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Domestico e interattivo

Di Valentina Borroni, 1 Aprile 2005

Si conclude in questo numero l’articolo di Valentina Borroni, dello Studio Marco Piva, dedicato alle trasformazioni del mondo alberghiero secondo un’ottica progettuale avanzata.
Le caratteristiche di interattività offerte dai sistemi telematici e informatici di relazione tra strutture e ospite e tra ospite e contesto territoriale concorrono alla definizione di edificio intelligente, quale dovrebbe essere l’albergo del prossimo futuro, creando un ponte sinergico tra le ricerche più avanzate nel settore della tecnologia e le analisi più attente nell’area della sociologia e della cultura umanitaria.
L’albergo, come entità, comunica. Comunica verso l’esterno con il contesto urbano e i suoi abitanti, e verso l’interno con i clienti/fruitori.
Nel caso del “lavoratore che viaggia”, inoltre, l’adozione delle più avanzate tecnologie della comunicazione a distanza costituisce ulteriore elemento di qualificazione dell’hotel.
Come paradosso, però, nel mondo globale, il viaggiatore attento, sia esso businessman o semplice turista, è cosciente delle diversità dei luoghi che incontra sul suo cammino e dimostra di apprezzarle, desideroso di sperimentare nuove esperienze proposte dall’universo alberghiero, in linea con i principali trend del momento che vedono il superamento dell’immagine di alberghi stereotipati, simili in ogni parte del mondo, con il denominatore comune di elevati standard qualitativi.
Il viaggiatore e l’uomo d’affari devono trovare, inoltre, una domesticità degli spazi più privati, che li faccia sentire comunque a casa, pur nella diversità e con un elevato comparto tecnologico, anche a miglia di distanza.
Molti alberghi oggi assumono sempre più la connotazione di business hotel, diventando punto di approdo per un’estesa varietà di persone che si spostano da una parte all’altra del globo, persone per cui il lavoro ha la stessa dimensione del viaggio, anche se paradossalmente i sistemi di comunicazione a distanza si affinano sempre più.
Non esiste un modello stereotipato di business hotel, tante sono le possibilità di offerte da proporre, come non esiste del resto uno stereotipo di businessman, in quanto rappresentato da persone con gusti, esigenze e personalità spiccatamente diverse che si esprimono nella scelta dell’albergo secondo le proprie inclinazioni ed esigenze.
Particolare rilevanza assumono gli spazi dedicati al relax, proprio per accrescere la possibilità di rilassarsi in ambienti dove trovare il tempo da dedicare e da dedicarsi, «dimenticando il lavoro.
La camera e gli spazi comuni del business hotel devono essere quindi ambivalenti: luoghi dove sia possibile svolgere in modo ottimale la propria attività lavorativa, ritrovando al contempo domesticità e diversità all’interno di spazi che comunque consentano il raggiungimento di un benessere psicofisico.
La cultura del progetto che ha sempre contraddistinto il nostro paese in particolari momenti evolutivi degli assetti sociali ed economici, è lo strumento indispensabile per condurre il sistema turistico attraverso questo nuovo passaggio strutturale.
Anche nel campo del settore alberghiero è quasi automatico riconoscere che il successo o l’insuccesso sono dovuti, oltre che naturalmente alle strategie degli imprenditori, alla capacità di dimostrarsi socio-sensibili, ossia di cogliere le evoluzioni dei bisogni e desideri del cliente, riuscendo a soddisfarli in modo esauriente.
Una maggior flessibilità d’uso dello spazio e una più forte interazione tra ospite e struttura ricettiva emergono oggi come i due principali criteri di accoglienza e confort su cui basare la realizzazione di camere d’albergo e spazi comuni.
Una buona scelta progettuale rappresenta il primo passo per il raggiungimento di questi obiettivi.

Valentina Borroni
Laureata in architettura al Politecnico di Milano, dopo aver svolto la sua attività professionale presso lo Studio dell’architetto Arturo Dell’Acqua Bellavitis, collabora con Polidesign, consorzio del Politecnico di Milano, all’organizzazione di “Hotel & Contract Design”, programma avanzato di formazione per professionisti ed operatori del settore.
Dal 2001 collabora con lo Studio Marco Piva come responsabile dell’Ufficio Stampa e delle Pubbliche Relazioni.

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