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iH Hotels: il mercato ripartirà con l’estate

Dai protocolli all’app per prenotare i servizi, il gruppo è pronto: la visione del ceo Francesco Hu

Dai protocolli all’app per prenotare i servizi, il gruppo è pronto: la visione del ceo Francesco Hu

Di Mariangela Traficante, 16 Dicembre 2020

Due famiglie italo-cinesi, nel 2014, intuiscono le potenzialità del mercato alberghiero italiano, fatto soprattutto di piccole aziende in cerca di rinnovamento, riposizionamento e servizi ed economie di scala non raggiungibili da singoli. E lo fanno proprio alla vigilia dell’evento che porta l’Italia alla ribalta mondiale, l’Expo 2015 di Milano. Così è nato iH Hotels, gruppo che oggi conta 31 strutture distribuite nel Paese, e che pur avendo un’anima che guarda a Oriente lavora con una clientela globale. Proprio come ci ha spiegato Francesco Hu, fondatore e ceo.
“Spesso siamo identificati come una compagnia riferita solo al mercato asiatico, invece mi piace ribadire che la nostra clientela è varia e la provenienza dipende anche dai singoli hotel, come per esempio su Roma dove prevale la clientela americana. Il nostro riferimento di mercato è mondiale, anche se certamente abbiamo una marcia in più sul fronte orientale grazie alle convenzioni stipulate con il mercato asiatico”.

Domanda: C’è un servizio dedicato negli hotel?
Risposta: “Le strutture contano su servizi standard e non specializzati per la clientela cinese. Anche se riusciamo a percepire le culture di provenienza e offrire, per esempio nel caso di gruppi dalla comunità cinese, servizi come pietanze asiatiche. Possiamo contare su collaboratori italiani che parlano cinese, e formiamo la direzione e lo staff sulle varie attività ed usi e costumi, che magari se non conosciuti potrebbero rischiare di mettere in imbarazzo il cliente.
Anche se va detto che adesso il mercato si è molto evoluto rispetto a prima. Bisogna comunque ricordare che quando la comunità cinese viaggia lo fa a livello europeo, l’Italia è una tappa di un tour più lungo, e magari dopo averla visitata una prima volta il cliente più esigente torna ad approfondire il resto del Paese. Il periodo clou è quello del Capodanno cinese, come per gli italiani il Natale e l’estate”.

D: Come avete vissuto questi mesi?
R: “L’emergenza del primo lockdown di primavera è stata affrontata con l’attività di riprotezione e il rilascio di voucher con validità di un anno. Gli hotel sono rimasti chiusi tranne una struttura a Milano e una a Roma. La stagione estiva però è andata bene, su luglio agosto, per esempio con il Grande Albergo delle Nazioni a Bari e Le Zagare in Sardegna. Abbiamo approntato tutti gli adempimenti e i protocolli necessari, per lavoratori e clienti, compresa la sicurezza nelle parti comuni. Abbiamo investito anche per migliorare ed agevolare il check-in, grazie a un’app per effettuare un pre check-in online e lasciare all’arrivo in hotel solo la consegna delle chiavi. E sempre grazie all’app è possibile prenotare anche altri servizi, come l’orario della colazione o il servizio in camera. Quindi siamo già pronti”.

D: Certo ora si è alle prese con un inverno difficile. Cosa vi attendete dalle istituzioni?
R: “Ci aspettiamo che il Governo dia dei tempi al settore, non solo agli hotel, ma anche alla ristorazione, per esempio. Se i provvedimenti arrivano dall’oggi al domani è difficile ripartire. Serve permettere agli operatori di lavorare e pianificare.
Un altro nodo cruciale è quello dei collegamenti. Come Camera di Commercio italo-cinese abbiamo istituito un gruppo di lavoro in tema turismo. È vero che nelle settimane passate è partito il volo diretto di Neos per Nachino, ma per il resto non serve a nulla chiudere le frontiere se altri Paesi europei permettono i voli con scalo, per esempio via Zurigo. Una proposta potrebbe per esempio essere la modalità cinese, che prevede due test, sierologico e tampone rapido, e poi a destinazione quarantena di 14 giorni in un hotel convenzionato”.

D: C’è richiesta da parte del mercato cinese al momento?
R: “In Asia e Cina si ha la percezione dell’Italia ancora come zona rossa, sul fronte turistico il Governo consiglia di evitare viaggi, certo però a livello corporate chi deve partire lo fa comunque, attraverso appunto i voli con scalo in altri Paesi europei”.

D: Come state gestendo il personale?
R: “Con gli hotel chiusi abbiamo fatto ricorso alla cassa integrazione e al fondo integrativo salariale, e per quanto riguarda la sede centrale una parte dello staff lavora in smart working, anche sul fronte del booking si lavora a rotazione. E poi naturalmente lavoriamo per mantenere la struttura nella migliore condizione, anche sul fronte manutentivo e della sicurezza, con il direttore di ogni hotel che è il nostro punto di riferimento. Credo che il turismo non riprenderà fino all’estate dell’anno prossimo, prendiamo l’esempio d Milano, dove anche il Salone del mobile è stato spostato dalla primavera a settembre. Dunque sarebbe utile che le istituzioni, invece che bloccare i licenziamenti, ci permettessero di poter ripartire in maniera snella”.

D: Come vede i prossimi mesi?
R: “Noi stiamo puntando sui clienti abituali ma cercheremo anche di intercettarne di nuovi. Credo che se davvero arriverà il vaccino il mercato si potrà riprendere appunto verso giugno e la stagione estiva funzionerà, come del resto era stato anche nell’estate di quest’anno, in cui per esempio per noi sono andate molto bene destinazioni come Sardegna e Forte dei Marmi. Se l’Italia viene percepita come meta sicura la clientela europea si muove, certo credo preferirà mezzi propri come l’auto per viaggiare. Anche sul fronte business, si continuerà con lo smart working ma tornerà anche l’esigenza di vedersi dal vivo.

Certo l’Italia non vive solo di mercato domestico e credo ci sarà una selezione: il settore è fatto di piccole medie imprese e spesso di famiglie, che avrebbero la necessità di rinnovare gli hotel. Per un albergatore singolo sarà difficile rimanere sul mercato”.

iH Hotels
Il Gruppo iH Hotels nasce nel 2014 a Milano dalla sinergia di due famiglie italo-cinesi che colgono l’opportunità di avviare un’attività nel settore turistico in espansione ed in concomitanza con l’imminente apertura di Expo 2015. Ad oggi conta complessivamente 31 strutture in gestione diretta e indiretta, distribuite principalmente in 4 città italiane (Milano, Firenze, Roma e Bari), dai 3 stelle superior ai 5 stelle luxury. Nel 2018 iH Hotels, grazie all’acquisizione del gruppo Piazza di Spagna View, amplia la sua collezione distribuendosi su tutto il territorio italiano con i City Hotels, gli Studios, i Luxury Hotels e i Resorts. Sono oltre 7.700 i posti letto su oltre 3mila camere. Il gruppo conta un team di oltre 600 dipendenti diretti, nelle sedi di Milano, Roma e nei vari alberghi, con un fatturato di 64 milioni di euro.
Lo sviluppo è basato sull’accentramento delle attività direzionale, commerciale, revenue, booking e amministrativa nella sede principale di Milano. Inoltre, ha creato tre macro aree identificate in Area Nord, Area Centro e Area Sud, che comprendono al loro interno le medesime funzioni: Area Revenue, Booking Centralizzato, Sales di Area, Ufficio Acquisti.

Il profilo
Fondatore e Amministratore di iH Hotels Group, Francesco – Siliù Hu è nato in Cina a Yuhu nel 1982 e si è trasferito a Milano nel 1989, frequentando qui le scuole fino a laurearsi all’Università Bocconi in Economia delle istituzioni e dei mercati finanziari. Si è occupato di consulenza in diversi settori, come quello immobiliare e retail, come anche dello sviluppo e gestione dello spazio commerciale ex Ovs Gruppo Coin, ora “The Oriental Mall” nella Chinatown milanese di Via Paolo Sarpi, con creazione di negozi food e non, due ristoranti etnici, spa e piccolo hotel a vocazione turistica cinese. Dal 2014 ha gestito fondazione e sviluppo del brand iH hotels, in collaborazione con il socio amico di famiglia Wen, agenzia viaggi specializzata nella biglietteria Italia Cina.

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