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Il curriculum ideale

Di Massimiliano Sarti, 19 Ottobre 2007

Era una folta rappresentanza di studenti provenienti dai principali istituti alberghieri milanesi quella che, insieme a un buon numero di professionisti del settore, ha assistito con interesse all’incontro organizzato dal presidente Aira, Luciano Manunta, in collaborazione con Solidus, per conoscere l’arte del compilar curricula. L’evento, uno degli ormai classici appuntamenti previsti nel calendario del percorso Incontri & formazione con i professionisti dell’ospitalità, ideato e realizzato dallo stesso presidente dell’Aira, si è svolto presso l’hotel Executive di Milano. Ad aprire il convegno, una piacevole parentesi narrativo-musicale: l’attrice e cantante lirica Franca Fabbri, tradizionale ospite degli eventi Aira, ha, infatti, incantato tutti con l’irriverente racconto di Egidio Saracino, Il maestro Von K e il mistero del capolavoro scomparso. E mentre ancora riecheggiavano nella mente le note della beethoviana Nona sinfonia, protagonista indiscussa della narrazione, si è rapidamente passati a trattare delle tecniche migliori per compilare i curricula. «Il testo», ha spiegato Miretta Baguzzi, direttore didattico di Sciaky Europe consulting group, «deve trasmettere all’interlocutore ciò che realmente è il candidato, nonché tutte le sue potenzialità». Importante è, poi, avere ben presente qual è l’obiettivo di un curriculum. «Perché la sua funzione», ha proseguito Fabbri, «non è tanto quella di venire assunti, bensì di farsi convocare a un primo colloquio di selezione. È perciò fondamentale essere sintetici, evitare le ripetizioni e dettagliare particolarmente le proprie esperienze. Un buon esercizio può essere, ad esempio, imparare a compilare il curriculum in formato europeo, perché obbliga ad essere particolarmente analitici. Solo una volta presa confidenza con il modello europeo si può, senza esagerare nella creatività, pensare a un formato personalizzato. Un ultimo, essenziale avvertimento, è quello di essere sempre sinceri. Mentire, in un mondo piccolo come quello alberghiero, può davvero rivelarsi una scelta dagli effetti particolarmente controproducenti». A concludere l’incontro, il vice direttore del personale di Atahotels, Daniele Marotta: «Fondamentale è anche la lettera di presentazione, soprattutto nel caso di candidature spontanee. Poche righe, che però non devono mai mancare, perché si rivelano spesso determinanti. A me, infatti, arrivano moltissime mail ogni giorno. In pochissimi secondi devo, perciò, decidere se prendere in considerazione il messaggio oppure accantonarlo per improbabili evenienze future. Una lettera personalizzata e ben calibrata può quindi costituire l’unica discriminante tra il successo e l’oblio».

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