Ho lavorato praticamente tutti i giorni (compresi sabato e domenica) dalla fine delle scorse vacanze, sino a ora. In un desiderio di discontinuità ho deciso, improvvisamente, di lasciare l’ufficio e fare un viaggio. Quando ero giovane e dovevo imparare il tedesco ho più volte presentato la mia candidatura all’Hotel Atlantic Kempinski di Amburgo, senza successo. Allora ho pensato che il mio segnale di discontinuità mi avrebbe portato ad Amburgo, all’Atlantic. Sono arrivato alle quattordici e trenta e la receptionist mi ha informato che la camera non era pronta, pur essendo le quattordici l’ora del check in; comunque, in attesa, mi ha invitato ad accomodarmi nel salone dove mi avrebbero servito un Feurzangenbowle (bevanda calda fortemente alcolica, adatta al clima rigido della zona). Accomodatomi nel salone, accoccolatomi vicino al camino, mi hanno comunicato che il Feurzangenbowle… non era ancora disponibile.
Morale, se andate all’Atlantic ad Amburgo non arrivate prima delle 15. E se arrivate prima di quell’ora e vi offrono un Feurzangenbowle, sappiate che non sarà pronto e se poi, tornando in albergo la sera, gelati dal vento che arriva diritto dal mare del nord, vorrete sedervi e ordinare una bibita calda, sappiate che non vi saranno posti disponibili nella hall e nel bar perché la maggior parte degli spazi comuni saranno prenotati per un party privato.
A questo punto penserete di aver sbagliato albergo e di non tornarvi mai più. Sarebbe un errore, perché in questo caso vi privereste non solo delle cose che non vanno (…e poco male), ma anche (la vera ricchezza dell’albergo) dell’opportunità di entrare in relazione con personale capace, efficiente, gentile, come raramente vi sarà accaduto di incontrare nei vostri vari soggiorni.
L’anno sta volgendo al termine e queste, in attesa del 2006, sono le ultime brevi note. Se dovessi propormi e suggerire qualcosa per l’anno nuovo, richiamerei l’inizio di questo editoriale: un anno all’insegna della discontinuità, che regali momenti in cui rompere con la routine, facendo cose che realmente piacciono, assieme alle persone con cui si sta bene. Programma ambizioso: proviamoci.
Tanti auguri a tutti.
Where to stay in Hamburg
I had worked practically every day (including Saturdays and Sundays) since the end of the summer holidays, and I decided I needed a change. So I suddenly decided to leave my office for a while, and to take a trip. When I was young and needed to learn German, I had applied several times to the Kempinski Hotel Atlantic in Hamburg, without success. That is why I decided that my need for a break in routine would take me to Hamburg, to the Atlantic Hotel. I arrived there at two thirty p.m., and the receptionist informed me that my room was not ready, even though the check-in time was two o’clock. She invited me to make myself comfortable in the hall while I was waiting, where they would serve me a Feurzangenbowle (a strongly alcoholic hot drink, appropriate for the cold weather of the place). When I was snugly seated by the fireplace, they informed me that the Feurzangenbowle … was not yet available.
Conclusion: if you go the Atlantic in Hamburg, do not get there before three o’clock p.m., and if you do arrive before three and they offer you a Feurzangenbowl, remember it will not be ready, and if you go back to the hotel at night, freezing from the cold wind that blows directly from the North Sea, and wish to sit down and have a hot drink, remember there will be no seats available in the hall or in the bar, because most of the space will be reserved for a private party.
At this point you may think you have come to the wrong hotel, and that you will never come back again. That would be a mistake, because in so doing you would deprive yourself not only of the things that do not work (no big deal), but also of the true value of the hotel – the opportunity to interact with personnel as capable, efficient and kind as you will have rarely met in your travels.
The year is coming to an end, and these are my last few short notes before 2006. If I were to propose something for the new year, I would suggest the we indulge in the desire for change, as I described at the beginning of this story, that we pursue new experiences and break away from routine, doing things we really like with people we are comfortable with. It is an ambitious plan, by we can try!
My best wishes to everybody.
Translation of the Italian
editorial by Paola Praloran
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