell’esperienza che il turista si appresta a vivere.
È quanto emerge dal rapporto “Turismo Enogastronomico e sostenibilità” di Roberta Garibaldi, docente all’Università degli Studi di Bergamo, esperta di turismo enogastronomico e di fresca nomina ad amministratore delegato di Enit.
Il rapporto evidenzia quanto la sostenibilità sia divenuta oggi sempre più un driver di scelta non solo della meta, ma anche dell’esperienza enogastronomica.

I punti chiave
Per quanto concerne la sostenibilità ambientale, tutti i turisti gradiscono anzitutto se l’esperienza enogastronomica adotta un approccio green nella gestione dei rifiuti (79% tra i turisti enogastronomici, 73% per i generalisti) e degli imballi (76% vs 67%). A seguire, l’utilizzo di carta riciclata per locandine e brochure (74% vs 66%), l’approvvigionarsi da fornitori che adottano pratiche di agricoltura biologica e/o biodinamica (72% vs 60%) e l’evitare l’uso della plastica (70% vs 64%). Anche la presenza di sistemi di trasporto eco-compatibili per raggiungere l’evento, l’azienda, il punto di partenza del tour (69% vs 66%) è un’opzione assai gradita.

Politiche etiche
Passando alla sensibilità e responsabilità sociale ed economica, anch’essa oggi importante driver di scelta, l’adozione di politiche etiche è l’aspetto maggiormente considerato nel caso di esperienze nelle aziende (76% tra i turisti enogastronomici, 64% per i generalisti). Seguono la possibilità di vivere esperienze a stretto contatto con i produttori, proposte, queste indicate dal 71% dei turisti enogastronomici e dal 60% dei generalisti: per esempio con la vendemmia e la raccolta delle olive, che dall’essere momenti di lavoro possono trasformarsi, se opportunamente ripensati, in esperienze turistiche, che consentono al turista di essere protagonista e di accrescere la propria consapevolezza del prodotto e di tutto ciò che ruota intorno a esso, spesso la parte meno nota.
Per tour ed eventi, invece, è importante che siano a filiera corta. È ormai noto il desiderio di fare degustazioni di prodotti locali e/o biologici, acquistare souvenir e specialità delle aziende del territorio da parte di chi viaggia.

Focus su occupazione e reddito
Gli italiani sembrano essere dunque consci di cosa significa turismo sostenibile. E, quindi, delle sue differenti sfaccettature – ambientale, sociale ed economica. Infatti, l’81% la considera una pratica rispettosa dell’ambiente, e pertanto utile a limitare gli impatti negativi; l’80% ritiene che possa contribuire a salvaguardare le usanze della comunità visitata, mentre il 79% che generi occupazione e reddito per gli abitanti del luogo. I turisti enogastronomici, rispetto ai generalisti, hanno una maggiore sensibilità verso la sostenibilità. Tuttavia, rispetto agli anni passati, questa differenza si è assottigliata, in quanto l’attenzione verso questi temi si è andata rafforzando per tutti i target. Oggi la sensibilità e la conoscenza del turismo sostenibile è diffusa e trasversale.

Sensibilità che diventa reale nel corso del viaggio. I turisti italiani, infatti, tendono a adottare comportamenti consoni: in primis, evitare di sprecare cibo nei ristoranti o in albergo (indicato dal 76%), poi rispettare l’ambiente (75%) e la comunità locale (59%). Mostrano attenzione anche verso azioni più “quotidiane”, quali evitare di mettere gli asciugamani a lavare ogni giorno durante la permanenza in albergo (61%) e limitare l’acquisto di bottiglie di plastica (56%).

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