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Il sole splende sull’estate italiana

I primi dati confermano la brillante stagione del comparto turistico nazionale. Roma però continua a soffrire

I primi dati confermano la brillante stagione del comparto turistico nazionale. Roma però continua a soffrir

Di Marco Beaqua, 1 Settembre 2016

Le stime iniziali sembrano suggellare un successo annunciato: complici anche le sventure altrui, l’industria turistica e alberghiera italiana sta per chiudere un’estate davvero brillante. Unica eccezione in tale soleggiante scenario è Roma, che sconta i timori legati al terrorismo internazionale senza beneficiare particolarmente dell’effetto Giubileo.
Ma andiamo con ordine: i primi numeri in ordine di arrivo sono quelli di Federalberghi, secondo un cui sondaggio di fine luglio sarebbero 33,3 milioni i nostri connazionali a essere partiti o a stare per partire durante il quadrimestre giugno-settembre. Un dato del 9,5% più alto rispetto a quello registrato nel medesimo periodo dell’anno scorso e capace di generare un giro d’affari complessivo pari a 21,5 miliardi di euro, contro i 18,3 miliardi totalizzati nel 2015. Circa il 74,5% dei viaggiatori italiani ha poi scelto di trascorrere le proprie vacanze entro i confini della Penisola, mentre il 25,5% si è recato o andrà all’estero.
Le cifre Federalberghi sono quindi confermate anche da uno studio indipendente dell’associazione per la difesa dei consumatori Codacons: la sua analisi parla infatti di 32 milioni di italiani in viaggio, di cui il 75% avrebbe scelto una destinazione situata entro i confini nazionali. A beneficiare di tali flussi sarebbero in particolare la Puglia (17%), la Toscana (12%) e la Liguria (10%).
Ma non è solo una questione di domanda domestica: secondo Federturismo Confindustria, questa estate gli arrivi dall’estero sarebbero destinati a crescere del 9,5%, con il giro d’affari complessivo generato dai flussi internazionali che dovrebbe salire del 17,2%. La quota più importante di visitatori stranieri starebbe in particolare giungendo da tre mercati europei tradizionali come la Germania, la Francia e l’Inghilterra. I viaggiatori provenienti da questi mercati soggiornerebbero in Italia una media di otto noti, spendendo 800 euro a persona.
«La domanda internazionale ci considera come una destinazione sicura. Una recente ricerca condotta in Germania rivela che il nostro paese, insieme alla Spagna, è in cima alla classifica europea della sicurezza percepita dai turisti», ha spiegato recentemente al Sole 24 Ore il neopresidente di Federturismo, Gianfranco Battisti, che proprio a inizio estate è succeduto alla guida dell’associazione all’amministratore delegato di AccorHotels Italia, Renzo Iorio.
Ma non per tutta la Penisola è un’estate a rose e fiori: tra luglio e agosto, a Roma, l’andamento delle presenze è stato infatti piuttosto piatto. E questo nonostante il 2016 sia un anno santo. Molti hotelier sono perciò preoccupati che, quando anche l’evento giubilare arriverà alla propria conclusione, il prossimo novembre, gli affari possano persino peggiorare.
«Purtroppo la paura del terrorismo non ha affatto abbandonato chi vuole andare in vacanza e deve decidere dove trascorrere le ferie», ha spiegato al Tempo il presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli. «Le grandi capitali europee, Roma in primis, scontano proprio questa situazione di preallerta e neppure il Giubileo ha potuto fare niente per vincere questa paura. Anzi, a oggi possiamo dire che è stato proprio un flop in termini economici per la città». Al momento, ha dichiarato sempre Roscioli, le strutture capitoline starebbero operando con una media di circa il 20% di camere vuote. Ma sarebbero soprattutto gli hotel a 4 e 5 stelle a scontare le maggiori difficoltà, a causa della diminuzione della domanda high-spender proveniente da Stati Uniti, Giappone e Russia. Parole, quelle del presidente di Federalberghi Roma, che troverebbero peraltro conferma dai dati di luglio di Str Global, secondo cui gli hotel della Città eterna avrebbero registrato un calo dell’occupazione del 2,5% rispetto allo stesso mese del 2015, fermandosi a quota 80,8%. In discesa anche il ricavo medio per camera disponibile (revpar: -1%; 126,14 euro), mentre le tariffe sarebbero salite dell’1,5% fino a 156,11 euro.

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