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I cambiamenti sono sempre positivi?

Di Antonio Caneva, 26 Settembre 2013

Le strutture invecchiano, i tempi cambiano e, talvolta, ci si interroga sull’adeguatezza delle proprie attività, soggette all’usura del tempo e ai mutamenti epocali che attraversiamo.
La crisi attuale da un lato induce all’innovazione del prodotto e dall’altra alla prudenza. Combattuti da questi dubbi non è facile definire scelte e attuare programmi di rinnovamento, anche se ritenuti indispensabili. I valori in campo sono molti, tra cui il riposizionamento del prodotto, le implicazioni economico-finanziarie, la capacità di gestire il cambiamento, il mercato di riferimento; scelte importanti che possono condizionare in maniera determinante il futuro dell’attività.
Poche righe, due storie vere, che certamente senza fornire risposte esaustive (d’altronde, talvolta non ci riescono neppure poderosi tomi di insigni studiosi), inducono a riflettere: pochi anni or sono, in un paesino di montagna delle nostre Alpi, che negli ultimi anni è diventato un’icona del turismo invernale, c’era una pensione familiare; una villetta sorta all’inizio del boom turistico. I proprietari ci lavoravano dentro e conducevano l’attività con la bonaria attenzione dei paesani; c’era un bar in cui gli abitanti locali bevevano vino, era il posto pubblico telefonico del paese nell’era pre-cellulari (me lo ricordo con le guide telefoniche di tutta Italia ammonticchiate in disordine vicino ai telefoni), e camere semplici che però erano sempre occupate. I proprietari, avvertendo i tempi che stavano cambiando (o era solo ambizione?) e facendo un grosso investimento, abbatterono la struttura e costruirono un albergo migliore, con negozi, un grande ristorante e un bar, bello, tra l’altro non più posto pubblico. I conti però non sono mai tornati e i titolari sono stati obbligati a vendere l’attività; la storia locale sussurra che la famiglia si sia disgregata in un crescendo di difficoltà.
In via Paolo Sarpi, in piena Chinatown milanese, tra i pochi negozi italiani rimasti, c’è una bottiglieria con mescita; è un negozio lungo e stretto, con una sola luce d’ingresso, un banco di legno e vecchi scaffali economici lungo tutte le pareti, su cui, fino al soffitto, in maniera disordinata, sono posate bottiglie di vino delle più disparate provenienze, identificate da foglietti scritti a mano, con indicato il prezzo.

Qua e là, ai bordi degli scaffali, sono fissati con lo scotch foglietti ritagliati da quaderni, cartoncini e quant’altro, con importanti poesie, scritte con grafia infantile e disegnetti di fiori, come fanno i bambini alle elementari. Sopra il bancone, esposte bottiglie di tutte le annate di Sautern e grappe di monovitigno, mentre sul ripiano piattini con modesti stuzzichini. Soprattutto però quello che colpisce nel locale è la gente, tanta gente, continuamente: giovani che si incontrano, avventori raffinati, anziani; tutti che gustano bicchieri di vino versati da bottiglie aperte al momento, dalle provenienze più disparate, che non fanno in tempo a guastarsi. Un locale confuso, dove è difficile trovare posto e gli avventori, quasi esclusivamente italiani, si siedono in strada, su seggiole di plastica blu che, per ineleganza, non hanno niente da invidiare all’interno del locale, il quale però mantiene un che di familiare, con il proprietario che bonariamente dispensa consigli e la signora alla cassa che chiede se il vino è piaciuto. Un locale che non cambia da sempre e in questo ha trovato la chiave del proprio, incredibile, successo. Il massimo dei cambiamenti è stato l’introduzione nel locale di una lavorante cinese (che sia un’operazione di marketing?)
Due esperienze: una in cui i cambiamenti hanno determinato la rovina di un’attività e un’altra in cui l’immobilismo è la chiave del successo.
Certo, non sempre è così, anzi, forse queste sono eccezioni, perché non mancano casi in cui i cambiamenti sono stati il vero motore di successi significativi; questi esempi però vogliono indicare che non esistono regole assolute e che ogni intervento va valutato con attenzione e prudenza, considerando tutte le variabili in gioco.

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