Come è cambiato, con la pandemia, il viaggiatore business? E qual è la strategia di marketing più efficace per intercettarlo? Ha provato a rispondere a queste domande Amadeus Hospitality che, intrecciando i dati recenti relativi alla prenotazioni alberghiere, ha tracciato il profilo del business traveler in epoca post-Covid. O, meglio, i profili. Cinque sono, infatti, gli identikit individuati dall’operatore, ciascuno con aspettative, motivazioni e preoccupazioni differenti, da imparare a riconoscere per impostare una strategia di marketing tagliata su misura per ciascuno.
Il primo è quello del “nuovo business traveler”, che tende sempre più a fondere affari e tempo libero con la famiglia o gli amici (nell’ottica del cosiddetto bleiusre). Per questo viaggiatore le esigenze oggi sono cambiate: l’hotel, oltre a garantire uno spazio di lavoro adatto, dove configurarsi anche come un luogo confortevole e sicuro nel quale soggiornare.
C’è, poi, il “turista d’affari singolo”, appartenente per lo più alla fascia d’età tra i 30 e i 55 anni, che si muove per partecipare a riunioni in presenza. Le aspettative di questa tipologia di ospite riguardano l’avere a disposizione tecnologia contactless, spazi per il networking e un buon f&b outlet. Tra le principali preoccupazioni segnalate, quelle relative ai livelli di contaminazione della destinazione e la fiducia nei protocolli di pulizia e sicurezza.
Il “nomade digitale” è, invece, colui che è spinto dalla volontà di viaggiare senza dover sacrificare la carriera e che punta, quindi, a portare a termine il proprio lavoro esplorando, allo stesso tempo, la destinazione. Cerca soprattutto wi-fi affidabile e, ovviamente, tariffe competitive dovendo far fronte a periodi di soggiorno prolungati.
Infine, il “workationer”, che vuole combinare lavoro e vacanza, cerca wi-fi affidabile ma anche camere con vista e attività per la famiglia e per il tempo libero, è spaventato dai costi del soggiorno e dalle difficoltà che si possono incontrare a prenotare sotto data.
L’ultima categoria è rappresentata da coloro che “viaggiano in piccoli gruppi per eventi o retreat di lavoro”. Per questi viaggiatori business è fondamentale potersi incontrare in sicurezza, avere a disposizione spazi per socializzare e fare rete e poter contare su sistemi di prenotazione flessibili.
“Una volta identificati i propri potenziali ospiti – spiega Valentina Gualtieri, Senior director of sales di Amadeus Hospitality – gli hotel devono creare messaggi in grado di catturare la loro attenzione. A causa del Covid, la qualità e la tempistica delle interazioni lungo il percorso di prenotazione è oggi più importante che mai. Per questo – è il consiglio in termini di azioni di marketing che siano davvero efficaci – è fondamentale creare messaggi che parlino agli ospiti in modo da ispirarli creando contenuti che rispondano concretamente alle motivazioni e alle preoccupazioni di ciascuno dei profili individuati come propri potenziali clienti”.
Ancora a proposito di strategia di marketing, Amadeus Hospitality ha individuato quali sono i messaggi che oggi risultano più appealing. Si tratta di quelli capaci di sottolineare la flessibilità dell’offerta dell’hotel, la maggior consapevolezza da parte della struttura dei propri impatti ambientali e sociali, la presenza dei servizi di portineria e, in generale, di tutte le ancillary che possono tornare utili al business traveler. Tra i punti fermi, che non dovrebbero mai mancare nella comunicazione (perché dati per scontato), ci sono le informazioni relative a pulizia e igiene e ai programmi fedeltà mentre definitivamente in declino è quella messaggistica che si rivolge all’ospite in maniera indifferenziata, senza tener conto dei bisogni di ciascuno.
Identikit di un viaggiatore d’affari
Dalle analisi dei dati di prenotazione di Amadeus Hospitality, chi sono e cosa cercano in hotel i viaggiatori d’affari post-Covid
Di Serena Massa, 11 Novembre 2022

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