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Il ruolo del turismo oggi

Di Diana Guglielmini, 31 Maggio 2002

Enzo Nocifora è un professore associato di Sociologia del turismo presso la facoltà di Sociologia dell’Università La Sapienza di Roma. Si occupa di sociologia del turismo, dell’organizzazione e del territorio. Ha promosso, nel 1995, il Turmed network, una struttura di collegamento fra studiosi di turismo del Mediterraneo e ha organizzato vari convegni internazionali, corsi di formazione e pubblicazioni specialistiche.

Domanda. A cosa è dovuta la situazione di costante precarietà del settore turistico nel nostro paese?

Risposta. Nel nostro paese l’imprenditorialità turistica è fortemente segnata dalla sua origine artigianale. Dal settore del commercio e da quello dell’intermediazione provengono spesso imprenditori che hanno intrapreso la loro attività senza avere un bagaglio di competenze specifiche, che hanno rischiato il loro patrimonio e che hanno gradualmente imparato dai propri errori, ottenendo risultati al prezzo di grandi sacrifici individuali e familiari. La carenza di collegamenti di mercato e di capacità previsionale ha fatto vivere questi imprenditori alla giornata, basandosi troppo sul turismo di transito e su di una clientela che si affezionava alla struttura proprio in virtù delle caratteristiche del tutto peculiari che essa aveva in termini di accoglienza a carattere familiare. E’ stata questa la forza del nostro sistema turistico, ma oggi rischia di connotarsi esclusivamente come una condizione di debolezza.

D. E’ questo il motivo per cui il nostro sistema turistico è così vulnerabile rispetto alle situazioni internazionali di crisi?

R. Queste sono le ragioni endogene. Ma non dobbiamo dimenticare che a volte le crisi hanno anche ragioni esogene, sulle quali abbiamo scarso potere di influenza. Le crisi internazionali, le situazioni di guerra e di conflitto, danneggiano il mercato turistico in generale e in particolare un paese come il nostro che è particolarmente esposto sul bacino del Mediterraneo. Ovviamente tanto più è vicina la fonte del conflitto tanto più forti si sentono i contraccolpi sul nostro mercato. Abbiamo avvertito poco i contraccolpi della guerra del Golfo, che forse per certi versi ci hanno avvantaggiato, avvertiamo di più i colpi della tensione in Medio Oriente o nella ex Iugoslavia. Le crisi esterne, però, non debbono farci dimenticare le situazioni di debolezza strutturale in cui versa il settore nel nostro paese. Siamo un paese che ha un fortissimo potere attrattivo e, tuttavia, non riusciamo a migliorare la nostra posizione di mercato.

D. Si potrebbe parlare di una situazione in fase di evoluzione?

R. Certamente. Sono tanti i fattori che spingono a modificare i comportamenti più consolidati. Da un lato vi sono le trasformazioni che sono in atto nel processo di intermediazione della domanda. In Italia c’è ancora chi pensa che avviare una nuova agenzia di viaggio sia un buon investimento, ma nel resto del mondo questo processo si è già arrestato da un pezzo ed è in atto una evidente controtendenza. Nascono intermediari che si rivolgono al mercato attraverso canali nuovi e che non sono solo quelli disponibili per via informatica. L’associazionismo ha una nuova spinta e opera nel senso di una compartimentazione innovativa dell’attività fra i differenti attori di mercato.

D. Come mai il nostro paese non riesce a dispiegare sul mercato questa forza attrattiva ?

R. Ci sono squilibri interni nella struttura dell’offerta del nostro paese che stentano a essere colmati. Molte località, ad alto potere attrattivo, sono ormai entrate nella fase matura del loro ciclo di vita e stentano a trovare una via d’uscita dalla stagnazione che consenta la riqualificazione della propria posizione di mercato. L’impresa, in generale, non riesce a uscire dal modello artigiano che ne condiziona la nascita e lo sviluppo, e non riesce pertanto ad affrancarsi dal limite rappresentato dalla limitatezza dei capitali disponibili e dalla incertezza delle relazioni di mercato. Questo tipo di analisi è particolarmente vera per le regioni meridionali del paese in cui stenta a radicarsi un’industria turistica capace di raggiungere dimensioni mature; il processo di professionalizzazione e qualificazione dell’offerta procede più a rilento e con maggiori incertezze di quanto non sia possibile e lecito aspettarsi. Il nostro studio intende mettere in luce a quali condizioni sia possibile perseguire un processo di qualificazione dell’offerta turistica senza danneggiare il livello di radicamento di mercato attualmente raggiunto dall’impreditoria locale e soprattutto favorendone il processo di internazionalizzazione.

Il libro

Enzo Nocifora

ITINERARIA

Dal Grand Tour al turismo postmoderno

Le Vespe

Il testo Itineraria dal Grand Tour al turismo postmoderno di Enzo Nocifora rappresenta il primo tentativo, per lo meno in Italia, di fare il punto sullo stato di avanzamento delle spiegazioni scientifiche, sociologicamente orientate, sul fenomeno turistico. L’intento è quello di presentare a studiosi, operatori del settore e studenti un quadro, il più esaustivo possibile, delle interpretazioni che la sociologia da del fenomeno turistico e del ruolo che questo fenomeno ricopre nella società contemporanea. Il manuale analizza i temi classici della motivazione alla pratica turistica nelle società moderne e i mutamenti che la differente allocazione del tempo di lavoro e del tempo di non lavoro provoca nel soggetto sociale e nelle sue scelte di consumo e di tempo libero. La tematica che l’autore privilegia è quella della complessità sistemica del prodotto turistico, frutto della integrazione dinamica delle attività e delle scelte di una pluralità di soggetti sociali i quali cooperano alla realizzazione di un prodotto che è in primo luogo un processo sociale e comunicativo. Il rapporto fra impresa e territorio consente di ricostruire la trama fitta di rapporti sistemici che il turismo costruisce fra regioni e paesi che vedono i propri circuiti culturali e comunicativi materializzarsi sotto forma di scambi di flussi turistici. Alla luce di una interpretazione complessa l’autore discute le definizioni di base e le concettualizzazioni che sono necessarie agli operatori del settore, sia pubblici che privati, agli imprenditori e ai manager, così come ai funzionari pubblici e agli amministratori, per impostare su basi nuove i progetti di sviluppo turistico delle proprie strutture di riferimento.

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