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Il gonfalone e la farina

Di Anna Romano, 1 Agosto 2003

Per riconvertire le antiche economie agricole meridionali non più competitive rispetto a un mercato mondiale profondamente mutato, una delle strade più appropriate è sicuramente la valorizzazione del patrimonio ambientale, paesaggistico, archeologico e culturale. Nelle belle località del nostro sud, difatti, queste risorse non mancano mai. Occorre soltanto mettere in campo le energie e le dinamiche necessarie a promuoverne l’immagine, oltre che, naturalmente, la professionalità per creare una capacità turistico-ricettiva all’altezza delle attuali esigenze.
Su questa linea si sta muovendo il Comune di Pontecagnano-Faiano, che ha organizzato alla fine di giugno due manifestazioni per celebrare il novantaduesimo anniversario della fondazione del Comune di Pontecagnano-Faiano: la Festa del gonfalone e la Festa della farina.
Quattro giorni di musica, cabaret, danza, convegni che hanno coinvolto tutta la cittadinanza e rallegrato anche i turisti, con un positivo effetto d’immagine e di comunicazione. Un momento molto importante nella vita cittadina, che ha l’obiettivo di sottolineare i valori civici, la cultura e l’identità locale. I festeggiamenti sono anche l’occasione per conferire, nel corso di una pubblica cerimonia, il civico riconoscimento Centola a concittadini che si siano fatti particolarmente onore nei rispettivi settori. Quest’anno il governo cittadino lo ha attribuito a Marzia Davide, campionessa di pugilato, e a Palmiro Noschese, general manager del Sol Meliá Roma Aurelia Antica, un amico di cui spesso abbiamo parlato in queste pagine.
Valorizzare le professionalità, i saperi e le competenze favorisce certamente una corretta strategia di sviluppo di queste comunità caratteristiche del nostro sud, con il loro ricco passato ma anche con un futuro da costruire innovandosi senza perdere le proprie radici.
Comunità che vale la pena di conoscere meglio perché esprimono una specificità tipicamente italiana. Pontecagnano-Faiano sorge nell’ubertosa terra campana, tra il Sarno e il Sele. Ricca di una lunga e gloriosa storia, iniziata con gli etruschi e proseguita con i piceni, antichi popoli italici le cui splendide testimonianze artistiche saranno entro breve esposte nel Nuovo museo archeologico dell’Agro piacentino, nel corso dei secoli la località è stata un attivo centro commerciale mediterraneo, un importante porto, una terra famosa per la produzione di noci e di mele di straordinaria qualità, e infine, quasi ai giorni nostri, nel corso del Novecento, un’area di agricoltura intensiva specializzata nel tabacco e nel pomodoro.
Dopo una lunga e grave crisi produttiva che ha duramente colpito la sua economia, oggi Pontecagnano-Faiano ha intrapreso la strada giusta per trovare strade alternative di sviluppo, anche se questo percorso richiede ovviamente un certo tempo. Si apre una nuova fase di progresso, orientata allo sfruttamento delle preziose risorse che fanno parte del suo patrimonio naturale, come i beni paesaggisti, archeologici, culturali e ambientali.
Particolarmente impegnato nell’attuazione di un programma che comprende alcuni punti decisivi per la ripresa civile e produttiva e per la riqualificazione urbanistica è il trentaduenne sindaco Ernesto Sica, il più giovane sindaco d’Italia, eletto nel 2000 per la coalizione di centro-sinistra. Laureato in scienze politiche, quest’anno è stato nominato anche vicepresidente del Consorzio aeroporto Salerno Pontecagnano spa.

A Palmiro Noschese
che giovanissimo ha intrapreso l’interessante carriera
di dirigente di grandi strutture turistiche
assumendo cariche prestigiose
e di grande responsabilità
e pervenendo ai vertici delle Associazioni alberghiere
per gli alti meriti conseguiti
in una ininterrotta attività
nell’organizzazione turistica internazionale
esprimendo l’ammirazione e la gratitudine della Comunità
a nome del Governo cittadino
conferiamo
il Civico Riconoscimento “Centola”
con l’auspicio di nuovi importanti traguardi
e felici successi

Pontecagnano Faiano, addì 18 Giugno 2003
Il Sindaco
Ernesto Sica

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