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Forma&Colore, la nuova era dei city hotel

Il caso Belstay e l’approfondimento sui concept che stanno dietro la progettazione degli hotel urbani di nuova generazione nell'intervista con l'architetto Chiara Caberlon

Il caso Belstay e l’approfondimento sui concept che stanno dietro la progettazione degli hotel urbani di nu

Di Ludovica Mati, 14 Marzo 2023

Tra tendenze al viaggio bleisure, apertura degli spazi alla comunità locale e obiettivi di rigenerazione urbana, gli alberghi di città si configurano oggi sempre più come spazi ibridi, nei quali le tradizionali vocazioni leisure e business sfumano a favore di una contaminazione che fa dell’hotel un luogo dall’anima mutevole. Ma cosa comporta tutto ciò dal punto di vista della modulazione degli spazi e dell’interior design, della scelta di colori, arredi e materiali? Ne parliamo qui con Chiara Caberlon, architetto dello studio CaberlonCaroppi, specializzato in progettazione per l’ospitalità. Suo è il progetto di architettura d’interni di Belstay Hotels, nuova catena di alberghi urbani lanciata da Hotel OpCo, interprete di un nuovo format di ospitalità urbana. 

A proposito del progetto Belstay, qual è stato il concept e come gli avete dato forma e colore?

Belstay nasce con una grande personalità, che è data anche dal colore. Nell’approccio al progetto abbiamo tenuto conto della freschezza del format. Ci siamo concentrati sui desiderata del cliente apportando interventi che abbiamo ritenuti indispensabili per il tipo di offerta che la catena voleva dare: quella di un hotel accogliente, che avesse un’allure di “casa” e rendesse piacevole la permanenza, facendo riferimento sempre alla città e regalando l’opportunità alle famiglie e ai viaggiatori business, che sono i principali target, di vivere un soggiorno leisure e gradevole.

Il caso Belstay è emblematico di una forma di ospitalità urbana nella quale i confini tra leisure e business sono sempre meno netti. Come si traduce questa tendenza nella definizione degli spazi dell’hotel?

Abbiamo tenuto conto del format proposto: city hotel vicini a aeroporti e snodi autostradali comodi per famiglie in viaggio e business man. Volevamo concentrarci sul calore al fine di rendere il più piacevole possibile il soggiorno focalizzandoci molto sulle aree comuni, che offrono servizi e spazi lounge dove trascorrere del tempo in attesa di un taxi, della cena o per ricaricare il telefono. Le aree comuni sono state concepite come una destinazione a sé e offrono un’atmosfera luminosa e vivace, con colori che infondono energia e piacevolezza. 

A proposito di aree comuni, gli hotel urbani si candidano sempre più a essere realtà ibride, aperte anche a chi vive in città. Cosa comporta questa ibridazione dal punto di vista dell’interior design?

Sempre di più gli hotel offrono soluzioni ibride e fruibili non solo per gli ospiti. Dal punto di vista progettuale questo si traduce nella cura dei dettagli delle aree comuni, che una volta erano mere zone di passaggio e oggi diventano luoghi di incontro e relazione. Sedute comode, scenari curati per trascorrere il tempo e connotazioni distintive per la struttura. In Belstay, per esempio, in ogni hall, nel vano ascensori, c’è un riferimento fotografico alla città in cui è ubicato, quasi a renderle omaggio, e accogliere i clienti nel loro viaggio contestualizzandolo. Non più luoghi impersonali, quindi, ma veri e propri locali lounge dove sorseggiare un drink, fare una riunione o rilassarsi.

Come studio, lavorate con strutture anche molto diverse tra loro per destinazione e posizionamento: quali sono le tendenze che emergono dalle richieste degli hotel?

C’è assolutamente un’attenzione al design, all’ospitalità, alla caratterizzazione del format, che deve immediatamente immergere il visitatore nell’esperienza proposta dalla struttura. Ci piace perciò raccontare l’idea del progetto attraverso i dettagli, ispirarci al genius loci e interpretare la storia che abbiamo immaginato nel momento della progettazione. 

Un tema particolarmente avvertito oggi, tanto dagli ospiti quanto dagli host, è quello della sostenibilità: cosa significa per un hotel essere sostenibile dal punto di vista architettonico?

È un aspetto fondamentale. Sostenibile per noi non è solo la scelta di materiali green ed ecosostenibili, che oggi sono dati come asset, è cercare di approvvigionarsi dalle realtà locali, valorizzare le opportunità a km 0, organizzare gli spazi affinché non ci siano sprechi.

Complici i cambiamenti indotti dalla pandemia anche nel mondo del lavoro, in altri settori economici ci si sta orientando verso una definizione degli spazi che vada sempre più in contro anche al benessere dei lavoratori. È un tema all’ordine del giorno anche per gli hotel? Quali sono le soluzioni proposte?

La valorizzazione dei lavoratori è fondamentale per garantire il benessere di qualsiasi impresa ricettiva. Oltre che una continua formazione per accrescere le competenze dei propri dipendenti, è importante predisporre spazi destinati al lavoro con aree dedicate e organizzate in modo efficiente. Chi fa ospitalità in modo serio sa quanto sia importante l’esperienza e il benessere del proprio cliente e questo sicuramente dipende molto anche dal rapporto con il personale. Ci piace collaborare con i nostri clienti mettendo la nostra esperienza nel settore al servizio delle loro necessità. Al design si affianca uno studio dei flussi, la valorizzazione degli ambienti legati alle loro funzioni, la volontà di regalare sempre al cliente un’esperienza memorabile.

A quali altri progetti nell’hospitality state lavorando e con quale orientamento?

Abbiamo diversi progetti in corso e l’orientamento è ogni volta differente a seconda del brief, della location, delle esigenze del committente e della clientela cui ci rivolgiamo. Ultimamente ci siamo concentrati nel settore lusso dove abbiamo l’opportunità di esprimerci al massimo sia dal punto di vista della progettualità che della proposta creativa nell’interior design. Questo non esclude tuttavia l’apertura anche ad altre tipologie di progetti, dagli urban hotel ai boutique hotel.

Per approfondire: Il progetto Belstay Hotels

Belstay Hotels è la nuova catena di alberghi lanciata da Hotel OpCo, azienda controllata da fondi gestiti dalla società d’investimento con sede a Londra Blantyre Capital. A curare in Italia l’operazione, il piano industriale e la strategia operativa è stata Garnet Hospitality Partners, società di consulenza gestionale e di sviluppo del patrimonio immobiliare alberghiero sul mercato italiano.
Il progetto nasce dall’idea di ripensare le zone suburbane delle principali città italiane e renderle un polo di attrazione sia per coppie e famiglie in vacanza che per turisti in viaggio d’affari. A seguito di una vera e propria indagine sul territorio, è stata individuata una serie di strutture con l’intento di portare avanti un’operazione di riqualificazione strutturale, rigenerazione commerciale e rilancio occupazionale. Al momento sono state aperte quattro strutture – due a Milano (Linate e Assago), una a Venezia Mestre e una a Roma (zona Aurelia) – per un totale di 800 camere. Il piano di intervento di Belstay prevede di ampliare l’offerta a 10 hotel entro il 2024.

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