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Il futuro dell’ospitalità 25/07/2008

Di Marco Beaqua, 25 Luglio 2008

Hanno un’età media di 31 anni, il 44% è donna e mediamente lavorano in azienda (nell’81% dei casi familiare) da circa dieci anni. Inoltre quasi il 40% ha conseguito una laurea. È questa, in estrema sintesi, la fotografia dei giovani albergatori italiani scattata dal Comitato nazionale giovani di Federalberghi-Confturismo e presentata poco più di un mese fa a Milano in occasione dell’apertura della cinquantottesima assemblea generale ordinaria di Federalberghi.
«Un’indagine», commenta il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, «che evidenzia un ottimo stato dell’arte e che costituisce la prova chiara e inconfutabile di come la futura classe dirigente del sistema alberghiero italiano abbia tutte le carte in regola per elevare ulteriormente il livello qualitativo del comparto».
Opinione condivisa dal presidente del Comitato nazionale giovani albergatori, Marco Leardini, che aggiunge: «Il nostro obiettivo era quello di ottenere un fermo immagine che ci aiutasse ad avere un’idea complessiva di chi siamo e di quanto valiamo. I risultati dell’analisi non hanno fatto altro che avvalorare quella che era una nostra convinzione, supportata ora da numeri e riscontri statistici».
In particolare, i dati dello studio mostrano uno scenario di fondo che, se da una parte conferma la limitata dimensione media delle strutture ricettive nazionali, dall’altra evidenzia una serie di fattori potenzialmente positivi per lo sviluppo del comparto.
Tra i risultati più confortanti c’è, per esempio, il dato relativo al livello di scolarizzazione dei giovani imprenditori: il 95%, infatti, ha conseguito almeno un diploma di scuola superiore, mentre ben il 40% è arrivato fino alla laurea. Allo stesso modo è importante sottolineare come il 93% conosca almeno una lingua straniera, il 59% ne parli due e il 19% tre: l’inglese è, come immaginabile, la più diffusa, parlata com’è dall’89% dei giovani imprenditori, seguita dal francese (43%), dal tedesco (25%) e dallo spagnolo (19%). Infine, l’uso dell’informatica in albergo è praticato dal 75% dei giovani imprenditori, essenzialmente per la gestione delle prenotazioni.
Come accennato in precedenza, sono invece di dimensioni generalmente ridotte gli alberghi di proprietà o gestiti dai giovani albergatori italiani: si tratta, infatti, di strutture mediamente dotate di 22 camere, nelle quali lavorano poco più di 17 persone, di cui circa 14 sono i dipendenti veri e propri. Un altro dato significativo evidenzia come l’85,5% dei giovani albergatori possieda o gestisca una sola azienda. Nell’87% dei casi, inoltre, l’azienda è di proprietà, rispetto al restante 13% in affitto.
Forte si rivela, poi, l’influenza della tradizione familiare: l’81% dei giovani imprenditori lavora in un’azienda avviata da altri parenti, mentre il restante 19% è artefice primario dell’attività ricettiva. Ciò premesso, c’è anche da dire che il 63% degli intervistati ha dichiarato di aver scelto autonomamente il mestiere di albergatore, mentre il restante 37% è stato incoraggiato dalla famiglia.
A conferma della vocazione multifunzionale della professione alberghiera, infine, l’86% dei giovani imprenditori svolge in azienda attività di direzione, a cui però si aggiunge, nel 63% dei casi, quella di amministrazione, di ricevimento (62%) e di cucina (18%).

Le tipologie aziendali

Secondo l’indagine realizzata dal Comitato nazionale giovani della Federalberghi-Confturismo, il 37% degli alberghi dei giovani imprenditori si trova in città d’arte maggiori e minori, il 27% in luoghi di mare, il 16% in destinazioni montane, il 6% in località lacuali, il 4,5% in collina e oltre il 2% in aree termali.
Nel 63% dei casi, inoltre, i loro alberghi dispongono del ristorante, nel 47% di sale convegni, nel 37% di piscine e nel 33% di aree giochi all’aperto per famiglie.
La clientela prevalente, infine, è costituita per il 29% da vacanzieri, per il 28% da persone d’affari, per il 18% da famiglie, per il 14% da clientela individuale e per il 10% da gruppi.

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