Attenzione alle famiglie, miglioramento della qualità dell’offerta e prezzi competitivi. Sono i tre ingredienti principali che, insieme ai prodotti business utili a destagionalizzare l’offerta, molte strutture della riviera romagnola hanno scelto per reinventare la propria destinazione e, in un mondo sempre più globalizzato, mantenere la competitività di una meta storica del turismo italiano. Un’operazione che si può dire sostanzialmente riuscita, se molti oggi considerano proprio la Romagna un esempio di strategia efficace per rivitalizzare le sorti di un mercato turistico in fase matura. «Resta ancora molto lavoro da fare», racconta il titolare dell’hotel Ambasciatori di Riccione, Luciano Ubaldini, «ma sono convinto che, con l’impegno e la giusta collaborazione tra imprese e istituzioni pubbliche, si possa davvero tornare ai fasti di un tempo, anche in un contesto altamente competitivo come quello attuale».
La svolta si ebbe a fine anni 1980 con la comparsa, in Adriatico, della famigerata mucillagine, che tanto contribuì a danneggiare l’immagine della costa romagnola. «Fu allora che noi operatori ci rendemmo conto della necessità di invertire la rotta: si imponevano interventi radicali, capaci di ridare smalto al nostro prodotto». E il target famiglie fu individuato quale obiettivo principale di tale azione. Si cominciò così a definire quell’offerta tagliata sulla misura delle esigenze delle coppie con bambini, che oggi rappresenta uno dei principali perni competitivi della destinazione, soprattutto durante i mesi estivi: animazione in spiaggia e in albergo, promozioni mirate, escursioni nei numerosi parchi divertimento situati nelle vicinanze, oltre a piscine riscaldate sempre a 28-30 gradi. «Il nostro modello di allora», riprende Ubaldini, «erano i grandi villaggi turistici della Sardegna, con la loro offerta a 360 gradi per le famiglie. Un modello che credo, oggi, siamo persino riusciti a superare». E ciò anche grazie a quel mare che, con la sua cattiva immagine, tanto aveva contribuito a danneggiare la forza del prodotto Romagna. «I nostri fondali bassi e sabbiosi forse non sono in grado di regalare gli scenari di altri lidi celebri per la limpidezza delle loro acque, ma sono senz’altro ideali per la sicurezza dei bambini. Inoltre, anche la qualità dell’acqua è oggi sostanzialmente migliorata rispetto a un trentina di anni fa: la maggiore consapevolezza ambientale del paese, unita a legislazioni più stringenti in materia, ha infatti consentito di diminuire sensibilmente l’inquinamento in Adriatico».
Come sempre però, nel settore alberghiero, la vera forza di ogni offerta rimane legata a doppio filo alla qualità del servizio e dell’ospitalità. È così che in Romagna si sfruttano appieno le potenzialità della proprietà diffusa a gestione familiare: proprio quella caratteristica, cioè, che molti critici ritengono essere il punto più debole dell’offerta italiana. «Da noi l’ospite non è mai un semplice numero», racconta Ubaldini che, romagnolo doc, non nasconde una punta d’orgoglio nelle proprie parole. «Con i clienti, infatti, spesso si stabilisce un rapporto diretto e familiare. Un fenomeno inevitabile in un contesto in cui il 50% degli ospiti è rappresentato da repeater: il nostro patrimonio inestimabile che, non mi stancherò mai di dirlo, bisogna continuare a curare con tutte le accortezze del caso. Così, per fare solo un esempio, noi contattiamo i nostri clienti estivi più affezionati anche durante il resto dell’anno, in modo da mantenere quel rapporto privilegiato instaurato durante il loro soggiorno qui a Riccione».
Ciò, naturalmente, non vuol dire perdere di vista le nuove opportunità offerte dal mercato. «A cominciare dai mercati internazionali, vecchi o nuovi che siano. Se, fino a poco tempo fa, i viaggiatori tedeschi rappresentavano sicuramente il nostro riferimento principale all’infuori dell’Italia, oggi anche molti francesi e olandesi scelgono le nostre destinazioni. E poi ci sono i russi, clienti spesso dotati di budget importanti. Senza dimenticare, infine, gli indiani e i cinesi: finora se ne sono visti ancora pochi, ma prima o poi cominceranno ad arrivare anche loro. E, per accoglierli, occorre essere preparati: offrire un servizio di qualità a prezzi competitivi sfruttando, appunto, i vantaggi delle nostre gestioni a carattere familiare».
Per mantenere la competitività elevata non bisogna, insomma, abbassare la guardia. «Sarebbe opportuno, per esempio», suggerisce il titolare dell’Ambasciatori, «provare a ripensare i nostri prezzi di altissima stagione. E non solo per evitare di pesare eccessivamente su chi le vacanze le può fare unicamente ad agosto. Basterebbe poco: sarebbe sufficiente, infatti, alzare leggermente le tariffe nei mesi di spalla, in modo da compensare le diminuzioni praticate ad agosto. In questo modo non solo ci si garantirebbe un po’ più di margine nei periodi di prezzi bassi, ma si adeguerebbe pure la nostra offerta a quello che sarà il probabile trend dominante dei prossimi anni, con vacanze sempre più brevi, ma ripetute in diverse parti dell’anno».
È forse il personale, però, la variabile più delicata da gestire e valorizzare. «Senza risorse umane adeguate non si può costruire un’offerta di qualità», conclude, infatti, Ubaldini. «Ma in Riviera le aziende ricettive sono davvero tante e le scuole alberghiere dell’area non riescono a soddisfare la nostra ingente domanda di lavoro. Tanto più che solo un 20-30% dei ragazzi che escono da tali istituti poi sceglie di lavorare nel settore. Le ragioni sono note: orari complessi, tanti sacrifici e salari non altissimi. Noi ci mettiamo del nostro, offrendo spesso premi e riconoscimenti ai collaboratori, consapevoli del loro impegno, ma occorrerebbe agire a livello generale: gli stipendi, al lordo, non sono poi così male; servirebbe, però, davvero alleggerire un po’ la pressione fiscale».
Chi è Luciano Ubaldini
Fin da piccolo coinvolto dalla famiglia nella gestione di diversi hotel tra Riccione e Rimini, Luciano Ubaldini, dopo aver terminato la scuola alberghiera di Stresa, inizia a viaggiare, lavorando prima sulle navi da crociera e poi in diverse strutture alberghiere del Vecchio continente. Tra le sue esperienze di quel periodo spicca, in particolare, la conduzione, a Berlino, di due rinomati ristoranti italiani: il Firenze e il Puccini. Rientrato in Italia alla morte del padre, negli anni 1990, da quel momento si dedica completamente al comparto ricettivo di Riccione, acquistando diverse strutture, tra cui, per ultima, nel 2000, l´hotel Ambasciatori: un 4 stelle degli anni 1960, che aveva assoluto bisogno di una ristrutturazione globale, capace di sviluppare un concept completamente nuovo e più rispondente alle richieste del mercato contemporaneo. Riaperto al pubblico per la stagione 2010, oggi l´Ambasciatori offre un ambiente ispirato al design più elegante, nel quale le rifiniture moderne si sposano sapientemente con i dettagli che hanno identificato lo stile dell´hotel fin dalla propria nascita.
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