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De Crescenzo e la proposta di energy surcharge

L’idea del direttore generale di Planetaria Hotels: un supplemento extra, dedicato e temporaneo, per far fronte all’aumento di bollette e forniture

L’idea del direttore generale di Planetaria Hotels: un supplemento extra, dedicato e temporaneo, per far fr

Di Silvia De Bernardin, 31 Marzo 2022

Una energy surcharge, trasparente, volontaria e temporanea, per coprire l’aumento dei costi collegato ai prezzi dell’energia e delle forniture sempre più alti. Un extra, da aggiungere alla normale tariffa alberghiera, sul modello della tassa di soggiorno. La proposta – in tema di caro energia – arriva da Damiano De Crescenzo, direttore generale di Planetaria Hotels, oltre che direttore dell’Enterprise Hotel di Milano e presidente della sezione Hospitality del Gruppo Turismo di Assolombarda. Un’idea “che vuole essere insieme una provocazione, una spinta perché si agisca”, spiega De Crescenzo che, in questa intervista a Job in Tourism, entra nel dettaglio di una proposta operativa che – anticipa – “sta già raccogliendo molto consenso”.

Domanda. Direttore, quanto incidono i costi energetici nel bilancio di un hotel e di che aumenti stiamo parlando in questo momento?
Risposta. Il costo dell’energia è tra le prime voci di spesa per un albergo insieme al costo del personale, alle commissioni e a quello per gli appalti di pulizia e manutenzione. Andare a toccare il costo energetico significa incidere molto anche perché in questo momento parliamo di costi che, a seconda del dimensionamento dell’hotel, arrivano anche al +400%: tradotto significano centinaia di migliaia di euro, poi si passa direttamente ai milioni. Ma la bolletta non è l’unico effetto. L’energia è aumentata anche per i nostri fornitori, che girano a noi i loro aumenti. E noi – è la domanda – a che li giriamo?

D. Ai clienti aumentando le tariffe?
R. In un mercato nel quale il prezzo è dinamico, aumentare la tariffa non vuol dire niente: è il mercato che decide le tariffe, con fluttuazioni che ci sono indipendentemente dai costi energetici.

D. Qual è la sua proposta?
R. Una “energy surcharge”, un supplemento alla normale tariffa alberghiera, sul modello della tassa di soggiorno. Ne stiamo già parlando informalmente con molti colleghi e c’è un’ampia convergenza. La mia è un’idea, ma vuole essere anche una provocazione perché si agisca. Se ci sono altre proposte, per me va bene, parliamone, basta che si faccia qualcosa.

D. Come potrebbe funzionare la “energy surcharge”?
R. Le formule possibili sono due, a percentuale sul conto o a importo fisso, modulabile o meno sulla base della categoria dell’hotel. Al momento, il modello a importo fisso è quello che sembra piacere di più.

D. Quali sarebbero i vantaggi?
R. Innanzitutto la trasparenza nei confronti sia degli ospiti, rispetto a rincari meno chiari compresi in tariffa, sia di categoria perché è un aumento che non potrebbe essere mascherato. E poi si tratterebbe di un supplemento extra temporaneo, da eliminare alla fine dell’emergenza energetica e che non rimarrebbe incorporato nelle tariffe standard, evitando così l’inevitabile stabilizzazione dei prezzi al rialzo.

D. E le criticità?
R. Innanzitutto, bisogna vedere se c’è un parere favorevole ampiamente condiviso. Poi, nel caso, si potrà fare un passaggio con le associazioni di categoria perché raccolgano adesioni e si strutturi insieme una proposta. Si tratterebbe di un supplemento di sistema, ma volontario, gli alberghi non sarebbero obbligati a introdurlo anche se, chiaramente, il vantaggio è di tutti. La criticità potrebbe essere rappresentata dalla posizione delle compagnie alberghiere internazionali, che dovrebbero giustificare l’adozione di uno strumento diverso rispetto ad altri mercati. Se fossimo comunque una platea ampia a orientarci in questa direzione, ciò potrebbe spingere anche le compagnie straniere a trovare una giustificazione di eccezionalità.

D. Nel frattempo, cosa si può fare a livello di singola struttura o di gruppo per fronteggiare il caro energia?
R. Oggi siamo tutti costantemente impegnati a cercare soluzioni per il contenimento dei consumi che permettano di conciliare la qualità del servizio con il taglio degli sprechi, anche con interventi strutturali importanti come l’adozione di impianti di nuova generazione. Lo abbiamo sempre fatto, è un passaggio utile anche in un’ottica di sostenibilità. Oggi è diventato ancora più importante e urgente.

D. Fare previsioni sul futuro oggi è molto difficile. Cosa si aspetta per i prossimi mesi?
R. A livello di settore, ci sono buone ragioni per pensare che i resort possano fare una buona terza estate dopo quella discreta del 2020 e quella buonissima del 2021. Mi auguro per loro che quest’anno possa essere lo stesso. Il problema vero riguarda gli hotel nelle città d’arte e le sedi congressuali. Abbiamo avuto i primo segnali di ripresa, seppure lenta, per il traffico business, per la convegnistica e gli eventi e anche per il turismo leisure. Chiaramente, c’è il timore che adesso questa ripartenza possa essere disturbata dalla grave crisi economica causata dalla guerra.

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