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Il cicloturismo? È luxury

Ludovica Casellati, fondatrice di Luxury Bike Hotels, ci racconta perché gli hotel di alta gamma dovrebbero aprirsi al cicloturismo e come il farlo richieda pochi, mirati accorgimenti

Ludovica Casellati, fondatrice di Luxury Bike Hotels, ci racconta perché gli hotel di alta gamma dovrebbero

Di Silvia De Bernardin, 4 Marzo 2022

È uno dei trend turistici in maggiore crescita e, contrariamente a quanto si potrebbe ipotizzare, interessa in modo particolare viaggiatori e turisti alto spendenti. È per questo che – complice l’aumentato desiderio di movimento ed esperienze all’aria aperta indotto dalla pandemia – il cicloturismo rappresenta un’ottima occasione per diversificare i target, prolungare i soggiorni e destagionalizzare l’occupazione, anche per gli hotel di fascia alta. Ne abbiamo parlato con Ludovica Casellati, fondatrice di Luxury Bike Hotels, collezione di relais e strutture ricettive lusso in Italia che si distinguono per l’offerta di servizi su misura per chi ama esplorare i territori in bicicletta.

Domanda. Come nasce Luxury Bike Hotels e come funziona?
Risposta. Dal 2013 ho un sito, Viaggiinbici.com, che parla di vacanze in bicicletta e nel 2015 ho lanciato gli Oscar italiani del cicloturismo. Col passare del tempo e facendo alcune analisi di mercato mi sono accorta che mancava una realtà che presidiasse la fascia alto spendente. Così nel 2018, e poi l’anno successivo con un’azione di riposizionamento e rebranding, è nato Luxury Bike Hotels: l’obiettivo è mettere direttamente in contatto il viaggiatore in cerca di luoghi per una vacanza in bici con gli hotel nei quali soggiornare e dai quali partire per sfogliare, a margherita, il territorio circostante lungo percorsi ciclabili. Il sito raccoglie strutture dalle quattro stelle in su, classificate secondo un rating espresso in ruote, da 3 a 5, in base a quanto sono bike friendly. Al momento, la collezione comprende 40 hotel dislocati soprattutto in centro Italia, in modo particolare in Toscana, e in alcune zone del Nord, come il Veneto, ma stanno arrivando anche alcune strutture del Sud.
D. Rispetto al segmento cicloturismo nel suo complesso, che quota rappresenta il mercato alto spendente?
R. Il cicloturista è principalmente un turista alto spendente. Pensiamo spesso a questo tipo di turista come al ciclista che parte zaino in spalla con due magliette nella sacca e, se certamente c’è anche chi si muove così, la maggior parte dei cicloturisti è costituita da viaggiatori che hanno esigenze specifiche, richiedono un certo tipo di servizi e spendono nel territorio. È per questo che rappresentano un target molto interessante per gli hotel di fascia alta.
D. Ma quanto sono pronti gli alberghi luxury ad accogliere questa nuova tipologia di ospiti?
R. Io dico sempre che, potenzialmente, tutti gli hotel di fascia alta, soprattutto quelli nei territori più che quelli urbani, possono essere dei bike hotels: hanno spazi adeguati e per il loro posizionamento quattro e cinque stelle sono già dotati di tutta una serie di servizi che rispondono a molte delle esigenze dei cicloturisti. Non servono grandi investimenti, quello che fa la differenza è il saper accogliere il cicloturista.
D. Quindi di cosa dovrebbe dotarsi un hotel luxury per diventare a tutti gli effetti anche un bike hotel?
R. Il requisito fondamentale è avere una bike room nella quale poter lasciare le biciclette che sono, nella maggior parte dei casi, mezzi piuttosto costosi. Ma si tratta di uno spazio che si può ricavare facilmente e che andrebbe dotato di una piccola officina. E poi è necessario che l’hotel si munisca di tracce GPX e percorsi: non serve che ci sia una persona interna dedicata ma che si crei una rete con il territorio sfruttando noleggi di biciclette locali e guide con le quali costruire percorsi diversi, da quelli con dislivelli a quelli che comprendono visite al territorio ed esperienze enogastronomiche, con attenzione, cioè, ai diversi ciclismi possibili. Altri tipi di servizi, come massaggi sportivi, la lavanderia veloce o la possibilità di avere menu dedicati sono solitamente già offerti dagli hotel di alta gamma. In generale, la differenza la fa la formazione del personale, che deve avere le competenze per gestire un cliente con richieste specifiche.
D. Quali sono i vantaggi che potrebbe ottenere un luxury hotel aprendosi a questa fetta di mercato?
R. Moltissimi. Con la pandemia tutti abbiamo riscoperto quanto è bello stare all’aria aperta e prenderci cura di noi stessi. Gite ed esperienze a contatto con la natura e alla scoperta lenta dei territori sono davvero il prodotto migliore che si possa offrire in questo momento. Per gli hotel luxury può significare diversificare i target, destagionalizzare – perché il cicloturista viaggia tutto l’anno – e allungare la permanenza. Ai clienti si offre, infatti, un soggiorno lungo nella stessa struttura dalla quale poi partire ogni giorno per scoprire percorsi diversi.
D. Che estate sarà per il cicloturismo in Italia?
R. Credo davvero molto buona. Con Luxury Bike Hotels siamo partiti nel 2019 rivolgendoci principalmente ai turisti stranieri, ma il Covid ha cambiato tutto. Già nel 2020 e poi soprattutto nel 2021 il cicloturismo in Italia è letteralmente esploso. Il fattore salute al quale accennavo prima ha inciso tantissimo, sempre più persone hanno acquistato o si sono avvicinate alla bicicletta e le e-bike hanno reso il cicloturismo più semplice anche dal punto di vista fisico. Tutto ciò rappresenta una grande opportunità per tutti: ci aspettiamo un’estate dai numeri importanti.

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