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Il turismo e le risorse mal utilizzate

Di Antonio Caneva, 22 Dicembre 2016

L’anno finisce portandoci una serie di novità, nel complesso sorprendenti e, per certi versi, destabilizzanti. Ricordiamo tra l’altro Brexit, l’elezione di Donald Trump negli Usa, la vittoria del No al referendum, con le conseguenti dimissioni del governo.
Una conseguenza della vittoria del No è la conferma dell’attuale modalità di promozione del turismo, le cui competenze sono oggi delegate agli enti territoriali, con risultati che, spesso, rispecchiano le nostre peggiori caratteristiche: stand faraonici in importanti manifestazioni turistiche mondiali per promuovere paesini che, sovente, per gli operatori di quell’area non hanno alcuna attrattiva; uffici di rappresentanza turistica in capitali mondiali che promuovono solo il loro territorio, con costi enormi, dimenticando che il turismo, nella sua complessità, è attrattivo soprattutto quando fa sistema. A prescindere dalle valutazioni individuali sul risultato politico del No è certo che, per il turismo, si è persa la grande opportunità di ottimizzare le risorse.
In un’affollata e rumorosa birreria a Berlino, tra manifesti della unificazione e degli eventi che hanno contraddistinto la vita politica dell’ultima Germania, ne è affisso uno, grande, scritto naturalmente in tedesco, che, ironicamente, con riferimento alla loro situazione interna, recita: «Un paese che conta così tanti calciatori, tennisti, piloti, atleti, può tranquillamente rinunciare all’università».
Parafrasando, potremmo dire: «Un paese che conta così tante bellezze naturali e artistiche, alberghi affascinanti, una cucina in continua crescita, uno stile di vita invidiatoci, può tranquillamente rinunciare a una promozione turistica fatta con intelligenza».
Auguri di serene festività a tutti.

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