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Gli italiani hanno l’hotel nel cuore

Sono garanzia di sicurezza e tranquillità, ma nutrono anche il sogno: un’indagine Federalberghi svela il valore delle strutture ricettive per i connazionali

Sono garanzia di sicurezza e tranquillità, ma nutrono anche il sogno: un’indagine Federalberghi svela il v

Di Job in Tourism, 6 Luglio 2021

Viaggio intorno al pianeta albergo: l’hotel occupa un posto importante nel cuore e nella mente degli italiani, il 70,9 % della popolazione ne ha un ricordo forte e cerca di tornare dove è già stato e il 37,8% torna spesso in hotel dove ha vissuto qualche vacanza da bambino. Ad evidenziarlo è una ricerca commissionata da Federalberghi in collaborazione con CFMT ad Antonio Preiti di Sociometrica.
Il 34,4% degli italiani ha sempre qualche storia da raccontare rispetto agli alberghi e il 28,2% dice che pernottare in un albergo riserva sempre qualcosa di speciale. Questo sentire si collega anche alla fiducia rispetto alla qualità dei servizi e al senso di sicurezza: specie in questa fase gli italiani apprezzano la pulizia degli alberghi (55,4%), l’attenzione con cui si prendono cura dei loro clienti (22,8%) e il senso generale di sicurezza che diffondono (17,2%).
È probabilmente per queste ragioni che l’88,8% degli italiani dice di preferire il soggiorno in albergo piuttosto che scegliere gli affitti brevi di case private. Trovano che gli hotel siano meglio custoditi e che possano giovarsi di tanti addetti che si preoccupano degli aspetti igienici e sanitari. Inoltre, si rivela essenziale per il 55% degli intervistati il fatto che durante il soggiorno in albergo si sia serviti: sembra particolarmente accattivante dunque l’idea che dopo tanti mesi di vita “casalinga” in vacanza ci si possa concedere di non dedicarsi ai lavori domestici. Praticità, certo, ma anche fascino: l’albergo allo stesso tempo nutre infatti il sogno, perché per molte persone la vita in hotel rappresenta la vita ideale (lo pensa il 31,7% degli italiani); ci si sente liberi di perseguire ciò che si vuole maggiormente (28,1%) e si presenta come un mondo pieno di possibilità, perché in albergo si possono trovare persone interessanti, persone con cui condividere lo stesso stile di vita e le stesse ambizioni, lo pensa il 37,9% dei rispondenti all’indagine.

Più vacanze a luglio, tanto mare e meno seconde case

Come saranno le vacanze degli italiani nella seconda estate di pandemia? Tra le tante analisi che si stanno concentrando su questa attualissima e cruciale domanda c’è anche quella del Centro Studi del Touring Club Italiano sui programmi di viaggio della community Tci. Intanto, complici i vaccini e un rallentamento della diffusione del virus, quest’anno sembra esserci maggiore ottimismo rispetto all’estate scorsa: il 71% ha dichiarato che farà certamente una vacanza, il 20% che probabilmente la farà.

L’Italia stravince in fatto di destinazioni, e d’altronde si sapeva che anche questa sarebbe stata un’estate molto dentro i confini: il 91% sceglierà una destinazione domestica rispetto a una quota residuale (9%) che andrà all’estero. Emerge comunque una maggior propensione a viaggiare al di fuori della propria regione (78% rispetto al 68% del 2020).

Il mare si conferma sempre il preferito, scelto dal 51%, ma si conferma il successo della montagna (25%), anche se in calo rispetto all’anno scorso quando si era attestata al 30%. Il turismo urbano (9% rispetto all’8% del 2020) è ancora lontano dai numeri del 2019 quando aveva raggiunto il 23%, ma supera, anche se di misura, il turismo rurale e dei borghi (7%, in lieve calo sul 2020 quando si era attestato al 9%).

Una novità importante arriva dall’inversione di tendenza della classica stagionalità estiva: le vacanze si concentreranno infatti soprattutto a luglio (36% rispetto al 34% del 2020 e al 30% del 2019) e in seconda battuta in agosto (32% rispetto al 59% del 2020 e al 36% del 2019) mentre la quota di chi sceglie giugno o settembre resta sostanzialmente invariata rispetto al periodo pre-covid, circa il 14%. Ma di fatto la rimodulazione potrebbe essere legata anche alle date dei richiami del vaccino.

Infine buone notizie per gli hotel: mentre l’anno scorso era stato quello della riscoperta delle seconde case e delle abitazioni di famiglia, l’estate 2021 potrebbe segnare un parziale ritorno alla “normalità”: crescono, infatti, le preferenze per hotel e villaggi (a quota 39% rispetto al 35% del 2020) anche se si tratta di livelli ancora inferiori rispetto ai numeri pre-pandemia (49%).

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