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Il turismo italiano nel 2021: digitale e approccio sistemico

Queste le chiavi della ripartenza secondo PwC Italia, che stila le sue dieci priorità

Queste le chiavi della ripartenza secondo PwC Italia, che stila le sue dieci priorità

Di Giorgio Bini, 11 Settembre 2020

Quanto ha perso – finora – il turismo italiano a causa della pandemia? Se prima del Covid-19 contribuiva con oltre 230 miliardi di euro al 13% del Pil con circa 4 milioni di addetti si teme una riduzione dei volumi pari al 18,5% su base annua, e l’Italia rischia di vedere la chiusura entro l’anno del 65% degli hotel e dei ristoranti, con un possibile impatto occupazionale di circa 1 milione di posti di lavoro. Fonti istituzionali prevedono per il 2020 una contrazione del settore del 44%.
La frammentazione del mercato non consente inoltre lo sfruttamento di economie di scala, rendendo gli operatori maggiormente vulnerabili ad acquisizioni da parte di investitori finanziari ed esteri. Il pieno recupero dei volumi del 2019, secondo gli studi di settore, è atteso non prima del 2022-2023.
Su questa base PwC ha dedicato al settore un digital event della piattaforma “Italia 2021 – Competenze per riavviare il futuro”. E ha elaborato dieci priorità di azione rivolte agli operatori per cogliere le opportunità di crescita in uno scenario di ‘nuova normalità’. Ecco quali:

Aumentare la resilienza dei modelli di business: un’evoluzione possibile è l’introduzione nelle imprese turistiche e dei trasporti di modelli adattivi basati sul rischio per la salvaguardia della salute e della sicurezza degli ospiti in caso di eventi pandemici o di calamità. Questi consentirebbero di reagire prontamente al verificarsi di situazioni emergenziali, preservando il più possibile i flussi turistici.

Dedicare incentivi adeguati al settore: è necessario assicurarsi che il livello degli incentivi dedicati all’ospitalità sia proporzionale rispetto al danno subito dal settore a seguito della pandemia e a quanto erogato da altri Paesi, per preservare la competitività. Misure a sostegno dell’equilibrio finanziario e dell’occupazione, da considerarsi non solo sotto il profilo assistenziale, ma anche in un’ottica espansiva.

Fare leva sulla digitalizzazione per un’esperienza di viaggio sempre più personalizzata: è prioritario potenziare l’utilizzo della tecnologia digitale per far vivere al turista la meta da remoto prima della scelta di viaggio, supportandolo poi nella scelta delle attività. Questo consente la definizione di un viaggio su misura in base ai propri interessi e gusti personali.

Ampliare e riqualificare l’offerta turistica: La pandemia ha spostato la domanda verso località naturali o borghi storici precedentemente meno frequentati o noti. Bisogna cogliere questo trend per potenziarne la capacità ricettiva, accelerandone il consolidamento; valorizzare il patrimonio culturale e ricettivo esistente anche attraverso la destinazione ad uso turistico di beni immobiliari di valore storico e artistico. Infine, a causa del lockdown la gestione delle cancellazioni è divenuto un argomento chiave. Sarà importante definire regole di cancellazione che risultino chiare e attrattive per i clienti così da facilitare la scelta di viaggio.

Interventi infrastrutturali e di trasporto per facilitare la mobilità e l’accessibilità turistica: investire nei collegamenti infrastrutturali chiave, potenziando la rete autostradale, i treni ad alta velocità, gli aeroporti turistici minori e la logistica intermodale per le città d’arte.

Investire nel digital upskilling e nella formazione professionale: potenziare la formazione degli operatori dell’ospitalità, perché possano cogliere appieno il potenziale offerto dalle nuove tecnologie, in termini di data analytics, profiling e utilizzo di nuove forme di comunicazione. È fondamentale anche la riqualificazione dell’offerta e del piano di studio di scuole, università e master del settore, per sviluppare il turismo sia nel breve che nel medio-lungo termine.

Superare la frammentazione del settore: è importante superare le barriere che sono di ostacolo alle imprese medio piccole, come la capacità di realizzare investimenti ad alto impatto in marketing e comunicazione. Serve inoltre evidenziare la necessità di integrare al sistema turismo le numerose micro-strutture extra-alberghiere, per rendere l’offerta sinergica e coerente anche in termini di customer experience. È quindi prioritario favorire l’integrazione fra imprese, attraverso modelli come club di prodotto e distretti.

Accelerare la definizione di un’offerta turistica sostenibile: utilizzare il maggiore interesse dei consumatori verso il turismo sostenibile anche a causa del Covid-19 per accelerare la trasformazione dell’offerta turistica da dedicare al turismo attivo, a quello enogastronomico e ai luoghi della biodiversità, favorendo la distribuzione delle visite anche nelle mete meno consolidate.

Rendere più efficace la comunicazione delle attrazioni e del brand Italia: La sovrabbondanza di informazioni rischia di rendere più difficile e defocalizzato il processo di ispirazione del turista nella scelta della destinazione. È necessario canalizzare il flusso informativo di promozione attraverso un ecosistema digitale integrato e interconnesso fra operatori.

Cogliere il potenziale delle tecnologie digitali: per il futuro è importante accelerare gli investimenti in soluzioni di self check in/out o di dynamic offering e pricing, applicati anche alle visite culturali. Per rispondere a questa esigenza una parte di tali soluzioni dovrebbero essere integrate fra operatori ed enti istituzionali.

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