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Fondi comunitari per il turismo

Di Riccardo Laudadio, 4 Luglio 2003

Da quasi ven’tanni vengono puntualmente messi a disposizione dei cittadini dellUnione europea, con programmazione quinquennali, aiuti finanziari per sviluppare, migliorare o intraprendere attività produttive sul territorio comunitario. Con i fondi strutturali, sconosciuti alla maggior parte dei cittadini italiani fino a qualche anno fa, l’Unione europea cerca infatti di ridurre le disparità economiche e sociali esistenti tra le regioni ricche e povere del territorio comunitario. Per fare questo, l’intero territorio dellUnione è stato suddiviso in zone, sotto-insiemi territoriali, accomunati per un ritardo nello sviluppo industriale o un declino industriale avanzato o un’attività rurale ancora accentuata o una diffusa necessità di aggiornamento delle attività produttive in termini di strumenti o di risorse umane.
Oltre alla forte disponibilità di fondi dellUnione europea, anche gli stati membri e le loro suddivisioni regionali hanno intrapreso, per la verità da non molto e in alcuni casi con lacune organizzative sostanziali, una politica di distribuzione di aiuti finanziari.
La panoramica dei programmi comunitari, delle leggi regionali o statali, è quanto mai variegata e fa riferimento, per la distribuzione, alla suddivisione territoriale per obiettivi che l’Unione europea aggiorna con scadenza biennale. Gli ormai conosciuti obiettivi 1, 2 , 3 ricoprono a macchia di leopardo anche tutto il territorio italiano: alle regioni del sud Italia l’obiettivo 1, al nord e centro Italia obiettivi 2. Su tutto il territorio nazionale attivi gli obiettivi 3, quest’ultimo riservato alla formazione professionale per i disoccupati.
I fondi messi a disposizione dai vari enti amministrativi si suddividono grosso modo in due grandi categorie: gli aiuti finanziari a fondo perduto, più tecnicamente denominati in conto capitale, e i finanziamenti a tasso agevolato.
Va da sé che i fondi in conto capitale risultano i più ricercati per via della grossa opportunità che presentano. L’altra faccia della medaglia consiste però in una potenziale difficoltà nell’accesso per via della forte presenza di concorrenza. Per i fondi a tasso agevolato succede spesso l’opposto: pochi concorrenti e grande facilità di accesso al finanziamento.
Le aree di interesse produttivo che questi aiuti finanziari ricoprono vanno dalla produzione industriale metalmeccanica alla ricerca avanzata nel settore aerospaziale, passando anche attraverso i servizi nel settore turistico.
Ma come reperire informazioni in merito alle opportunità presenti sia a livello comunitario sia in ambito nazionale? La prima fonte di informazioni è la Gazzetta ufficiale pubblicata dai rispettivi organismi pubblici: comunità europea, stato membro, regione.
In seconda battuta è possibile rivolgersi presso gli assessorati all’industria o al turismo delle rispettive regioni di appartenenza per avere informazioni a livello locale. Infine è sempre possibile mettersi in contatto con gli uffici dei ministeri a Roma, per avere notizie di opportunità finanziarie gestite direttamente dal governo centrale.
Passando alla fase del processo informativo, la domanda principale è: con quali modalità è possibile accedere ai finanziament? Ogni legge viene portata alla conoscenza dei cittadini attraverso le rispettive Gazzette ufficiali. Sulle Gazzette sono anche pubblicati i bandi di concorso, le tempistiche entro le quali devono essere presentate le domande presso gli uffici di competenza, e in alcuni casi i moduli necessari che devono essere compilati per l’accesso alla valutazione della richiesta di finanziamento.
Le problematiche che sorgono nel processo di accesso ai finanziamenti pubblici sono di diversa natura. Anzitutto emerge un problema di inefficienza e inadeguatezza della comunicazione effettuata dagli enti pubblici gestori ai diretti interessati: spesso le opportunità di finanziare la propria impresa ci sono ma non se ne conosce l’esistenza.
In secondo luogo esiste una difficoltà nel coordinare e gestire le domande di finanziamento da parte dei richiedenti, infatti nella “Relazione sugli interventi di sostegno” pubblicata sul sito del Ministero delle attività produttive nel mese di giugno 2002 si evince che i finanziamenti effettivamente erogati dagli enti gestori sono spesso molto minori rispetto al valore corrispondente delle domande di finanziamento approvate.

Le agevolazioni erogate nel periodo 1998-2001 ammontano, per i provvedimenti censiti, a 19.800 milioni di euro, pari al 64,5% delle agevolazioni approvate nello stesso periodo.
Le cause di mancata erogazione del finanziamento delle domande approvate risiede in errori burocratico-formali dovuti a inesperienza dei richiedenti.
Dalla stessa tabella si nota il rapporto fra il numero di domande presentate e quello di domande approvate. Le conclusioni che si possono trarre da tale dato sono: in primo luogo che a fronte della presentazione di una domanda di finanziamento non esiste la certezza dell’ottenimento del contributo, e in secondo luogo, che anche in sede di presentazione e progettazione della domanda di finanziamento bisognerebbe avere una certa conoscenza dei meccanismi che regolano l’accesso al finanziamento pubblico e di esperienza nel rapportarsi ai funzionari pubblici competenti.
Il gap esistente fra il valore delle domande approvate e il valore di finanziamenti erogati, comporta che una parte di fondi di origine comunitaria rimangano nelle casse degli enti incaricati della gestione. Ciò si traduce in un danno per l’economia nazionale, infatti l’evidenza di un’inefficiente gestione dei fondi comporta la possibilità che l’Ue riduca gli stanziamenti futuri, rendendo ancor più netti i tagli già previsti a beneficio dei paesi che entreranno fra meno di un anno a far parte dell’Ue.
L’elaborazione di una domanda di finanziamento comporta intense attività di studio, di progettazione, di raccolta della documentazione e di elaborazione dei dati. Il tempo eventualmente impiegato dalle risorse interne dell’azienda per svolgere tali attività risulta quindi molto ingente.
Qualora l’azienda sia stata così brava da aggiudicarsi l’agevolazione, è bene sottolineare che l’ente di riferimento richiede sempre di documentare le fasi di spesa e avanzamento lavori; ha inoltre la potestà di verificare direttamente il rigoroso rispetto del piano degli interventi. In taluni casi, è sufficiente una piccola difformità a inficiare tutto questo preziosissimo impegno, con la conseguente perdita totale del contributo.
Spesso tali difficoltà agiscono da deterrente rispetto a iniziative di richiesta di fondi pubblici, soprattutto nei confronti delle piccole e medie aziende che non possono permettersi di destinare per lungo tempo risorse interne ad attività che richiedono una preparazione e una diligenza che non ammette distrazioni e improvvisazione.
I finanziamenti pubblici possono rappresentare un elemento acceleratore della crescita, un aiuto che può consolidare un progetto di sviluppo. Le misure di finanziamento sono più frequenti di quanto non si creda e gli stanziamenti non mancano; è proprio dal tentativo di migliorare l’informazione e di apportare un contributo alla risoluzione delle problematiche precedentemente descritte che prende corpo il nuovo progetto di Job in Tourism.

Assistenza in tre fasi
Job in Tourism ha sviluppato una collaborazione con una primaria società che assiste le aziende nella presentazione delle domande e nella messa a punto della documentazione necessaria; l’iniziativa è rivolta agli operatori del settore turistico che desiderano ottenere delle opportunità di crescita, attraverso l’erogazione di un servizio d’informazione sulle agevolazioni pubbliche in corso di erogazione e della possibilità di richiedere un completo servizio di assistenza per la predisposizione delle domande di finanziamento.
Il servizio di assistenza si articola in tre fasi:
• valutazione dei requisiti formali e sostanziali per la proposizione della domanda, per la quale nulla è dovuto dall’azienda richiedente;
• predisposizione e inoltro della richiesta all’ente competente, per la quale è dovuto un onorario fisso la cui entità dipende dalle caratteristiche della legge e del progetto d’investimento;
• monitoraggio e rendicontazione, per i quali è dovuto un onorario in quota percentuale del contributo effettivamente accordato (salvo buon fine).

Il sostegno all’imprenditoria non è finalizzato all’assistenzialismo ma svolge un ruolo insostituibile di stimolo all’evoluzione e alla crescita di tutta l’economia nazionale, è giocoforza che sono favoriti quegli operatori che sanno proporre un mix di razionalità progettuale e forza innovativa.
Per maggiori informazioni e consultazione delle leggi rimandiamo al sito www.jobintourism.it

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