È da sempre considerata una delle aziende globali più all’avanguardia in fatto di innovazione, marketing, pubblicità e anche inclusione. Non a caso, nel mese del Pride, Ikea ha annunciato in Italia una serie di novità in ambito risorse umane volte a tutelare maggiormente i diritti delle persone transgender. Una vera e propria “transgender policy” che è state elaborata dalle HR del gruppo, con il supporto dell’associazione Parks-Liberi e Uguali e di un gruppo di dipendenti. Obiettivo: creare un ambiente di lavoro più inclusivo.
Cosa prevede la nuova policy
Applicata a tutti le collaboratrici e i collaboratori del gruppo, assunti con qualsiasi tipo di contratto, la policy prevede fino a sei settimane di congedo retribuito ai dipendenti che avviano un processo di transizione di genere. Come si legge su La Stampa, il documento prevede poi la tutela del lavoratore a fronte di eventuali rimostranze da parte di clienti che dovessero dirsi a disagio nell’avere a che fare con addetti transgender e l’adozione di comportamenti rispettosi, anche nell’impiego dei pronomi, nei confronti del personale che dovesse richiedere di fare riferimento a sé in modi specifici.
Infine, l’abbigliamento e l’uso dei bagni, con la possibilità di avere accesso a questi ultimi in base al proprio genere di elezione e la tutela del diritto di vestirsi con abiti che riflettono la propria identità di genere purché rispettino il dress code e gli standard Ikea.
Scelte che – ha sottolineato Ikea – vanno non solo a beneficio dei singoli lavoratori ma dell’azienda tutta che, grazie a una forza lavoro diversificata, può risultare più creativa, innovativa e capace di intercettare meglio le esigenze di un mercato sempre più diversificato.
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