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IHC: “Una academy per l’alta formazione alberghiera e termale”

Le persone al centro: i progetti sul fronte del personale raccontati da Donato Marone, group director of Human Resources, Culture & People

Le persone al centro: i progetti sul fronte del personale raccontati da Donato Marone, group director of Huma

Di Mariangela Traficante, 20 Ottobre 2020

“Più che di risorse, mi piace parlare di persone”. E se, come diceva qualcuno, le parole sono importanti, queste di Donato Marone ben si legano al nome del ruolo con cui è entrato da poco in carica nel gruppo Italian Hospitality Collection. Il manager è infatti group director of Human Resources, Culture & People, con il compito di sviluppare le competenze oltre che stimolare i processi di partecipazione e coinvolgimento attivo nell’ambito della cultura aziendale. “Da qui la necessità di fare formazione, creare nuove skill, investire sulla digitalizzazione, valorizzare e premiare i talenti in modo che possano esprimersi al meglio in un clima di coesione e di collaborazione”.
IHC ha avviato un programma di formazione che, partendo dai vertici aziendali, vedrà coinvolti i responsabili delle varie divisioni fino alle figure più operative, con una serie di corsi, individuali o di gruppo. Tra gli obiettivi alla base del programma: sviluppare le competenze e potenziare le aree di forza, stimolare il dialogo su aspetti come la leadership, la comunicazione, la gestione della crisi e del cambiamento.

Domanda: Quali saranno i punti chiave del programma?
Risposta: “Il primo grande progetto a cui stiamo lavorando nell’ambito della formazione è quello di una academy, che si svilupperà in due ambiti specifici: l’hôtellerie e il termale. Questa decisione scaturisce anche dalla consapevolezza della carenza che abbiamo in Italia sul fronte formativo, dell’assenza di grandi scuole che si possano confrontare con quelle presenti all’estero. Si tratta di un problema atavico del nostro Paese, tanto che i grandi gruppi hanno iniziato a realizzare attività di questo tipo al loro interno”.

D: Come si svilupperà l’academy?
R: “Ci siamo posti un obiettivo: compiere attività formativa di alto livello rivolta ai nuovi manager nei due ambiti, sia l’alberghiero che il termale, settore questo in cui particolarmente si registra un’assenza di offerta formativa, noi oggi possiamo contare su numerosissimi operatori manuali ma facciamo fatica ad avere manager che possano guidare aziende anche molto complesse. Con l’academy intendiamo raccogliere i talenti già presenti in azienda ma anche intercettare quelli esterni, in modo sia da essere pronti alle future necessità di espansione del gruppo, sia per eventuali attività formative accademiche a favore dell’intero sistema Italia. L’idea è quella di creare un polo formativo sul fronte manageriale, puntando a far crescere l’intero indotto, perché se ciascuno continua a pensare solo al proprio ‘orticello’ non faremo mai crescere il Paese.
Prevediamo anche un percorso specifico rivolto a engagement ed inserimento in azienda, perché uno dei momenti critici è proprio l’arrivo di un nuovo assunto. Stiamo valutando anche le possibili location, per l’ambito alberghiero penso ad esempio ad alcuni dei nostri resort come il Chia Laguna in Sardegna o Le Massif a Courmayeur che sono stagionali e dunque si potrebbero prestare per motivi logistici e di alloggio. Sul fronte termale pensiamo di rivolgerci a una delle nostre strutture in Toscana”.
L’academy è in fase di progettazione, ma naturalmente si procede tenendo l’attenzione sempre ben puntata sugli sviluppi futuri dell’emergenza Covid.

D: Quali i prossimi step in cantiere?
R: “Dobbiamo riuscire a mantenere l’equilibrio tra il rapporto umano e la digitalizzazione, che è un altro tema su cui puntiamo nei riguardi dei processi operativi. Intanto è partito il percorso formativo rivolto alle figure manageriali, che verrà poi recepito dal progetto academy.
Lavoreremo sugli elementi caratterizzanti dell’attività, la mission, il riconoscimento dei valori aziendali, anche sul fronte del welfare sviluppiamo diverse iniziative e stiamo lavorando su progetti che verranno messi in campo quando potremo avere un minimo di regolarità passata l’emergenza. Da qui deriva il naming del mio ruolo: puntare sulle persone ma anche sulla cultura aziendale, e il momento della formazione rappresenta anche una crescita personale. Un’altra grande attività su cui saremo concentrati è l’avvicinamento tra le funzioni di sede e quelle degli hotel: in genere l’head quarter viene percepito con un certo distacco comunicativo in relazione alle unità operative, si rischia una difficoltà nel comprendere le reciproche esigenze, noi lavoreremo invece su una maggiore interazione”.

D: Avete intercettato i punti chiave su cui insistere maggiormente, le esigenze che emergono con più forza da parte dei lavoratori e su cui puntare la formazione?
R: “Realizziamo una sorta di mappatura delle esigenze formative, specie per le figure manageriali da cui siamo partiti. Sono quelle legate a leadership, gestione del tempo, delega, decision making, problem solving, sviluppo non tanto delle competenze manageriali specifiche, ma della necessità di acquisire metodologia. La academy dovrà in un certo modo essere una sorta di università, come quello che accade negli istituti noti all’estero, penso a nomi come Cornell, Glion, Losanna”.

D: E per quanto riguarda la formazione sul fronte delle figure operative?
R: “Dando per assodate le competenze professionali specifiche, andremo a incidere sugli aspetti trasversali, come le tecniche di vendita: oggi manca quell’abilità nel proporre e nel descrivere un servizio, occorre fare un passo avanti per sviluppare l’accoglienza all’ospite anche sul fronte dell’interazione: servono il dialogo e le capacità comunicative nel capire cosa richiede il cliente ed indirizzarlo nel percorso migliore, sia che ci si trovi nel momento di scegliere il menù di una degustazione sia che si tratti di un trattamento benessere. Infine, vogliamo concentrarci su un aspetto che le aziende in genere sviluppano poco: si è portati a pensare che la gestione delle persone all’interno non corrisponda a un’utilità fondamentale perché non è un centro di ricavi. Invece porre l’accento sulle persone porta a fare considerazioni diverse: se riusciamo a formarle in maniera strutturata, coccolarle, fidelizzarle nel modo giusto riusciremo anche ad avere una “controprestazione” che si trasforma in utilità, anche se non nell’immediato, ma nel medio termine. Si riuscirà a dare una spinta al risultato economico”.

Donato Marone
Classe 1964, il manager conta su una lunga carriera come direttore HR in catene alberghiere italiane, tra le quali UNA Hotels e ATA Hotels. Prima di approdare in IHC ha ricoperto, dalla fine del 2018, la carica di direttore generale in Grande Milano Investimenti Venture spa.

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