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È il momento di tirare le fila

Molte speranze e tanta buona volontà accompagnano la nuova giunta esecutiva dell'Ada

Molte speranze e tanta buona volontà accompagnano la nuova giunta esecutiva dell'Ada

Di Claudio Nobbio, 2 Giugno 2016

C
aro Diario, è un film di Nanni Moretti girato a Roma e uscito qualche anno fa: il protagonista arriva in vespa a Spinaceto, dove si stanno costruendo quartieri. Ora le costruzioni sono finite: una di queste è l’hotel Mercure Roma West, modernissimo albergo autosufficiente, dalla spa al ristorante. Ed è qui che l’assemblea numero 61 dell’Ada ha luogo: da Termini metro fino a Fermi, poi bus 705 o navetta fino a Cefalonia.
L’atmosfera come sempre è molto amicale. Inizia il nuovo corso Ada, con molte speranze e molta buona volontà.
Il presidente Alessandro D’Andrea, carico di buone intenzioni come tutto il nuovo consiglio, legge una lettera del sottosegretario alla Cultura con delega al turismo, Dorina Bianchi. Colpisce perché mai è stata scritta una lettera tanto favorevole e tanto impegnativa ai direttori d’albergo per il ruolo che rivestono rispetto all’accoglienza, alla gestione e all’immagine stessa del paese Italia.
Al mio tavolo rotondo, durante il pranzo di venerdì, sedevano casualmente Antonio Basile, Simone de Feo, Maurizio Faroldi, Francesco Spinelli, il delegato, Veneto, Friuli e Venezia Giulia, Christian Zingarelli, e il sottoscritto. Mai tante esperienze diverse si sono incontrate a discutere della situazione attuale della nostra professione. Tutti concordano che stiamo attraversando un periodo particolare e necessario del famoso riconoscimento che ogni tanto si impugna e ogni tanto va in sonno.
L’opportunità che sembra dare il sottosegretario (a quando un vero ministero del Turismo con portafoglio?) è da prendere al volo e anche i tanti fili tesi da Angelo Pergi, general secretary, e dai vari presidenti succedutisi dal 1951 (c’è chi dice 1950) a oggi, vanno tirati.
Che sia la volta buona? Anche perché tra le proposte per le prossime assemblee c’è Perugia – Assisi e Padova, col Santo.
Le visite di Roma, organizzate nei tempi vuoti dai colleghi del Lazio, hanno fatto sì che si scoprisse un aspetto della Roman Holiday molto completo: dai manifesti sui muri ci salutano i prossimi candidati a migliorare la città capitale. Dalla sua finestra di San Pietro, Francesco ha pure impartito la benedizione di buon auspicio.

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