Job In Tourism > News > Risorse umane > Hilton, il benessere al lavoro

Hilton, il benessere al lavoro

Dalle nuove strategie di recruiting all’hub per il sostegno psicologico: la via delle HR del gruppo alberghiero che passa dal “thrive”

Dalle nuove strategie di recruiting all’hub per il sostegno psicologico: la via delle HR del gruppo albergh

Di Silvia De Bernardin, 17 Novembre 2022

Detto con una parola thrive, prosperare. Ovvero, stare bene sul posto di lavoro. La pandemia ha stravolto dinamiche e priorità dell’hospitality e, con esse, il mondo delle risorse umane, alle prese con nuovi bisogni da interpretare e strategie di attraction e retention da ripensare in maniera innovativa e flessibile. È quello che sta facendo Hilton che, come ci spiega Fausto Ciarcia, Human Resources Director Italia del gruppo alberghiero, ha deciso di affrontare il cambiamento mettendo al centro un rinnovato concetto di benessere al lavoro.

Domanda. È sicuramente un periodo molto complesso per le HR del settore. Riscontrate anche voi difficoltà a reperire personale?
Risposta. In questo momento ci sono delle criticità innegabili legate agli effetti della crisi pandemica, a quella energetica, al carico fiscale. Ma ci troviamo anche in una fase molto diversa rispetto a un anno fa: il turismo è ripartito, è uno dei settori trainanti la ripresa nazionale, l’occupazione sta tornando a crescere. Il turn over ha creato sicuramente problemi di reclutamento, ma credo abbia dato anche grandi opportunità. È chiaro, però, che bisogna trovarsi pronti di fronte a questi cambiamenti, e anche alle differenti priorità espresse dalle persone. Al momento anche noi siamo in una fase di recruiting, abbiamo circa 100 posizioni ricercate da qui ai prossimi mesi in tutti i settori, anche in ragione delle nuove aperture previste nel prossimo futuro. Come gruppo, la priorità è ascoltare il mercato e le esigenze delle persone che approcciano il settore dell’ospitalità per metterle al centro della nostra strategie HR, consapevoli che siamo in un contesto completamente cambiato rispetto al passato.

D. Uno scenario mutato che ha modificato anche le vostre strategie di attraction e retention?
R. La nostra necessità, in questo momento, è andare a reclutare nuovi talenti sul mercato ma è altrettanto importante riuscire a trattenere quelli che già abbiamo. La capacità di attrarre personale passa dalle opportunità che riusciamo a creare per farci conoscere e per collocarci sul mercato come una scelta importante sia per i giovani sia per chi desidera cambiare lavoro, ma anche per coloro che non hanno necessariamente un background nell’ospitalità. Siamo presenti alle fiere di settore, agli open day, collaboriamo con le scuole, ma in questo momento ciò che stiamo facendo è soprattutto aprire le porte dei nostri hotel per dare la possibilità alle persone che vogliono lavorare in questo settore di venire a vedere di persona dove possono farlo. Non significa solamente poter vedere la bellezza delle nostre strutture e delle location, ma soprattutto parlare con i nostri specialisti per capire perché questo lavoro è così speciale. A monte di tutto, però, è importante capire quali sono le esigenze e le priorità delle persone. Attraverso le analisi annuali del clima aziendale cerchiamo di capire cosa è importante per loro e come possiamo migliorare nell’organizzazione, ma anche nell’offerta al cliente.

D. Ecco, a proposito di priorità, oggi le persone sono molto più attente che in passato a parametri come il benessere, il work-life balance, la flessibilità degli orari, l’inclusività, la sostenibilità. Come risponde Hilton?
R. Sì, emerge chiaramente anche da una ricerca che abbiamo svolto sul target 18-41 anni, unitamente alla voglia di viaggiare. Hilton risponde con un pacchetto di servizi che mette i team members al centro dei nostri progetti. Il riconoscimento dell’importanza del benessere dei membri del team ci ha portato ad attivare una serie di politiche che abbiamo identificato con il termine thrive, prosperare: è la possibilità di stare bene grazie a una serie di servizi per il benessere psico-fisico, che aiutano il team a stare meglio – e quindi a lavorare meglio – avendo accesso a una serie di opportunità innovative di apprendimento e sviluppo professionale, in un ambiente flessibile.

D. Facciamo qualche esempio?
R. Abbiamo lanciato un nuovo hub per il benessere mentale con consulenti psicologici disponibili online. Il nostro Employees Assistant Program prevede l’accesso anche a risorse e strumenti di consulenza legale o finanziaria, come aiuto per risolvere problematiche legate alla vita privata. Abbiamo un programma di assistenza sanitaria dedicata per i viaggi di lavoro e una definizione delle diete nei ristoranti per i team molto attenta alla corretta alimentazione. C’è poi la possibilità di viaggiare: con il programma Go Hilton i membri del team e le loro famiglie possono soggiornare nei nostri hotel in tutto il mondo a prezzi molto scontati e per chi vuole fare un’esperienza di lavoro in una realtà diversa abbiamo un database dedicato che incrocia domanda e offerta interna e permette a chi lo desidera di spostarsi. A proposito di diversità e inclusione, un esempio su tutti è il programma grazie al quale quest’anno abbiamo garantito possibilità di impiego e formazione specifica per i rifugiati, che è valso a Hilton Italia un riconoscimento da parte dell’Onu.

D. C’è da parte dei candidati anche una grande richiesta di flessibilità, non sempre facilmente attuabile in hotel…
R. Sì, una flessibilità intesa non solo come lavoro da remoto, che pure è una soluzione importante che continuiamo a portare avanti per determinate funzioni. Per noi la flessibilità è quella che può essere definita dal lavoratore stesso in relazione alle sue esigenze, con la possibilità di cambiare e programmare i propri orari in maniera diversa per poter essere il più possibile allineato alle proprie esigenze personali.

D. Hilton viene spesso inserita ai primi posti delle classifiche globali come una delle aziende nelle quali si lavora meglio. Ma cosa significa concretamente essere una realtà nella quale “si lavora bene”?
R. Significa essere un ottimo posto nel quale lavorare per tutti, indipendentemente da chi si è e dalla mansione che si svolge. Per Hilton è fondamentale che i membri del proprio team vivano un’esperienza lavorativa sempre positiva e indirizzata alla crescita professionale, in un ambiente costruttivo e flessibile. Un ambiente nel quale tutti possono contribuire con le loro idee al miglioramento dell’azienda e delle strategie aziendali.

D. La pandemia ha portato grandi cambiamenti nel mondo dell’HR. Come è cambiato il suo lavoro negli ultimi due anni?
R. Il mio lavoro è cambiato tanto. Il contesto è cambiato, noi siamo cambiati con lui, e io come persona in primis. Oggi è ancora più importante ascoltare le persone, essere concentrati sul benessere dei membri del team, riuscire ad attrarre le persone anche se vengono da contesti differenti, avere sempre un occhio alle novità, saper pensare out of the box. Lavorare per Hilton, poi, vuol dire anche avere a disposizione strumenti che permettono di muoversi sempre in anticipo sul mercato e saper essere innovativi.

Flessibilità, benessere e salute mentale: i nuovi bisogni di Millennials e Generazione Z
Flessibilità, opportunità di viaggiare, possibilità di contribuire alla realizzazione di progetti mirati e diversity sono oggi fattori fondamentali per il lavoro ideale per le persone tra i 18 e i 41 anni. È quanto emerge da una ricerca condotta recentemente da Hilton, che ha analizzato bisogni e necessità di chi oggi cerca o vuole cambiare lavoro e che ha aiutato il gruppo alberghiero a ridefinire le proprie politiche in ambito HR.
Dai risultati – evidenzia lo studio – emerge l’importanza di incontrare nuove persone, di fare esperienza in diversi ruoli e di trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata. Interessanti per i candidati risultano le aziende con forti politiche in materia di questioni sociali e ambientali (per l’80% delle persone) mentre un luogo di lavoro inclusivo è essenziale per l’84%. Per l’87% degli intervistati da Hilton grande importanza hanno, poi, le politiche di salute e benessere mentale (tanto che il 18% ha rivelato di aver pensato di cambiare lavoro nell’ultimo anno a causa delle preoccupazioni per la propria salute e per il proprio benessere mentale) così come il legame umano, con l’88% che apprezza l’interazione sociale sul posto di lavoro. Tra i benefit più importanti in un nuovo lavoro emerge soprattutto la flessibilità degli orari o la possibilità di gestire il proprio tempo.

Find your thing, oltre 500 studenti di tutta Italia alla scoperta del mondo Hilton
Aprire le porte degli hotel e favorire l’incontro diretto tra candidati e specialisti dei vari settori per far toccare con mano cosa significa oggi lavorare nell’ospitalità e, nello specifico, in un’azienda come Hilton. È una delle strategie messe in campo oggi dal gruppo alberghiero in fase di recruiting per aumentare la propria capacità di attrazione. Un esempio è stato l’evento ibrido, svoltosi a fine ottobre, che ha visto la partecipazione di oltre 500 studenti provenienti da scuole del turismo di tutta Italia che hanno potuto incontrare virtualmente gli specialisti dei team Hilton di tutti i settori, dagli operativi di front office, cucina e housekeeping ai commerciali fino ai responsabili marketing e di revenue management. “Crediamo che la testimonianza diretta di chi ogni giorno vive il lavoro, con il proprio percorso, le proprie scelte e il proprio background sia la dimostrazione migliore della cultura Hilton – spiega Ciardo –. Abbiamo voluto intitolare l’evento Find your thing: un invito ai giovani a trovare la loro strada e a farlo in un’azienda che, come Hilton, non solo rappresenti una possibilità di carriera, ma sia anche un luogo dove crescere, trovare amicizie e creare e vivere esperienze indimenticabili”.

Comments are closed

  • Categorie

  • Tag

Articoli Correlati