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Esperienze parallele a confronto

Di Job in Tourism, 10 Maggio 2002

Job in Tourism ha ricostruito le linee principali della buona riuscita della catena alberghiera Mercure attraverso le esperienze parallele di Giuliano Ramazzina e Piero Marini: due case history di successo. “Il Mercure Hotel di Cinisello Balsamo si trova in un oasi di tranquillità, a 10 chilometri dal centro di Milano”, spiega a Job in Tourism il suo proprietario Giuliano Ramazzina, “l’albergo offre ai suoi ospiti camere insonorizzate, completamente ristrutturate nel 2000 e tutte in stile country, con aria condizionata, tv (pay tv e tv satellitare), presa modem con linea dedicata, minibar, cssaforte e asciugacapelli, ma non è tutto, vi sono a disposizione degli ospiti anche camere per i non fumatori”. Un ampio parcheggio per auto e pullman completa poi la gamma dei servizi. Senza dimenticare che gli chef degli hotel Mercure “propongono una selezione di piatti tipici regionali, che completano una carta di proposte classiche, per offrire una vasta scelta di gusto”, dice Ramazzina. Ramazzina, uno dei fondatori del Bonaparte hotel group, nasce come ragazzo di portineria, per poi passare alla gestione e infine all’imprenditoria alberghiera, esplorando tutti i settori della ricettività: dai residence, agli hotel (sia commerciali che di lusso), ai motel. “Mi affascinano le sfide”, continua Ramazzina, “da sempre ho un grande interresse per l’acquisizione di attività che si trovano nella necessità di rinnovare l’immagine o magari solo di ristrutturazione, per poter essere rimesse in discussione e sviluppate in altro modo”. E’ stato così infatti anche per quel vecchio albergo di periferia che fino all’agosto del 1999 si chiamava Garden Hotel e che invece dal mese di febbraio dell’anno seguente ha preso il nome di Relais Mercure. “Sono riuscito in questo modo a rovesciare la medaglia e a portare al successo un’azienda ormai finita. Grazie anche all’immagine commerciale del Mercure è stato possibile trasformare il vecchio Garden in un albergo con la A maiuscola e con un’ottima performance di ricavi, così da riuscire a raddoppiare il fatturato. Certamente un fattore non irrilevante è stato l’inserimento dell’albergo in una catena alberghiera di fama mondiale; ormai l’individualità esasperata non premia più”, continua Ramazzina, “e le mie attività future saranno sicuramente orientate verso questo modo di operare”. La stessa linea di pensiero è stata portata avanti anche da Piero Marini, amministratore delegato e direttore generale dell’Hotel Mercure Milano Corso Genova, dove, come afferma, “per migliorare il servizio d’ospitalità offerto ai clienti abbiamo ristrutturato completamente nel 1998 l’albergo e siamo in grado di offrire, grazie al marchio che utilizziamo, il know how di una grande azienda come Accor”

Anche Marini è nato professionalmente all’interno dell’albergo, maturando tutte le esperienze possibili, dalla cucina al servizio ai tavoli e ai piani, al settore congressuale e a quello commerciale, completando le sue conoscenze, con quelle che lui definisce “esperienze mobili” all’estero “per approfondire le lingue straniere che in questo lavoro sono indispensabili, così come la padronanza dei mercati internazionali, fino a quando nel 1999 ho avuto questa opportunità così importante a livello professionale, ma anche di vita”. Allora infatti Meta hotel group prende in gestione l’Hotel Adriatico (che allora faceva parte del Bonaparte hotel group) e investe un’ingente somma per la ristrutturazione del complesso, sviluppando scelte ponderate e idonee a una struttura tre stelle. “Con il marchio internazionale Mercure, il fatturato è triplicato nel giro di tre anni, con una percentuale di occupazione dell’86%: la più alta di tutta Milano” tiene a precisare Marini. Questi risultati dipendono da una miscela di clientela del tutto particolare: mentre il 60% dei clienti si trova ad alloggiare in albergo per motivi legati al proprio lavoro, il rimanente 40% dei clienti è in città per turismo. Questa ultima percentuale è composta da artisti, famiglie, ma anche da giovani: la struttura infatti è adatta a un target medio. “difatti, appena entrati ci si trova di fronte a un tipo di clientela internazionale e multietnica”, conferma Marini. Ramazzina è convinto che in Italia si senta la mancanza di un tipo di albergo di questo genere: commerciale e non lussuoso, dove ci si possa recare per scelta e non certo per economia “senza dover essere per questo etichettati o inseriti in una determinata categoria”. Entrambi, Ramazzina e Marini, pensano che questo possa essere il ruolo adatto per un albergo quale il Mercure. Marini, responsabile dell’area nord della società Metha, insieme con Gianluca Capone che si occupa dell’area centro-sud, racconta come la stessa “gestisce molto bene otto alberghi con formule multifranchising, e conta di arrivare al 2008 con 20 strutture”. Il multifranchising è un’intuizione di Antonio Salvatori che quest’anno ha ricevuto un premio da AZ franchising per questa idea innovativa Le esperienze di questi due protagonisti della scena alberghiera milanese non andranno certamente perdute in quanto vengono “trasmesse” ai figli che lavorano o lavoreranno nel settore alberghiero.

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