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I Preve, imprenditori “artisti”

Di Antonio Caneva, 9 Giugno 2006

La storia ha un suo fascino e, nella storia, a buon diritto, entrano le aziende longeve, in grado di trasmettere memorie.
Riso Gallo, una tra le più grandi riserie d’Europa, festeggia quest’anno 150 anni di attività avendo iniziato a Genova nel 1856 con l’apertura di uno stabilimento per la lavorazione di risone importato, finalizzato all’esportazione in Sud America.
Per l’occasione, nella cornice del ristorante Cracco-Peck di Milano, si è svolta la presentazione di 150 anni di chicchiricchi, il libro di Gianni de Felice, con prefazioni di Ferruccio de Bortoli (direttore del Sole 24 ore) e Alessandro Profumo (presidente di Unicredito), che traccia l’evoluzione dell’azienda e la storia della famiglia proprietaria.
Ciò che consente a 150 anni di chicchiricchi di farsi leggere con curiosità anche da chi non s’intende di risoni e riso e ha scarsa dimestichezza con bilanci e consigli d’amministrazione, è il singolare intrecciarsi di tre storie.
La storia di una famiglia, i Preve, dal giovane Giobatta che emigra con la sposa Giulietta a Buenos Aires nell’800, ai quattro figli di Mario, presidente di Riso Gallo SpA: Eugenio, Emanuele, Carlo e Riccardo, questi ultimi due, già nel management di Robbio Lomellina (attuale sede), rappresentano la sesta generazione, il futuro.
La storia dell’attività risiera, cominciata con la bottega genovese del 1856, sviluppatasi prima con i soci Macciò e poi a lungo con i soci Frugone, estesa a Buenos Aires e trasferita da Sampierdarena a Robbio in provincia di Pavia, animata da una spiccata vocazione per i mercati internazionali: la Frugone & Preve è la prima a commercializzare in Italia il riso con marca e confezione.
La storia, infine, di due paesi, Italia e Argentina, che in un secolo e mezzo hanno attraversato guerre e paci, vissuto crisi da fame e floridezze da boom, conosciuto colpi di Stato e dittatori, ponendo continuamente le imprese di fronte a severi ostacoli da superare o felici opportunità da saper riconoscere e sfruttare.
L’autore Gianni de Felice afferma che «…sarebbe stato impossibile scrivere per Riso Gallo un classico libro aziendale per la semplice ragione che nei personaggi della storia dei chicchiricchi non c’è quasi nulla di piattamente classico. In tutti loro c’è un estro che si esprime, anzi esplode di volta in volta con il coraggio, con la tenacia, con la fierezza, con la fantasia, con il perfezionismo… Sembrano più artisti che imprenditori».
Dove nasce il Riso Gallo?Il Pavese ha confini naturali formalmente molto chiari: è quella porzione di pianura padana che sta a nord del Po, tra il basso corso del Ticino e il Sesia. Questa fascia è stata provincia piemontese sino al 1859 con capitale Mortara: i Savoia avevano infatti conquistato Mortara nel 1706 e solo 37 anni dopo sarebbero arrivati a Vigevano. Dai Savoia dipende la “specializzazione” di queste terre: da quasi 300 anni è attraversata da una trama fittissima di canali, arricchita dalla presenza di grandi cascine che ancora oggi sono i veri centri produttivi delle risaie, la più evidente peculiarità agricola della zona.
I piemontesi non divisero le grandi proprietà e favorirono uno sviluppo moderno dell’agricoltura, affiancando spesso agronomi ai possessori della terra, per consigliarli come sfruttare al meglio la qualità del terreno, delle acque, del microclima. Una bella testimonianza di quell’epoca di grande progresso sono i molti castelli che punteggiano la pianura, ancora abitati dalle antiche famiglie nobiliari.
Il paesaggio è piatto, interrotto dalle grandi cascine in mattoni rossi, incorniciate dai filari di pioppi: in primavera l’allagamento delle risaie riduce le strade a un vero e proprio reticolo su di un apparente e immenso lago, che spesso fa da specchio nelle giornate limpide alle nevi delle Alpi. Tutto è stato costruito, trasformato, organizzato in secoli di infinita pazienza e conoscenza dall’uomo.
Per natura questa terra di risorgive sarebbe stata un’impraticabile palude, come lo era nel Medioevo. Invece divenne luogo di esperimenti agricoli per l’epoca all’avanguardia: nel Quattrocento, alcuni pregiati sacchi di riso provenienti dall’Oriente furono regalati dal marchese di Mantova al cugino Ludovico il Moro e messi a coltura nella zona di Robbio, sede della Riso Gallo. Da allora il riso migliore proviene da questa storica ex provincia.

Alcune curiosità sul riso

• le varietà di riso registrate alla banca genetica del Centro di Los Banos nelle Filippine sono più di 100mila

• le varietà conosciute e coltivate sono più di 5mila, perlopiù di stirpe Indica

• le varietà coltivate in Italia sono circa 50

• la produzione mondiale è di circa 500 milioni di tonnellate, coltivate su di un’area di oltre 148 milioni di ettari, pari a cinque volte la superficie dell’Italia

• il primo produttore mondiale è la Cina con 175 milioni di tonnellate

• in Europa si producono circa 2 milioni di tonnellate di riso e l’Italia è il primo produttore europeo con 1.200.000 tonnellate di riso su di una superficie di 200mila ettari (un terzo destinato al consumo interno)

• il 90% viene prodotto nelle province di Vercelli, Pavia, Novara

• il consumo pro-capite in Italia è di 5.5 kg/anno (pari al consumo medio europeo), inferiore a quello della Spagna (7 kg/anno)

• il consumo pro-capite del Laos è di 170 kg/anno

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