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Il lusso di InterContinental torna a Roma

Le anticipazioni del general manager Luca de Stefano, che nella Capitale porta anche il bagaglio di una lunga esperienza in Medio Oriente e Asia

Le anticipazioni del general manager Luca de Stefano, che nella Capitale porta anche il bagaglio di una lunga

Di Mariangela Traficante, 23 Aprile 2021

La fine del 2021 porterà un ritorno importante a Roma, quello di InterContinental. Il brand di lusso infatti metterà le sue insegne sul Rome Ambasciatori Palace, che riaprirà rinnovato dopo un investimento multimilionario.
A gestire il progetto e a ricoprire il ruolo di general manager è stato chiamato Luca de Stefano, manager già da tempo nella squadra Ihg e in arrivo da una lunga esperienza all’estero per il gruppo: “Da sempre motivato sulla possibilità di rientrare in Italia per un progetto importante, a giugno dell’anno passato, venuto a conoscenza dell’apertura dell’InterContinental Rome Ambasciatori Palace, ho deciso di candidarmi. Dal primo marzo di quest’anno ho iniziato la mia avventura come general manager di questo prestigioso hotel, che nei prossimi mesi mi porterà principalmente ad occuparmi di gestire assunzioni, rebranding, inclusa la commercializzazione e la riapertura che avverrà dopo una ristrutturazione milionaria”, racconta.

Domanda. Lei torna in Italia dopo una lunga esperienza professionale in Middle East ed Asia: come potrebbe paragonare i due mondi?
Risposta. “Il modo di operare e i servizi che si offrono sono simili, ma ciò che è differente sono ambiente e cultura: in Medio Oriente si lavora in un ambito multiculturale, con operatori e dipendenti provenienti da diverse nazioni nel mondo, principalmente da Asia, India, Filippine, Pakistan, Nord Africa, Giordania, un ambito che aiuta anche a capire le altre culture nel resto del mondo. D’altro canto esiste molta meno protezione del lavoro, manca il ruolo sindacale e i contratti sono più aperti rispetto a quelli italiani. C’è anche molta più flessibilità.
Anche la composizione dei turisti varia, a Dubai conta molto il leisure internazionale, in Arabia Saudita si lavora col business travel più locale, con il visto turistico che è stato introdotto solo un paio d’anni fa. Diverso lo scenario nel Sud Est asiatico, dove il 95% dei lavoratori nelle imprese turistiche è locale, con un forte approccio all’ospitalità.
E per quanto riguarda la presenza di professionisti italiani nei mercati nei quali ho lavorato, posso dire che nell’ambito del food and beverage contano molto, di solito negli hotel di lusso l’executive chef è un nostro connazionale”.

D. Cosa porta con sé come valori da queste esperienze internazionali?
R. “Sicuramente un’apertura mentale dovuta ad aver conosciuto diverse culture e la possibilità di confrontarmi con un ambiente multiculturale, sia dal punto di vista della clientela che di quello dei collaboratori.
Sul fronte dei servizi, un elemento comune nello scenario mediorientale è la gestione del f&b: è consuetudine che anche i locali vadano a pranzo o cena nei ristoranti degli hotel di lusso, di qualità alta e che si rinnova continuamente. In Italia questa tendenza non è ancora affermata.
Noi invece a Roma puntiamo a svilupparla: stiamo siglando un accordo per portare il brand Scarpetta con la società americana LDV, La Dolce Vita, che opera nel mondo della ristorazione e di locali esclusivi in diverse parti del mondo, dagli Usa a Londra. Vogliamo creare una “destinazione nella destinazione”, aprire a un’offerta culinaria nuova per attrarre il mercato locale. Apriremo poi un lounge bar e anche un rooftop bar che ospiterà eventi sociali di alta qualità: questo è il passaggio che intendiamo fare per differenziarci”.

D. Quali sono gli altri elementi distintivi dell’hotel?
R. “Le camere saranno 160, abbiamo incrementato lievemente il numero convertendo alcune sale meeting in stanze. Abbiamo investito risorse nella ristrutturazione dell’edificio per adattarsi alle esigenze del brand e rispettare i parametri di standard di qualità del marchio InterContinental.
Ci sarà sicuramente spazio per la tecnologia, che farà il suo ingresso in maniera importante come richiesto dai tempi contemporanei. In futuro la tv si potrà gestire dal cellulare come anche utilizzare lo smartphone per aprire le camere, si tratta di progetti che erano in cantiere già prima della pandemia, ai quali la crisi Covid ha dato un’accelerata. La tecnologia viene data come scelta all’ospite, spetta poi a lui decidere se rivolgersi al personale con un’interazione umana o gestire in modo digitale”.

D. A che punto è la ricerca del personale?
R. “Il recruitment è in corso, ci siamo focalizzati sulle figure commerciali per creare la struttura vendite, poi lavoreremo sulle figure di leadership e via via andremo a completare le altre squadre con i profili più junior. Saranno circa un centinaio i collaboratori in totale”.

D. Come vede il prossimo futuro?
R. “Il primo mercato a ripartire sarà certamente quello locale, ma non pensiamo solo al mercato europeo, prevediamo anche un ritorno importante degli americani, che sono sempre stati il mercato principale per Roma e compagnie aeree come Delta Air Lines stanno già facendo richieste in diverse città europee per far ripartire i collegamenti”.

D. Sulla scena dell’hôtellerie romana c’è fermento: cosa ne pensa?
R. “È positivo, ad oggi abbiamo notizia di otto hotel di lusso in apertura e questo può essere solo un bene per la città, perché dimostra l’intenzione di rilanciarla e di riqualificare l’offerta. Ci attendiamo che questo contribuisca a sviluppare anche tutto quello che c’è intorno agli hotel di alto livello. E servirà anche ad attrarre un tipo di turista highspender e con standard internazionali. Senza dimenticare poi che presentarsi sulla scena globale con una scelta di brand differenti è importante, il turista di lusso Usa ad esempio è diverso da quello cinese e ciascuno può ricercare una soluzione differente”.

Il profilo
Nato a Cagliari 42 anni fa, De Stefano ha iniziato la sua carriera nell’ospitalità con gli studi presso l’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione ad Arzachena in Sardegna. Nel 1995 la prima esperienza professionale, stagionale, come commissioniere di portineria presso l’Hotel Is Morus. Negli anni successivi il manager ha assunto differenti posizioni in vari hotel e compagnie alberghiere, come Sas Radisson, Starhotels, Atahotels, Golden Tulip e The Luxury Collection by Starwood, per poi nel 2005 entrare a far parte della famiglia IHG con il brand Crowne Plaza, dove è arrivato a ricoprire la carica di resident manager.
Nel 2011 si è trasferito in Bahrain con il primo ruolo di general manager presso l’Holiday Inn Express. Tra gli altri ruoli di spicco quello di resident manager presso l’InterContinental Riyad e di general manager presso l’InterContinental Al Ahsa.
Con il desiderio di fare un’esperienza differente, a maggio del 2018 De Stefano ha avuto l’opportunità di unirsi alla famiglia dei resort di IHG, gestendo l’Holiday Inn Resort Phuket Mai Khao Beach.

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