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Eco-rivoluzione possibile

Di Giorgio Caneva, 4 Maggio 2007

Marriott ha dato una forte impronta alla propria policy aziendale a favore dell’ecosostenibilità già all’alba del nuovo millennio; l’obiettivo di ridurre di un milione di tonnellate in dieci anni, dal 2000 al 2010, le emissioni di gas serra da parte delle proprie strutture, ha tutto l’aspetto di una proposta innovativa, un piccolo germe rivoluzionario volto a riformulare le leggi con cui l’uomo regola se stesso e la natura.
Eppure la campagna non annovera nulla di rivoluzionario o troppo distante dalla quotidianità, a livello operativo. Nulla che chiunque, persona fisica od organizzazione di mezzi e risorse umane, non possa replicare nel proprio piccolo, seguendo i numerosi, arguti accorgimenti messi in atto dal colosso di Washington, quali:
• la sostituzione di lampadine con lampade fluorescenti a risparmio energetico (-65% di energia utilizzata nelle camere per gli ospiti con il programma Re lamp)
• la regola smoking free (-30% dell’uso di energia per i sistemi di trattamento dell’aria)
• l’implementazione dei sistemi Ozone activated laundry e Formula one system (possono risparmiare più del 30% dell’uso di energia usata dalle lavanderie)
• la sostituzione di insegne esterne con i led e la tecnologia in fibra ottica (riduzione del 40% di energia utilizzata per la pubblicità esterna nel suo primo anno)
• l’approvvigionamento della tecnologia Energy star che include i desktop, i computer portatili, le stampanti e gli scanner, seguendo un piano di dismissione delle componenti obsolete
• la nomina di organismi deputati alla supervisione di nuovi progetti e al mantenimento degli standard ambientali
• uno sforzo globale per incoraggiare gli ospiti a riutilizzare lenzuola e asciugamani durante il soggiorno in albergo, risparmiando tra l’11 e il 17% di acqua calda.
Inoltre nei 30 giorni di aprile, il mese della responsabilità ambientale, tutti i 2.800 hotel in 70 paesi hanno aiutato Marriott a concertare il più grande sforzo della catena per promuovere abitudini ecofriendly al lavoro, sulla strada, a casa e nella comunità, attraverso una collaborazione che ha coinvolto clienti, dipendenti e aziende partner in una varietà di progetti ad alto valore aggiunto indirizzati alla cura della natura.
Sono in programma partnership (con Clean up the world – Puliamo il mondo, per la pulizia di numerosi siti ambientali su scala locale), promozioni (il libro di Kim McKay e Jenny Bonnin, rispettivamente cofondatore e direttore di Clean up the world, che descrive 100 modi quotidiani per contribuire a un pianeta più sano), posa di nuovi alberi (gli associati pianteranno 3 mila alberi nelle strutture alberghiere del mondo, inclusi 80 presso la sede principale della compagnia a Washington), appoggio per lo sviluppo e l’uso di prodotti verdi nell’industria alberghiera.
Se le basi sono state poste in maniera esemplare, la catena Usa si rende conto che la stessa lungimiranza e perseveranza nell’osservare certe regole comportamentali deve essere praticata nel quotidiano e in modo propositivo verso il futuro. Per questo, in 30 strutture ha varato un programma pilota per misurare, standardizzare e ampliare il riciclaggio, anche se già oltre il 96% delle strutture Marriott nel mondo ricicla attivamente.

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