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Focus sulla polifunzionalità

Di Massimiliano Sarti, 20 Giugno 2008

Un piano di espansione che mira al rafforzamento della presenza del brand sul territorio nazionale con nuovi alberghi e residence situati in aree strategicamente selezionate per le loro potenzialità di sviluppo. È questa l’idea alla base dell’investimento di Atahotels che tra la seconda parte del 2008 e il prossimo anno intende aprire ben cinque nuove strutture ricettive, tutte di nuova costruzione. «Far parte di un gruppo dotato di consolidate capacità costruttive come quello che fa capo alla famiglia Ligresti», spiega il consigliere di gestione Atahotels, Dennis Zambon, «ci permette di progettare strutture ex-novo, specificamente pensate per soddisfare le più innovative esigenze del mercato».
È soprattutto la polifunzionalità, la caratteristica principale su cui il brand alberghiero italiano punta per garantire competitività alla propria offerta. «Perché ci consente di avere tassi di occupazione omogenei durante tutto l’arco dell’anno», prosegue Zambon. «È questa, per esempio, la filosofia alla base della scelta di dotare i nostri luxury resort dei Giardini di Naxos in Sicilia e di Villasimius in Sardegna d’importanti centri congressi. Lo stesso discorso vale, inoltre, per quanto riguarda la nostra estesa offerta nel segmento residence. Quest’ultimo, in particolare, è un settore in rapida espansione, grazie soprattutto alle più recenti evoluzioni del mercato del lavoro: l’accentuazione del tasso di turn-over a tutti i livelli d’impiego, infatti, spinge molte imprese a cercare la sistemazione per i propri dipendenti provenienti da località diverse da quella della sede di lavoro in alloggi dal carattere intrinsecamente temporaneo, come i residence appunto, piuttosto che in appartamenti, la cui gestione di lungo periodo è naturalmente più complessa».
È così che il nuovo hotel di Pero (Mi), la cui apertura è prevista per la fine del 2008, sarà dotato anche di un centinaio di mini-appartamenti, nonché di un importante congress center. «L’intenzione, in questo caso» racconta Zambon, «è quella di sfruttare le potenzialità dell’area della nuova fiera milanese: una regione situata, tra l’altro, lungo la direttrice del corridoio trans-europeo 5, che, una volta ultimato, dovrebbe collegare Barcellona a Kiev. Entro la fine del 2008 apriremo poi anche un albergo a Varese, in una location d’eccezione affacciata sul verde dell’ippodromo cittadino: 220 nuove camere in un’area dall’offerta ricettiva ancora carente, che dovrebbero beneficiare tra l’altro della presenza del limitrofo centro congressi di Villa Ponti. Le due strutture andranno così a completare una rete di offerta ricettiva dedicata soprattutto alle esigenze del business, che, grazie anche alle nostre strutture di Milano, garantirà ai nostri clienti la possibilità di usufruire, lungo un asse nord-sud gravitante attorno al baricentro milanese, di più di 80 meeting room, di cui alcune capaci di contenere fino a 1.500 persone».
Non si rischia però in questo modo di saturare il mercato in una regione in cui l’offerta sta crescendo notevolmente negli ultimi anni? «Io sono convinto», puntualizza Zambon, «che costruire alberghi significhi anche creare nuova domanda. Inoltre, non bisogna dimenticare che l’area di cui stiamo parlando è una delle più ricche d’Europa. Certo, la recente proliferazione di progetti di sviluppo alberghiero nella zona potrà generare un aumento della competizione sul territorio. Ma a questa sfida si risponde soprattutto migliorando la gestione delle strutture. Mi riferisco, in particolare, al raggiungimento di una maggiore efficienza nel consumo energetico, nonché all’utilizzo di approcci più flessibili al mercato del lavoro».
Nel 2009 sono, infine, Roma, Parma e San Donato (Mi), le location individuate per le nuove strutture Atahotels. «Nella città emiliana», conclude Zambon, «abbiamo scelto una posizione strategica nelle vicinanze dell’aeroporto. Con il nuovo hotel vorremmo, in particolare, intercettare la crescita della domanda ricettiva che dovrebbe seguire il pieno sviluppo delle attività della European food safety authority (Efsa), la cui sede si trova proprio a Parma. A Roma, intendiamo invece sfruttare le potenzialità di un’area, quella che insiste lungo l’asse della via Tiburtina, ancora poco sviluppata dal punto di vista alberghiero. Il residence di San Donato, infine, sorgerà in una zona in vivace fermento, che dovrebbe beneficiare, in particolare, del recente sviluppo di quello che può essere considerato un vero e proprio polo del terziario avanzato alle porte di Milano».

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