Su cosa si basa oggi la capacità delle aziende ricettive di attrarre e trattenere il personale? È davvero – come sostengono molti responsabili HR – sempre più una questione di purpose e posizionamento valoriale o la cara vecchia retribuzione ha ancora il suo peso? E, ancora, come andrebbero ridisegnate le politiche HR del settore non solamente per risolvere il problema attuale della mancanza di personale, ma anche per definire una strategia a lungo termine che tenga conto dei cambiamenti in atto nella società? Se ne è parlato la scorsa settimana, in occasione di TTG Travel Experience, nel corso di un interessante panel dal titolo “People Care&Hospitality” organizzato da BWH Hotels Italia.
Ripensare il lavoro
Da una revisione della comunicazione nel recruiting – che valorizzi le possibilità di lavoro nel settore anche non strettamente legate al front office – alla messa a punto di strumenti che tengano conto di come il Paese sta cambiano dal punto di vista demografico, con una popolazione meno numerosa e sempre più vecchia – fino al tema di una formazione scolastica non adatta alla complessità di competenze richieste oggi dall’hôtellerie, sono molti i versanti sui quali istituzioni, aziende e chi si occupa di risorse umane sono chiamati a ripensare i percorsi del lavoro – a partire dal tema cruciale della retribuzione. Ma lungo quali direzioni e con che soluzioni operative?
A questo LINK, l’articolo completo sul numero di questa settimana del magazine di “Job in Tourism”.
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