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Il direttore è simile a un coach

Ho sempre creduto che il lavoro duro alla lunga pagasse

Ho sempre creduto che il lavoro duro alla lunga pagasse

Di Massimiliano Sarti, 1 Luglio 2011

«In un mestiere come il nostro, dove lavori anche 15 ore al giorno, godere del privilegio di un ambiente familiare sereno è un fattore importantissimo per raggiungere determinati risultati. È per questo che dedico questo premio a mia moglie e a mio figlio». Per Francesco Brunetti, Milan area managing director di Starwood Hotels, il 2011 è stato un anno davvero speciale: non solo ha compiuto i 50 anni di età e ha festeggiato i suoi primi 30 anni di attività nell’industria dell’accoglienza, ma ha anche ricevuto, secondo italiano nella storia dopo Giuliano Corsi, l’ambìto riconoscimento di European hotel manager of the year. «Sono davvero onorato di questo premio. Anche perché di solito viene dato a persone a fine carriera, mentre io ho solo 50 anni».
Il riconoscimento della European hotel managers association (Ehma), ricevuto durante il recente general meeting di San Pietroburgo, è insomma un punto di partenza per Brunetti, su cui appoggiarsi per continuare a crescere e a «raccogliere quanto seminato in passato». Certo, quando iniziò la sua carriera, come commis de rang in un ristorante inglese, non avrebbe certo immaginato di arrivare a questi livelli: «A quell’epoca, neppure pensavo di diventare un giorno general manager». Ma l’applicazione, la pazienza e i risultati ottenuti alla fine hanno premiato tanti anni di impegno. «Non ho mai avuto un atteggiamento particolarmente arrivista», racconta Brunetti. «Ma ho sempre fermamente creduto che il lavoro duro alla lunga pagasse. E a ciò ho unito una grande passione per questa professione: il virus dell’ospitalità, come amo chiamarlo io, che mi piace pensare mi sia stato direttamente trasmesso da mia madre che faceva l’executive housekeeper».
Non dimenticare mai le proprie origini, i valori fondamentali con cui si è cresciuti è, infatti, secondo Brunetti, la molla fondamentale per riuscire a fare carriera. «Le esperienze giovanili come giocatore di basket e boy scout, per esempio, si sono rivelate col tempo importantissime nel forgiare le mie caratteristiche di leader. Perché in una professione come la nostra, che ruota tutta attorno alle persone, la capacità di lavorare in team e di coltivare un vero spirito di squadra è una dote imprescindibile». In un hotel, secondo Brunetti, il general manager è un po’ come un coach: per vincere la sfida della competizione deve essere in grado di schierare la persona giusta nel momento giusto e nel ruolo giusto, nonché di far lavorare tutti all’unisono verso un identico obiettivo, senza dimenticarsi al contempo di valorizzare i migliori talenti a propria disposizione.
Ma come fare a raccogliere attorno a sé la squadra migliore possibile? «Bisogna imparare a riconoscere i talenti», riprende Brunetti. «Qui da noi in Starwood utilizziamo un motto molto significativo: “We hire for attitude and we train for skills”. Significa che l’attitudine non si forma, mentre le competenze sì. E una volta trovati i talenti, bisogna anche saperli trattenere. Non una cosa facile oggigiorno». Per l’area managing director Starwood è, in effetti, attualmente in corso una sorta di mutazione generazionale: «I giovani di adesso sono diversi da quelli dei miei tempi: hanno bisogno di un confronto costante, di motivazioni e stimoli, di qualcuno che li guidi con precisione lungo il loro percorso professionale; altrimenti rimangono un po’ disorientati. E poi sono anche poco inclini al sacrificio; soprattutto non sono in grado di intravedere da soli gli aspetti positivi di questa professione. Che sono davvero tanti: perché il nostro è un ambiente energico, con molte positività, in cui si lavora a contatto con le persone e in cui ci sono grandi opportunità di crescita. Non solo: si possono esplorare pure molti reparti differenti, alcuni dei quali, come il marketing online e il revenue management, permettono di sperimentare contesti particolarmente innovativi e molto apprezzati dalla gran parte delle giovani leve».
Certo, lavorare in Starwood sicuramente aiuta nel difficile compito di trattenere i migliori talenti: «Perché avere il supporto di un brand strutturato come il nostro è una risorsa preziosa. Nella nostra compagnia, per esempio, esiste un programma specifico, dedicato ai giovani laureati e ai titolari di master post-universitari, chiamato Vita futura, pensato appositamente per individuare e formare i giovani dal maggiore potenziale». E non è neppure vero che, come si potrebbe pensare, l’appartenenza a un marchio così importante possa limitare l’area di azione di un general manager. «Certo, bisogna sapersi conquistare la fiducia della compagnia con il lavoro e la costanza dei risultati», conclude Brunetti. «A quel punto, però, sempre con la dovuta correttezza e trasparenza, gli spazi di manovra per i direttori si ampliano e si ha l’opportunità di gestire la struttura in tutti i suoi aspetti. Basti pensare che, qui al Westin Palace di Milano, abbiamo recentemente inaugurato una nuova terrazza, ricavata da uno spazio inutilizzato, trasformato in parte in un solarium per snack, aperitivi o eventi e in parte in un’ala ulteriore della presidential suite. Un lavoro impegnativo, che normalmente sembrerebbe richiedere un lungo iter burocratico coinvolgente molti reparti degli head office di catena. Invece, nel nostro caso, è servita solo una comunicazione trasparente e tempestiva. Per il resto abbiamo pensato, analizzato e realizzato il progetto tutto internamente: grazie a un intenso lavoro di squadra. E, per fortuna, posso dire di disporre, qui a Milano, di un grandissimo team, di cui sono davvero molto orgoglioso».

Una breve biografia

Francesco Brunetti inizia la propria carriera nel 1981 e, dopo tre anni di esperienza come commis de rang e receptionist, entra in Hilton come management trainee & supervisor presso l’Hilton Park Lane di Londra e il Cavalieri Hilton di Roma. Nel giro di cinque anni è già quindi banqueting & conference manager allo Sheraton Roma Hotel & Conference Center e successivamente f&b manager allo Sheraton Genova Airport. Nel 1994 entra nel gruppo Ciga come resident manager degli hotel Excelsior e Des Bains di Venezia e, dopo quattro anni di successi, la sua brillante carriera fa un ulteriore passo in avanti quando la Sheraton Hotels & Resorts promuove Brunetti alla posizione di general manager del Porto Cervo Complex in Costa Smeralda. Grazie alle sue capacità manageriali e ai risultati ottenuti, dopo due anni Starwood Hotels & Resorts lo trasferisce quindi a Roma come general manager dello Sheraton Roma Hotel & Conference Center e amministratore delegato di Aerhotel. Nel 2005 diventa poi general manager del Westin Palace e Milan area managing director Starwood, assumendo la responsabilità dello Sheraton Diana Majestic, dello Sheraton Milan Malpensa Hotel & Conference Center e, fino alla sua chiusura per ristrutturazione nel giugno 2010, del Le Meridien Gallia. Durante questo periodo, oltre a ottenere performance eccezionali per i propri alberghi, gestisce anche la progettazione e l´inaugurazione dello Sheraton Milan Malpensa ed è responsabile della prossima apertura del W Milan. Oggi, infine, riveste pure importanti ruoli istituzionali come presidente del gruppo turismo nell’ambito di Assolombarda Confindustria ed è presidente di Confindustria Lombardia Turismo.

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