Ancora pochi anni orsono i prezzi delle camere erano suddivisi in quelli di alta e bassa stagione e, volendo strafare, di media stagione. I nostalgici guardano con sospetto all’era digitale, che ha modificato i comportamenti di vendita in maniera definitiva, consentendo ai prezzi di essere rimodellati praticamente in continuazione. A me è successo che prenotando una camera a Monaco di Baviera, il prezzo proposto, nel corso della telefonata protrattasi per qualche minuto, alla fine, non avendo confermato subito, fosse aumentato in maniera considerevole.
Ma la gestione del prezzo è ormai solo una delle tante applicazioni che l’informatica permette per la conduzione delle attività; per esempio, negli alberghi il check-in self service è una delle innovazioni che stanno diffondendosi e questa procedura, come la gestione elettronica del prezzo, proviene dall’esperienza delle compagnie aeree.
Ormai esiste una germinazione di esperienze tra le procedure anche in campi diversi; l’abbattimento dei costi delle memorie digitali consente queste opportunità, sino a pochi anni orsono impensabili.
Ma la stessa potenzialità è anche un limite: c’è sempre il rischio di fare investimenti che, nella pratica, il giorno successivo, al completamento, siano già vecchi. Tempo addietro mi ha colpito un servizio che una grande compagnia americana forniva ai clienti di un loro resort: si trattava della possibilità di farsi riprendere con foto digitali da un fotografo dell’albergo, che avrebbe poi salvato le stesse in un sito consultabile, anche da remoto, con username e password. L’idea era di consentire ad amici e parenti lontani di condividere i momenti di vacanze con i loro congiunti ospiti dell’albergo. Bella idea, che però è durata un attimo: i cellulari di ultima generazione, con la possibilità di ripresa, invio e condivisione nei social network delle foto, hanno reso inutile un servizio tanto elaborato.
Ma non è solo dei costi che le aziende devono preoccuparsi: i cambiamenti tecnologici incidono profondamente sulla gestione delle attività e, se le innovazioni non sono adeguatamente introdotte, possono determinare danni, talvolta irreparabili.
Bisogna allora rallentare o, addirittura, fermarsi? Non è facile decidere la più appropriata politica. Nel libro Effetto Google di Ken Auletta, edizioni Garzanti, Jeff Zucker, ceo di Nbc Universal, afferma: «Ciò che temiamo tutti è distruggere valore mentre innoviamo e io mi sento in dovere di non farmi paralizzare da questo sentimento. Il timore non è di perdere un’opportunità ma di distruggere il modello di business attraverso l’innovazione. È il dilemma dell’innovatore».
Era digitale e dilemma dell’innovatore
Di Antonio Caneva, 6 Maggio 2011
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