Job In Tourism > News > Green > “Gli operatori diventano sentinelle del territorio”

“Gli operatori diventano sentinelle del territorio”

Green e digitale i due asset su cui le aziende devono puntare, anche grazie all’occasione offerta dal Recovery Plan. Ce ne parla Fabrizio Garavaglia, co-founder di New Vision

Green e digitale i due asset su cui le aziende devono puntare, anche grazie all’occasione offerta dal Recov

Di Job in Tourism, 15 Aprile 2021

Se già i temi legati alla sostenibilità stavano diventando di grande interesse per le aziende del turismo ora, con l’avvento della pandemia, la questione assume un aspetto ancora più decisivo: non possiamo più fare a meno di prenderli in considerazione, anche e soprattutto alla luce della strada segnata dall’Onu nella sua Agenda 2030 con i 17 obiettivi da raggiungere entro i prossimi nove anni, molti dei quali chiamano in causa direttamente il mondo del turismo e che stiamo approfondendo anche sulle pagine di Job in Tourism con una rubrica dedicata.

Ne abbiamo parlato con Fabrizio Garavaglia, co-founder di New Vision, società attiva in strategie per la sostenibilità, che si occupa di tutto il processo che le aziende devono intraprendere, dal piano strategico di sostenibilità, con l’individuazione degli obiettivi da raggiungere e dell’investimento da mettere in campo, al benchmark con i competitor, alla rendicontazione che porta al cosiddetto bilancio di sostenibilità. Anche perché, come ha già spiegato Garavaglia dalle colonne di questo magazine (vedi Job in Tourism nr. 23 del 12 dicembre 2019, “La sostenibilità fa bene alle aziende” il concetto di sostenibilità per le aziende chiama in causa anche implicazioni di tipo sociale, come quelle in merito al welfare e alla gestione dei lavoratori, aspetti di governance ed economici.

Domanda: E oggi, con la pandemia a fare da spartiacque rispetto al passato, cosa cambia?
Risposta: “Non possiamo continuare a pensare di avere a disposizione risorse inesauribili e andare avanti stressando il pianeta, perché poi gli effetti ci ritornano e sono sotto gli occhi di tutti, dai cambiamenti climatici alle pandemie, come quella che stiamo vivendo. E possiamo certamente dire che proprio la crisi Covid ha contribuito a farci prendere coscienza di come sia necessario un cambio di passo, nella nostra vita quotidiana ma anche nei settori produttivi e dei servizi, turismo compreso.
Questa pandemia però offre anche un’opportunità: dobbiamo infatti ripartire e ricostruire e lo possiamo fare cercando di sfruttare al meglio l’occasione offerta in primo luogo dal Recovery plan: mai infatti c’è stata la disponibilità di risorse così ingenti, si parla di oltre 200 mld di euro. Dobbiamo certo impiegarli in modo intelligente e puntuale con l’obiettivo di produrre nuova ricchezza e posti di lavoro”.

D. Come possiamo metterlo in pratica nel turismo, facendo tesoro dell’esperienza della crisi e dettando una linea sostenibile?
R. “Innanzitutto, dobbiamo pensare al settore come a una filiera molto ampia, che corre dall’ospitalità alle agenzie di viaggi a tutto il mondo dell’agroalimentare: l’obiettivo è sviluppare soluzioni e progetti innovativi tenendo conto delle linee ispiratrici del Recovery plan, intercettando quelle che saranno contenute nel Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza (PNRR). La sua approvazione deve arrivare entro la fine di aprile e conterrà anche gli interventi sul turismo. Il PNRR dovrà rispettare le indicazioni dell’Europa, gli investimenti dovranno avere focus sul green, sul digitale e sugli aspetti sanitari”.

D. Dunque cosa occorre per pensare al futuro?
R. “Il settore deve pensare di investire tenendo nella massima considerazione queste caratteristiche: il green, la digitalizzazione, la sostenibilità. Sono queste le tre parole d’ordine. Anche perché non possiamo pensare di tornare semplicemente al gennaio 2020, non si tratta di riaccendere la luce e ritrovare tutto come prima. Dobbiamo renderci conto che oggi ci troviamo in un’altra epoca e il modello che avevamo prima non funziona più, la strada ora è quella di sviluppare servizi che impattino il meno possibile sull’ambiente e che contribuiscano a migliorare l’ecosistema e il clima. Una nuova normalità.
Se gli agricoltori sono le sentinelle del territorio, mi piace pensare che così debba diventare anche il turismo, anche i nostri operatori sono chiamati a un compito di questo tipo. Perché laddove c’è turismo ci sono le eccellenze, ambienti delicati e che necessitano grande rispetto: dal mare alla montagna alle città d’arte. E dunque gli operatori del turismo, ad ogni livello e in ogni settore, devono diventare custodi e sentinelle di questo patrimonio naturale cercando anche di indirizzare i flussi nella maniera più sostenibile”.

D. Si insiste molto sulle località minori e su una redistribuzione dei flussi, ma secondo gli operatori anche i grandi numeri sono ovviamente indispensabili per una ripresa economica…
R. “Certamente, per riprendersi, l’industria del turismo avrà bisogno di movimentare nuovamente grandi flussi, ma credo che anche su questo fronte gli operatori debbano introdurre alcuni elementi di differenziazione, non è più pensabile un turismo di massa come quello dell’estate 2019, ci vuole una maggiore consapevolezza sul fronte dell’ambiente e credo che gli operatori possano giocare un ruolo fondamentale, perché intercettano le esigenze dei viaggiatori. E naturalmente poi sta anche alla creatività degli addetti ai lavori interpretare al meglio queste richieste. Devono diventare ambasciatori del territorio e degli obiettivi di sostenibilità”.

D. Qualcosa si sta muovendo?
R. “Nonostante l’anno di grande difficoltà, ho notato attenzione da parte delle aziende che spesso hanno sfruttato questo periodo di attività forzatamente ridotta per ripensarsi e ristrutturarsi, investendo per esempio sull’efficentamento energetico o sulla riduzione degli sprechi, come quelli idrici. Certo, bisogna ammettere che è necessaria una certa solidità finanziaria per farlo e dunque sono avvantaggiati i grandi, però certamente se i gruppi indicano una strada poi sarà più semplice seguirla anche per il resto del mercato.
Qualcosa si sta muovendo, speriamo dunque che sia di buon auspicio e che anche i fondi in arrivo possano dare un’accelerata”.

Chi è New Vision
Nell’ambito della società Link Consulting Partners SpA, operante prevalentemente nel settore del supporto integrato alle strategie aziendali e di business, la divisione New Vision – Strategie per la Sostenibilità si pone l’obiettivo di offrire le migliori soluzioni per una strategia di sostenibilità creata e pensata su ogni singola realtà. La struttura è composta da un pool di professionisti multidisciplinari, coordinati da un esperto in materia di CSR e sostenibilità. Tra i principali servizi offerti rientrano lo studio di una strategia di sostenibilità; il Piano di sostenibilità che fissa gli obiettivi da raggiungere in un periodo di programmazione di 3/5 anni, fissando KPI e relative tempistiche. C’è poi il Bilancio di Sostenibilità, che rendiconta l’attività dell’azienda nel campo sociale, economico e ambientale in linea con gli standard internazionali GRI; lo Stakeholder engagement, ovvero la loro mappatura, le azioni di coinvolgimento e la definizione di temi e politiche rilevanti; il Piano di comunicazione costruito su misura con azioni rivolte sia all’interno dell’azienda che agli stakeholder, ai territori e alle comunità. Non ultima, la formazione, per creare e favorire il diffondersi di una cultura manageriale della sostenibilità e della CSR nell’ambito della propria azienda.

Comments are closed

  • Categorie

  • Tag

Articoli Correlati